La Leva Fascista

La Leva Fascista La Leva Fascista La solenne celebrazione nel quattordicesimo annua/c - In tutta Italia e nelle terre dell'Impero Roma, 21 ottobre. Nel suo quattordicesimo annuale, la Leva Fascista ha quest'anno allineato nei ranghi 1.352.716 organizzati. Tutta questa superba e fiorente giovinezza dell'Italia Mussoiiniana ha celebrato ieri, con riti di austera semplicità militare, la leva stessa. Nelle maggiori piazze di tutte le città e del paesi della Penisola, alla presenza delle autorità e delle gerarchie del Regime e di folte masse di popolo acclamanti al Duce, il « passaggio » simbolico dall'uno all'altro rango delle rispettive organizzazioni, si è svolto con quella impeccabile disciplina e con quello stile che sono tipici del Regime e che testimoniano la perenne continuità della Rivoluzione. Le varie fasi della suggestiva cerimonia sono state sottolineate dal consenso fervido ed entusiasta del popolo, che si è unito ai giovani in una stretta solidarietà ideale e fattiva sintetizzante tutto il popolo italiano lavoratore e guerriero. In Piazza di Siena Nell'Urbe il rito di giovinezza e i fede ha avuto la sua consacraione nel suggestivo verde scenaio di Piazza di Siena, in una atosfera pervasa di alta spiritualità fascista, dinanzi ad una moltitudine di Camicie Nere e di popolo acclamante. E ovunque gagliardetti e fiamme, bandiere e vessilli: mirabile policromia, sovrastante l'immensa piazza in festa. Numerose le autorità e le gerarchie convenute. Largamente rappresentato II Corpo diplomatico, tra cui l'Ambasciatore di Spagna il primo consigliere dell'Ambasciata germanica, il Ministro di Ungheria, l'Incaricato di affari del Giappone. La cerimonia è stata breve e solenne. Tre squilli di tromba precedono a presentazione delle forza. Forze armate: ufficiali 31, truppa 600. Forze di leva maschile, 35.518; femminili, 25.839; cioè 61.988 giovani, che di 11 a poco, alle bandiere, la tricolore e quella nera crismata dal Fascio Littorio che si levano lentamente, rendono l'onore delle armi. Poi dalla massa armata scaturisce, possente, formidabile, il coro delfinno Impero. Anche la folla che assiepa le tribune canta, e il canto echeggia altissimo. L'«A noi.' » che segue il saluto al Duce, si confonde, dopo, in una raffica di mitragliatrice. Si canta ora, a piena voce, l'inno dei Giovani Fascisti ritmato dalla banda presidiaria della Milizia; quindi, su un palchetto, eretto sul piazzale, salgono i rappresentanti della Leva. Da una parte: un Milite, un Giovane Fascista, un Avanguardista, un Balilla, un Figlio della Lupa. Dall'altra i corrispettivi femminili. Una Camicia Nera consegna il moschetto ad un Giovane Fascista; un Giovane Fascista dà il fazzoletto dai colori di Roma ad un Avanguardista; questi, a sua volta, consegna ad un Balilla le cordelline bianche, ed il Balilla trasmette al Figlio della Lupa il fazzoletto azzurro; contemporaneamente la Donna Fascista e la Fascista Universitaria, la Giovane Fascista e la Giovane Italiana, la Piccola Italiana e la Figlia della Lupa si salutano reciprocamente. Infine, le coppie scambiano tra loro un abbraccio. Ed ecco le parole del giuramen to, diffuse seccamente dagli alto parlanti: « Nel nome di Dio e dell'Italia, giuro dì eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze, e, se è necessario, con il mio sangue, la causa della Rivoluzione Fascista. Lo giurate voi.»». « Lo giuro! ■», è un urlo, un urlo solo, che vibra da tutti i petti. Gli armati presentano le armi. I tamburi dei Balilla Moschettieri rullano. Uno sciame di candidissimi colombi vola, su, in alto, verso il sole ormai riapparso tra la nera confusione delle nuvole. La mitragliatrice fa nuovamente sentire la sua voce. In Albania A Tirana, la cerimonia ha avuto luogo nella sala del Teatro «Savoia », presenti il Luogotenente generale, il Presidente del Consiglio dei Ministri, i membri del Governo, l'Ispettore del P.N.F. in Albania e le altre cariche civili, militari e religiose dello Stato. Dopo il saluto al Re e Imperatore e al Duce, un Avanguardista albanese ha pronunciato un vibrante indirizzo in cui, dopo aver detto che l'Albania festeggia la prima Leva Fascista mentre le Potenze del l'Asse combattono la loro eroica guerra di liberazione dal giogo inglese, ha affermato che la gioventù albanese è perfettamente conscia della solennità dell'ora nella quale questo rito di fede si compie. Dopo la lettura del messaggio, che e stato accolto da vibranti acclamazioni, è stata letta la formula del giuramento, cui tutti gli organizzati della Gioventù albanese del Littorio hanno risposto con un poderoso: «Lo giuro!». Anche nell'Impero e nei Possedimenti, la Leva Fascista ha dato luogo a dimostrazioni di prò fonda dedizione al Regime, fra alte acclamazioni al Re Imperatore e al Duce. avtzgpndRvDhddoslLLrlchnrpndvtbtdipcqtdnel8pszqlevsvormrfztNL

Persone citate: Duce