La crisi nervosa della Grecia

La crisi nervosa della Grecia La crisi nervosa della Grecia Roma, 28 ottobre. La rivista tedesca Das Ketch pubblica un'interessante corrispondenza da Atene del noto pubblicista Louis Barcata. L'articolo, datato metà ottobre, reca il titolo « Nei pressi del porto del Pireo: la grande crisi nervosa della Grecia *. La corrispondenza rileva anzitutto che, ad Atene, in alcune ore, si sente quasi con malessere tìsico l'insopportabile pressione dell'incertezza che si sop-porta più difficilmente della reaie minaccia della lotta. Si sente la crisi nervosa e la febbre di un'at-tesa senza mèta che ribolle nellevene della città. Talvolta quando l'aria è piena di voci, tutti corrono a vedere se la flotta inglese è giàentrata nel porto del Pireo, oppu-re se ancora una volta i propricaccia partono dalla stazione na-vale di Salamina «per esercitaste-ni straordinarie*. Allora si vedo- no uomini dignitosi scendere in bianchi vestiti di seta dalle lus- suose automobili e lottare per po-ter comprare i giornali ancora umidi d'inchiostro. La questione del richiamo al servizio militare occupa tutti. Il paese. tormentato da una paurosa crisi industriale, ha chiamato sot- to le. armi a poco a poco 320 mila uomini. E' molto: tutto l'esercito mobilitato non prevede infatti che 4:>(i mila soldati. Non si va volentieri al servizio militare. Non si sa infatti neppure contro chi si debba lrttare. Una classe viene congedata, due altre classi vanno ai confini. Tutto questo causa agitazione A dire il vero ciò può dipendere anche dal fatto che. nei giornali di Atene, la riproduzione delle notizie politiche mondiali avviene in una forma che soltanto apparentemente è obiettiva, mentre in realtà l'atteggiamento della stampa ha poco a che vedere con la neutralità. Essa inoltre non rende lo stato d'animo della popolazione secondo verità. Greci sagaci cercano bensì di diffondere la comprensione della difficile situazione del paese, alle cui coste, oggi come sempre, si trova minacciosa la flotta inglese. Ma la neutralità formale della Grecia ha già suscitato molta diffidenza. Alle accuse italiane non si è risposto qui co) gesto amichevole di un vicino animato da buone intenzioni che si dichiari pronto a dirime eventuali contrasti. Si è ire eventuali contrasti. Si è mobi- 1Uato. Si sono tese spiritualmente 1 c militarmente le forze greche in | una azione che prima o poi po- trebbe diventare pericolosa nel !tamP° della politica estera, ! , }ra corrispondenza parla poi niella garanzia militare ing ese a- la Gl|cia „ della minacci| di un a e blocco economico britannico. In Grecia si sa con molta esattezza che le potenze dell'Asse considerano il perdurare della dichiarazione inglese di garanzia per la Grecia come un turbamento della loro opera di pacificazione del sudest. Londra ha nel frattempo fatto capire in forma inequivocabile che una chiara presa di posizione della Grecia comprometterebbe nel modo più grave l'alimentazione del paese. Negli ultimi tempi sono divenuti sempre più numerosi i sintomi che la garanzia britannica comincia ad essere pericolosa non solo politicamente ma anche militarmente. Allorché l'Inghilterra, per la prima volta, con una nota diplomatica, fece dell'indipendenza greca una faccenda inglese, fu dato al testo una formulazione che prevedeva la decisione del paese prima che l'Inghilterra potesse intervenire: tale garanzia, infatti, doveva funzionare non appena 11 paese aggredito avesse considerato la minaccia come abbastanza seria per doversi difendere con le armi. Allorché, tuttavia, lord Halifax riaffermò recentemente la volontà inglese di venire in aiuto della Grecia, dimenticò l'aggiunta, e promise di intervenire « se la Grecia fosse stata minacciata». L'Italia, cosa evidente, non ha accolto senza diffidenza questa nuova formulazione. Cosi domanda a ragion veduta se la Gran Bretagna non possa un giorno considerare l'indipendenza della Grecia minacciata da sommergibili italiani che incrociano nelle acque di Creta, e in conseguenza non cerchi di mettere piede sull'isola. A tali domande si risponde ad Atene che una seconda dichiarazione di garanzia inglese non è mai pervenuta al governo greco e che si è fermamente decisi ad aprire il fuoco su ogni nave da guerra che si avvicini con intenzioni ostili alle coste greche. Atene è oggi una delle ultime città europee in cui gli avventurieri inglesi ancora possono tessere i loro tenebrosi intrighi. Men tre continuano i preparativi di guerra del paese, e non si vede a quale mèta si tenda, mentre l'economia di questo piccolo Stato molto esposto, povero di materie o è i e prime e senza mezzi di sussisten za. si riduce al mimmo, nuovi richiami vengono preparati. La vicinanza dell'Oriente, con la non chiarita situazione in Siria, in Palestina, in Egitto, con la minacciosa incertezza e la latente rivolta anti-inglese nei paesi arabi, dà alla città, sulla punta meridionale di Europa, il valore di una base propagandistica per la quale si combatte con ogni mezzo.

Persone citate: Greci, Louis Barcata, Salamina