Churchill si decida!

Churchill si decida! Una nota della «Aroi» Churchill si decida! Roma, 9 ottobre. Nel suo odierno numero l, la AROI (Agenzia romana di informazioni) si occupa tra l'altro del discorso di Churchill, definendolo un misto di sfacciate falsificazioni e di ammissióni involontarie. Il signor Churchill, parlando di una eventuale lunga o lunghissima durata della guerra, ha creduto opportuno toccare il tasto di «avvenimenti futuri» clic non sarebbero stati previsti da Mussolini quando l'Italia — secondo Churchill — dichiarò guerra ad una Francia ormai moribonda. Il Primo Ministro britannico riprende anzi la frase della « pugnalata ] nella schiena »; e se la sua cuìtu\ra storica fosse maggiore, si saprebbe senza dubbio rifatto a Maramaldo, uccisore di un uomo ]morto. Per quanto gli avvenimenti ■connessi al nostro intervento sia' no così vicini che la bassa ingiu]ria di Churchill non ha alcuna probabilità di trovare credito, neanche negli, strati più rappresentativi della tradizionale stupidità inglese, non sarà male ricordare, una volta per tutte, quale fosse la situazione allorché l'Italia — il 10 giugno — entrò nel conI f?itfo contro la Francia e la Gran [Bretagna. La Francia non era affatto fuo-ri combattimento. La Loira non era stata abbandonata. A nord, l'esercito francese, pressoché in-tatto e potentemente armato, sta-va schierato a battaglia sulla co- sidetta linea Wei/gatid. che la prò- paganda inglese del tempo defini-va insormontabile. Al centro, lailinea Maginot non aveva subì totalcuna intaccatura. A sud, lungoVincomparabife baluardo naturale delle Alpi rinforzato da centinaiadi fortificazioni permanenti, nes- «un reparto risultava spostato dalposto di resistenza assegnatogli. Si aggiunga che tanto nell'AfricaSettentrionale quanto nell'Orien-tale. l'Italia aveva di fronte — ac-canto alle forze inglesi — le m-fittiti forze coloniali della Fran-cut, dalla Tunisia a Gtbuti La massima parte della flotta fran-cese si trovava uel Mediterraneo.Ali indomani della dichiarazione diguerra — Il giugno — incornili- ciaroiio le operazioni tra Franciae Italia oltreché tro„Itulia e Gran Bretagna, per mare e per aria. Ibombardamenti e gli scontri „ero-navali si moltiplicarono dalla Lì- guria a Tolone, dalla Corsica a Biserta. E quando il 21, le opera-zioni si estesero in grande stile al fronte terrestre, 1 partecipanti al- la tanaglia dei quattro giorni sulle Alpi incontrarono, in ognipunto, una resistenza accanita di cui ebbero ragione a prezzo dieroismo e di molto sangue. Al termine della prima decade di giugno, nessuno, nè in Italia nè in Gran Bretagna, avrebbe potuto prevedere la rapidità — senza precedenti — del collasso francese. Si conosceva la formidabile efficienza delle armi germaniche e il valore dei soldati del Reich, ma nulla, assolutamente nulla, auto ri zzava a credere che, ad un dato momento, sulla via di Parigi, Vesercito della Repubblica che veni va esaltato come il più bello del mondo, avrebbe deposto le armi 3 si sarebbe arreso a masse di mi Moni di prigionieri. Entrando in guerra, l'Italia era sicura — certamente — che la Francia sarebbe stata sconfitta: ma senza assegnare a tale scon[fitta una data,'e soprattutto una fata così prossima. Ne era sicura, allo stesso modo di cui era ed è sicura della sconfitta britannica, per quaic non frsinerà sforzi nò sacrifici a lato della Germania, u si wr Churchill è pregato di „ ,„,, „... . * J ; decidersi: o egli cede a quanto va l,red'cnndo c,rca la strapotenza, la invulnerabilità, l'invincibilità del le forze imperiali inglesi (affiancaie dai «lìberi francesi») ed al lora non si vede come egli possa n..nUf{rnrp i>int„.„p„tn i*Ìjia„_ q„.,r™!?„J inte'^ent° italiano a'tnmen*1 cfte ardlto e temerario; 0 non cl crede, ed allora reputa — anche luì! — perduta in par[tenzn la propria partita.

Persone citate: Churchill, Mussolini