La trionfale entrata dei bulgari in Dobrugia di Alfio Russo

La trionfale entrata dei bulgari in Dobrugia La trionfale entrata dei bulgari in Dobrugia Acclamazioni popolari al Duce e ad Hitler a r — a o a e e e e (DAIi NOSTRO INVIATO) Balclk, 21 settembre. Il cippo di frontiera della Dobrugia, tozzo e nero in mezzo a una strada polverosa, è stato abbattuto stamattina fra un turbine di evviva e una pioggia d'acqua benedetta che i preti ortodossi spargevano sulle teste accaldate dei soldati bulgari. Un colonnello romeno, solo spettatore fra tante miglisia di protagonisti, disse qualche parola al comandante bulgaro, non di benvenuto ma di speranza che. riparata l'ingiustizia, i due popoli diventino amici e fratelli; poi parti mentre gli evviva e le canzoni riempivano la tacita terra e i radi casolari squallidi per l'ultima rapina. E' stata una marcia allegra di soldati, un'accoglienza calorosa, una ininterrotta acclamazione fino a Balcik e a Tutrakan. due piccole città l'una sul Mar Nero e l'altra sul Danubio, la prima elet ta e amata dalla Regina Maria di Romania dove essa fece deporre il suo cuore che ora è stato portato in un castello romeno, l'altra fortezza antica, che i bulgari tennero validamente contro i nemici. Una nazione sulla croce Questa Dobrugia è un pezzo di terra persa fra Danubio e Mar Nero, chiusa e silenziosa, che, scolari, conoscemmo nei versi di Ovidio, terra — disse il poeta — inospitale e selvaggia come nessun'altra: ma gli pesava allora nel cuore l'amarezza dell'esilio. Per i bulgari la Dobrugia è aurea, ricca di messi, terra dell'abbondanza. «Slntkn Dobrugia, dolce Dobrugia», dicono; e cantano un inno dobrugiano che è pieno d'amore e di trepida attesa, un inno che abbiamo sentito cento volte durante il nostro viaggio. Ci hanno fatto partire l'altra mattina da Sofia per Varna, un viaggio lunghetto ma lieto e sereno. Ad ogni stazione una folla di scolari e di paesani cantava, appunto, l'inno della « nostra cara, dolce Dobrugia»; accompagnava il canto una musichetta che ragazzi e ragazze suonavano d'impegno con stridule trombe. Accoglienza agreste e piena di agreste fragranza. Dopo tre o quattro stazioni, il nostro vagone era carico di pane bianco e di formaggini freschi, d'uva e di fiori. Siano arrivati a Varna che pareva tornas simo dal mercato. Ci portarono in un albergo che prima era un con vento di monache, su una collina quasi a picco sul mare, in mezzo ad un vasto parco. Una chiesetta nascosta fra gli alberi non si vedeva, ma si sentiva dal suono della campanella e dall'odore dei ceri. Voi sapete pressapoco la storia di questa terra, che poi è un po' la storia della Bulgaria, la quale, battuta nella seconda guerra balcanica, dovette cedere, appunto col Trattato del '13, la Dobrugia alla Romania. Il tentativo di riac mata bulgara che. presa la Do ibragia contro romeni e russi, do- ! vette poi lasciarla per il Trattato ldi Neuilly. Da quel eiorno la Bul.garia. messa in croce, con i chiodi ì confitti nella carne viva, è diven quistarla nella guerra mondiale, falli malgrado il valore deU"A.rDczèfTf! tata revisionista; povera, lacera e j un po' affamata, non ha mai di- !Lpniiratn Ip mnr» mèmbra dpi iI menticato le sparse membra del ' suo corpo nemmeno fra le soffe- ; | renze di una lunga miseria, fra lej | discordie e le amarezze partigia- ne: debole e sbrindellata, non ha^ potuto mai alzare la voce nemme- no per gridare un saluto ai suol ,!figli perduti. Crocifissa a Neuilly, - i chiodi le furono ribaditi rial trate tato dell'Intesa Balcanica che non oI aveva altro scopo che di ripetere o n e - gara non ha mai ceduto un poi - lice del suo terreno. Cosi, in pochi giorni, la Bulgaria ha avuto ciò iche chiedeva da ventisette anni. il principio antfrevisionlsticò del le Potenze arricchite impensatamente e immeritatamente. Ma via via che la forza dell'Italia e della Germania cresceva, ecco che cresceva la speranza bulgara. Deve essere detto che, , malgrado i tentativi inglesi di toa gliere la Bulgaria dal campo delle -(potenze dell'Asse, la politica hul- a e a i e o e e a II dissidio bulgaro-romeno è durato giusto ventisette anni e si è risolto in quattro giorni di trattative che hanno sancito la restituzione della Dobrugia alla Bulgaria. Questa Dobrugia bulgara è dunque un pezzo di terra persa fra Danubio e Mar Nero, grande poco più di ottomila chilometri quadra ti e si chiama « meridionale » per distinguerla dall'altra, < setten trionale * che appartiene alla Ro mania e finora non è stata ambita da nessuno. Ha visto migrazioni di popoli, invasioni, devastazioni infinite; poi 1 bulgari vi ristettero, coltivarono i campi a grano, tennero gregge numeroso e. senza arricchimento, vissero sobrii e felici come tuttora vivono. Attaccati alla terra, restarono fedeli alla patria malgrado 1 tentativi di snazionalizzarli, malgrado i soprusi e le angherie ai quali sono stati sottoposti in questi 27 anni. Gli etnografi romeni hanno fatto della popolazione bulgara in Dobrugia una specie di fisarmonica: una volta erano 50 mila, un'altra appena 30 mila, per raggiungere, in altre statistiche menò feroci, il numero di 70 mila. Ma la verità è un'altra: dei 300 mila abitanti della Dobrugia meridionale, più della metà sono bulgari, un po' turchi, un po' tartari e. un po meno, romeni, forse il tre per cento. Il diritto bulgaro è palese: è 11 diritto della nazionalità; ma vi è anche un altro diritto, quello di vivere. La Dobrugia meridionale è il granaio della Bulgaria; e Varna. che era monca, avrà ora spazio per 1 suol commerci e pane per la sua gente. La catena spezzata Come si sa. l'occupazione della Dobrugia è stata prevista dall'accordo di Craiova da effettuarsi a zone. Oggi, appunto la prima zona è stata occupata dal vecchio confine fino a Balcik da un lato e a Tutrakan dall'altro, una piccola fascia che è un'aperta terra con qualche rado villaggio e con due cittadine: appunto Balcik e Tutrakan. A Balcik i bulgari sono giunti per mare, con una nave scortata da due caccia. La cittadinanza, che ha ottomila abitanti, è stata occupata in qualche minuto; i soldati sono passati in mezzo alla gente acclamante che lanciava fiori, gridava evviva e cantava inni di gioia e di ringraziamento. A Tutrakan, invece, l'occupazione è stata più guerriera; sono slati commemorati i soldati bulgari morti combattendo nella citta e nella fortezza, e la radio ha diffuso per tutta la Bulgaria la cerimonia che la gente ha ascoltato in silenzio e a capo scoperto. Il 23 e il 25 saranno occupate le altre due zone e cioè: Dobric, il capoluogo della regione, e Silistra, sul Danubio, punto terminale della Dobrugia bulgara. La prima catena di Neully, dicono i bulgari, è stata rotta con poco schianto; era arrugginita e male intrecciata dalle vecchie mani che l'avevano posta intorno al collo della Bulgaria. Questo risultato, ha dichiarato oggi alla Camera il Presidente del Consiglio, Filof, durante una solenne seduta, non sarebbe stato raggiunto senza il convegno di Vienna, senza l'assi j conino ai^i^^^Ya^!*te"fa <? 1 „,?M„ iaatn «i- iGermania, non sa.rebhe stato rag ^rmanii^ non sairenne Riato rag> ; £ umo '? S~„„«lr^Sw jr'11 «aiiani e ì germanici comnax >"„„' .^.wifS Fii-Soii» JfiiL' ^nno acclamato ali iiaiia^eq alia ò . a , e - Germania nelle persone dei loro Ministri presenti alla seduta Ma non soltanto i deputati hanno inteso la verità delle parole del Presidente del Consiglio, bensì l'intero popolo bulgaro, che mostra, in mille modi, la sua gratitudine ai due grandi popoli che combattono per la liberazione dell'Europa e per il nuovo ordinamento di questa vecchia e glorio sa Europa. Cosi gli addetti milita ri italiano e tedesco, che accompagnavano stamattina le truppe bulgare in Dobrugia, sono stati por tati in trionfo dai contadini e dai soldati. I giornali consacrano intere pagine all'Italia e alla Germania amiche; il popolo non manca di unire ì nomi del Duce e del F'ìhrer, al nome di Re Boris di Bulgaria. Alfio Russo

Persone citate: Dobric, Duce, Hitler, Re Boris