Colonne motorizzate Alpini e Cavalleria vincono la resistenza delle retroguardie nemiche

Colonne motorizzate Alpini e Cavalleria vincono la resistenza delle retroguardie nemiche Colonne motorizzate Alpini e Cavalleria vincono la resistenza delle retroguardie nemiche Le truppe greche fanno saltare i ponti sui fiumi in piena - La Vojussa passata a guado dai Fanti - Un reparto di genieri ellenici catturato mentre tentava di far saltare un ponte - Molti villaggi sono già nelle nostre mani Le nostre forze del Genio avanzano con le truppe di punta (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Zona di operazioni d'Albania, SI ottobre. Quando il Comando superiore delle Forze Armate diede l'ordine di avanzare nei territori strappati con la frode dai greci all'Albania, le colonne motorizzate al centro, gli alpini e la cavalleria alle ali, si misero in movimento varcando in varii punti la frontiera greca. La resistenza opposta dal nemico, la inclemenza del tempo, le altre difficoltà del terreno non valsero a diminuire la marcia sicura dei nostri soldati in territorio nemico e molti villaggi caddero al primo impeto nelle nostre mani. Le popolazioni redente accolsero i liberatori con grandi dimostrazioni di riconoscenza ed i reparti albanesi fraternizzarono subito con i fratelli strappati alla tirannia greca. Le dette popolazioni ebbero immediatamente i primi aiuti dalle truppe dominatrici che sorpresero le bande greche, a capo delle quali erano stati posti alcuni fra i peggiori persecutori della gente di Ciamuria, che da tempo spargevano il terrore fra le popolazioni costringendole a consegnar loro i pochi generi necessari al sostentamento. L'Imperversare del maltempo Un brigantaggio tipicamente greco teneva sotto il terrore quella parte di popolazione cui era stato impedito di rifugiarsi in territorio albanese e tale stato di continua preoccupazione per la vita era aggravato dalla mancanza quasi assoluta di viveri. La nostra occupazione è giunta in tempo per risparmiare nuovi dolori e più gravi sofferenze a quelle genti tanto duramente provate dalla dominazione greca. L'avanzata ha avuto il peggiore nemico nel maltempo, che da molti giorni imperversa su tutta l'Albania. Le strade sono ridotte in condizioni pessime ed aumentato notevolmente è il volume delie acque che si precipitano impetuose dalla montagna. Il nemico, da parte sua, ha provveduto a guastare strade e ponti nel vano intento di frapporre ostacoli alla nostra avanzata e per potersi addentrare in posizioni che permettano una più lunga e forte resistenza. Nel settore di Perati, il fiume Voiussa, gonfio di acque impetuose, è stato guadato dai nostri magnifici fanti die hanno trovato il ponte distrutto dai greci. Nella stessa regione, sempre sullo stesso fiume, i nostri soldati sono giunti in tempo per catturare un reparto nemico di genieri che proprio in quel momento si disponeva a far saltare un altro ponte. Anche a Kakavia, località di confine nel settore di Argìrocastro, le strade guastate ed i ponti fatti saltare in aria non hanno minimamente ritardato la marcia in territorio nemico. I reparti del genio che avanzano insieme alle truppe di punta riparano con rapidità meravigliosa tutti i danni causati dal nemico in ritirata, cosicché i servizi logistici seguono dappresso le truppe di occupazione. Le due colonne che hanno varcato il confine a Perati e Kakavia hanno raggiunto in più punti il fiume Calamas addentrandosi nell'Epiro, impegnate soltanto dalle retroguardie del nemico in ritirata. Il morale delle truppe avanzanti su tutto l'arco del vasto fronte è altissimo, l'entusiusmo è indescrivibile per i rapidi successi riportati. L'occupazione dei villaggi è stata eseguita immediatamente dalle colonne di assistenza. Indumenti e viveri vengono distribuiti largamente alle popolazioni tra fioranti dimostrazioni di devozione. Ieri sera alla radio albanese ha parlato un soldato greco fatto prigioniero nella zona mediana del fronte, là- dove operano le forze motorizzate. Un prigioniero greco alla radio Egli ha detto: i Miei connazionali greci, sono io, Anastas Nisano, che con il mio collega Giovanni Kalafati appartenevamo al 32° reggimento di frontiera e che il 29 mattina, prima del ponte sul Kalamas, mentre andavamo a prendere 11 pane per la compagnia, ci siamo visti improvvisamente circondati dai soldati italiani e fatti prigionieri. Io e Kalafati siamo ancora oggi sorpresi per il fatto che nessun superiore ci aveva avvertiti che la guerra era incominciata e noi stavamo a 18 Km. dalla frontiera. I soldati italiani ci hanno trattati bene ed un ufficiale che parlava benissimo il greco ci ha interrogati. Ora siamo qui, vicino ad Argìrocastro, ospitati in una casa-baracca, dove continuano ad arrivare soldati greci fatti prigionieri. Ho pregato gli italiani di far avvertire la mia cara moglie Lche è a casa mia a Missolungi che | io sono salvo e sto bene ed essi mi hanno detto se volevo io stes- so parlare alla radio, ciò che ho fatto volentieri. Mia moglie non ha la radio, perchè siamo poveri, ma chiunque di voi a Missolungi mi ascolta, vada da mia moglie Elena Nisano e le dica che mi avete sentito e che sto bene e che sono ben trattato; le dica anche MreKe^^rrTtoiklral™™ questa guerra tinira ira poco. « Ho visto, infatti, qui in Albania, tanti reggimenti, tanti carri armati, tanti cannoni e tanti aeroplani che non penso che la Grecia possa resistere. Davanti alla baracca dove sto cogli altri prigionieri, che è vicina alla strada, continuano a passare autocarri pieni di soldati che cantano e cannoni e viveri. Hanno lasciato venire qui stamane a offrirci delle uova le donne del villaggio greco di Dervican, che lavorano nella strada, e che hanno parlato in greco e la cosa mi ha molto commosso. Queste donne mi hanno detto che in Albania, dopo che è venuta l'Italia, si sta molto bene. Il nuovo governo d'Albania si di-jmostra molto tollerante verso ilgrecl e 11 considera fratelli, ha strada che passa davanti alla ba-ìracca è fatta di cemento ed è mol-to bella Se io penso ai miei sol- datl del 32° mi viene la mallnco- nia perchè proprio non capisco\per'chè questa "uerra si faccia.Come noi si diceva qualche sera fa sotto la tenda bagnata vicino al fiume Calamas, questa guerra è senza scopo perchè la Grecia non ha nessun interesse a fare la guerra all'Italia, che è tanto forte, come vedo qui, e invece poteva trovare il modo di mettersi d'accordo cedendo qualche cosa all'Albania ». Un aereo nemico abbattuto L'aviazione nemica ha fatto una fugace apparizione sul ciclo della zona di operazioni. Un apparecchiò nemico ha timidamente accostato verso le nostre linee: ma non ha avuto il tempo di partecipare dall'alto alle operazioni che si svolgevano in terra poiché è bastato che dalle nuvole gravide idi pioggia spuntasse la sagoma di i imi nostro caccia per consigliarlo \ad invertire rapidamente la rotta 'e fuggirei II nostro caccia ha fatilo in tempo ad indirizzare sull'incauto volatore greco una buona ^sventagliata di mitragliatrice e si ■ è vistò l'apparecchio nemico buti tarsi a capofitto fra le montagne j che limitano l'orizzonte. Piero Busatti

Persone citate: Anastas Nisano, Giovanni Kalafati, Perati, Piero Busatti