Lo spirito e i muscoli

Lo spirito e i muscoli La marcia della giovinezza Lo spirito e i muscoli // brillantissimo bilancio di un'importante prova: il trasferimento a piedi di 20 mila giovanissimi volontari per un percorso di circa 430 chilometri e i (DAL NOSTRO INVIATO) 14 settembre. La « marcia della giovinezza » volge al termine. Ancora due o tre giorni e gli ultimi battaglioni avranno raggiunto le dislocazioni previste, dove i primi delle due colonne sono arrivati diggià. Non occorre attendere per abbozzare un bilancio, ottimo sotto ogni punto di vista. Il successo però era scontato.In anticipo. Il trasferimento a piedi di 20.000 volontari giovanissimi, dalle rive del Tirreno all'Adriatico per un percorso oscillante tra i 420 e i 430 chilometri, non era un tentativo temerario e nemmeno seminato d'incognite. La robustezza fisica degli arruolati e, soprattutto, il loro entusiasmo, garantivano il successo di iniziative anche più ardue. La marcia, ideata e voluta dal Duce, aveva i seguenti scopi: allenamento a lunghi trasferimenti e selezione fisica dei volontari; far conoscere la fierezza e la prestanza dei Battaglioni G.I.L. alle popolazioni del territorio attraversato: far conoscere ai volontari le popolazioni e i paesi dell'Italia settentrionale; eseguire una manovra dì mobilitazione logistica dei Comandi Federali. Selezione fisica Tutto, ciò è stato raggiunto con la più completa soddisfazione di ogni settore. La macchina si è messa in moto ed ha funzionato con tale perfezione che gli elogi affidati all'aggettivazione più entusiastica si accosterebbero alla realtà senza definirla. A dover pròprio scegliere un aggettivo tra tanti, io credo che converrebbe ipavdccnqgsmbgntlaootddsuAnr1traiu« ammirevole » nel significato let-|terale di spettacolo che allieta l'animo, senza tuttavia stupirlo in!quanto esso sapeva già che redu- cazione fascista dei muscoli e del lo spirito non poteva forgiare una giovinezza diversa. E passiamo adesso a un rapido esame degli scopi prefissi e dei risultati raggiunti. Primo. Allenamento a lunghi trasferimenti e selezione fisica. Il lungo trasferimento è una questione, nello stesso tempo, di muscoli e di anima, influenzabili a vicenda ma credo che l'anima faccia premio su i muscoli. I Macedoni di Alessandro Magno che si rifiutarono di proseguire nella conquista della terra dopo avere percorso un diciottomila chilometri (senza tener conto delle deviazioni ) non denotavano una stanchezza muscolare facilmente riparabile ma una flessione dello spirito. Essi non volevano più « veder grande », respirare eroismo, stupire il mondo. La stessa fulmineità del successo, al quale non erano preparati, fini per impressionarli e la sua immensità per abbatterli. Nel caso nostro, l'« allenamento ai lunghi trasferimenti » va quindi inteso nel senso imperiale di abituarsi, e di ambire, a panorami di gran mole, scontenti del piccolo per trarne incitamento all'eccezionale. Sotto questo punto di vista, i giovani possedevano già un'educazione ade guata, te stessa del resto che li aveva incitati ad iscriversi tra i volontari con fervida impazienza e saltare così, di colpo, parecchie classi per la promozione ad uomini. E uomini fascisti che è qual- cosa di più. Quanto alla selezione fisica, essa aveva già avuto esamiìpreliminari rigorosi, prima all utto!della domanda, e più ancora al- l'atto dell'arruolamento per impe- dire che un malinteso sentimenta- j liamo tendesse a sorvolare, in no-i me dell'idealità, sulla minore ro-.bustezza, pietra angolare della razza e sulla quale 1 Romani non' transigevano. Chi è destinato al- l'Impero deve essere sano e, se .di statura imponente, anche meglio. Il clima sportivo del Fascismo che ha restituito al corpo 1 impor- tanza che merita, non crea sol-|deSh aUe^ma accresce la solidità media della struttura h- sica. E citerò un caso tra tanti.]Durante la «marcia della giovi-;nezza» un volontario del batta-!elione « Genova "—uno come tan- buone « genova » — uno Lume idii iti — è caduto slogandosi un brac- j ciò. Alle affettuose premure ael|superiori e dei camerati, ha assi curato di non essersi fatto nulla ed ha continuato a marciare per altri tre giorni senza tradirsi finché l'eccessivo gonfiore lo ha costretto alla resa. Ricoverato all'ospedale, a ingessamento avvenuto, na implorato di poter finire la marcia, sino all'ultima tappa. Non si cammina mica con le braccia ed infatti, liberato dallo zaino, egli potè proseguire. Tra i giovani e il popolo A riprova della robustezza fi- sica, basta guardarli, questi gio- vani, alla libera uscita, dopo mar-|cie anche lunghissime come quel- ,la di 44 chilometri da Melazzo ad1Alessandria, odopo i 56 chilometri Vda Crema a Brescia compiuti inj 26 ore: si direbbe che ci mettano; una certa civetteria a sfoggiare la i disinvolta freschezza dei loro diciott'anni, niente affatto appesan-l titi dallo sforzo. E' privilegio dei1 giovani gettarsi il passato allei spalle, anche se in forma di chi- j lometrl. Su diecimila giovani del I Raggruppamento, soltanto 66 hanno :dovuto rinunciare alla marcia per[ incidenti vari. Poco più del mezzo per cento. Secondo scopo: far conoscere alle popolazioni dei territori attraversati la prestanza e la fierezza dei Battaglioni G.I.L. Lo spettacolo in se stesso non è nuovo. L'eccezionalità consiste nella selezione rigorosa che ha portato all'inquadramento di alcuni tra i migliori. Dico « alcuni » perchè norr si tratta che di un campionario li mitato a un numero ristretto di battaglioni. Quelli rimasti fuori, gli « sfortunati ,> come dicono, sono i più. E lo spettacolo che sintetizza la realtà mussoliniana dell'Italia nuova è tra i massimi che ad occhio umano sia dato vedere, ove si rifletta, soprattutto, che ogni giovane volontario rappresenta una famiglia volontaria, essendo indispensabile all'accoglimento della domanda, l'approvazione scritta dei genitori. Ho sott'occhio una ■ lettera inviata dal fascista Angelo Zanoletti di Cosenza, al generale Montagano per essere arruolato lo stesso, benché sia del 1923. Dopo essersi scusato di saltare i gradi intermedi della gerarchia, egli scrive : « Mi rivolgo a Voi perchè sicuro che nessuno può comprendere meglio al febbre che mi brucia verso questo ideale, il cui coronamento sarebbe per me un altissimo onore ». Nella stessa lettera i genitori Ludovico e Maria aggiungono: « Dei sentimenti di nostro figlio siamo orgogliosi, accogliete la sua domanda e accettate da parte nostra i più deferenti segni di devozione fascista ». Terzo. Far conoscere al volon tari le popolazioni e i paesi dell'Italia settentrionale. A coloro, beninteso, delle altre province che non li conoscevano. Per gli altri è un completamento della conoscenza. Essi sono passati dagli abrupti paesaggi del corrugamen- uste|to alpino, spezzati da crepacci, da orridi e da torrenti scroscianti, !alla quiete geologica della valle padana dove i fiumi sci padana dove 1 fiumi scivolano ver so il mare con atteggiamento da poeti. Dovunque hanno però veduto un'intensa laboriosità, anche più generosa dove la terra risponde con avarizia di frutto. E le popolazioni? Abbiamo già ripetutamente descritte le accoglienze entusiastiche delle città, dei villaggi e delle borgate ma ci sembra che nessuna sintesi le possa riassumere meglio di questa frase scritta da un volontario a sua madre: < Dappertutto ci hanno accolto come figli... ». Mobilitazione logistica Quarto. Eseguire una manovra di mobilitazione logistica dei Comandi federali, ai quali eia riservato il compito di organizzare le soste nelle località di tappa comprese nel territorio della loro giurisdizione, provvedendo al vettovagliamento, al servizio idraulico, al servizio sanitario e di assistenza varia. Tutto ciò è stato disimpegnato con quella solerzia che conosciamo e con l'affettuosità naturale di una gerarchia che cura nella G.I.L. la pupilla del regime. Bilancio ottimo, dunque, come si diceva, e al quale si deve aggiungere l'effetto propagandistico. La marcia dei due raggruppamen ti è atata caratterizzata da una ressa di postulanti, i quali chiedevano con insistenza l'arruolamento immediato senza riguardi alle formalità ufficiali. Il loro entusiasmo costituiva da solo un titolo a, pieno dritto. Un sergente reìduc% dalla spagna, munito di due !(lecorazioni bvaiore, ha chiesto dJ essere arruolato come semplice volontario e, di fronte al riluto, j per potel. jnsjstere ancora, ha Bei ,uit0 a piedi la coionna tla A,P!!. .;sandria a Sant'Angelo Lodigiano, Cesare Bissolotti, di Brescia, è ' a pato di casa pel. raggiungere u fratello privilegiato, e tra scurando j. suoi 12 anni che co stituivano davvero una piccola eSagerazione. Due giovani fascisti son* venuti a iedi da Barl pel. ot. |lenel.e un arruolamento che, at traverso ie trafiie burocratiche sembrava impossibile... E l'elenco ]potrebbe continuare. ;' . . .„ .„ . „ !..La.provala dimostrato la bon- *à del metall° e la sua stragrande i. ...... TnK_ ,„ 0.:r.ver,f,-, j disponibilità. Tutta la gioventù |t^S»A™«*^?»^i«uJS£ Non giusto chia massima secondo la quale , quando si è veramente giovani |)0 sj è a lungo » e sfoggiano, sen ,7.a millanteria ma con forza nu1 turale, una seconda giovinezza ri Vogliosa almeno quanto la prima, j ; i l 1 i j : l'Urbe, in data 14 settembre, re [ca: nati n. 72, morti 30. "mino^ie^ battimento; nessuno vuol essere assente nel momento in cui il Duce completa l'Italia grande, prospera e potente da Lui promessa a chi Gli credette e donata agli increduli. Ma, accanto ai giovani per diritto d'età, meritano ricordo anche i vecchi-giovani che l'età trascurano. Intendo dire gli ufficiali che inquadrano questi battaglioni — anche loro tutti volontari — e quasi tutti ex-combattenti di una o più guerre. Essi dimostrano lu '■ gius : ammirevole » dell'intero quadro ' Antonio Antonucci Città che fioriscono Roma, 14 settembre. Il Bollettino demografico del l'avere scritto

Persone citate: Alessandro Magno, Angelo Zanoletti, Antonio Antonucci, Barl, Cesare Bissolotti, Duce