Turchia e Grecia sole superstiti dell'Intesa balcanica

Turchia e Grecia sole superstiti dell'Intesa balcanica Turchia e Grecia sole superstiti dell'Intesa balcanica Budapest, 3 ottobre. Il Ministero della guerra greco congedata la classe 1914 ha chiamato alle armi quella del 1909 così continuando il sistema di mantenere addestrato il maggior numero possibile di truppe; malgrado l'alternarsi dei richiami e dei congedi a poco a poco la Gre- eia ha finito per portare gli ef ^^videH esercito a circa 320 mila uomini. In Bulgaria soprat tutto, le misure militari del Governo di Atene vengono seguite con molta attenzione e la stampa bulgara mentre esprime la speranza che dopo la Romania anche la Jugoslavia abbia a decidersi ad abbandonare l'intesa balcanica non omette di sottolineare come fa la Zora che turchi e greci danno prova di voler rimanere fedeli a quel patto lasciando almeno sussistere la loro alleanza militare. Alle Olimpiadi balcaniche che si inaugureranno sabato prossimo a Istanbul non parteciperanno questa volta che turchi, greci e jugoslavi. Di attività politica nella Turchia da un po' di tempo non si parla. Per la cronaca si può comunque segnalare che l'ambasciatore turco a Mosca è ripartito per la sua residenza dopo un soggiorno di qualche settimana ad Ankara e che il nuovo ambasciatore russo ad Ankara, Vinogradoff, presenterà nei prossimi fiorni le sue credenziali al presiente Ismet Ineunu del quale intanto si apprende che farà presto visita ad Alessandretta. Il giorno 20 ottobre avranno luogo in Turchia le operazioni di censimento organizzate con i so- del mattino fino al momento in cui un colpo di cannone o la radio non avranno annunziato la chiusura delle operazioni nessuno potrà uscire di casa a meno che non sia munito (come ne saranno muniti i diplomatici stranieri, i giornalisti e gli addetti alle officine del gas e dell'elettricità) di uno speciale permesso. I negozi ogni genere resteranno chiusi tutto il giorno e i giornali potranno essere venduti solo fra le 5 e le 7 antimeridiane. Se le cose pro¬ cederanno sveltamente l'arresto a domicilio della popolazione dei- liti criteri radicali: a Istanbul ad esempio per facilitare il lavoro dei funzionari dalle cinque del l'antica capitale finirà verso le ore 14. Per via Istanbul si apprende che nel Gran Libano a motivo della crisi delle esportazioni nelle ultime settimane il numero dei disoccupati è salito di 15 mila, cioè di quasi tutti i lavoratori del porto e degli operai e impiegati dei grandi calzaturifici di Beirut che non possono più rifornire i mercati del Levante e in particolar modo la Palestina. Al tempo stesso il Gran Libano difetta seriamente di riso che prima veniva dall'Egitto nonché di zucchero. La polizia e i tribunali cercano con la loro attività e severità di intimidire gli accaparratori i quali nascondono la merce per far salire i prezzi; alle gravissime pene pecuniarie si accompagna il sequestro dei prodotti. I. Zingarelli