Untore economico della Dobrugia bulgara
Untore economico della Dobrugia bulgara Untore economico della Dobrugia bulgara La Dobrugia meridionale che i romeni hanno restituito ai bulgari è una delle più fertili regioni agricole della penisola balcanica. Tutti contadini in quelle province: soltanto in cinque piccole città, Dobritsch, Silistria, Tutrakan, Baltschik e Kavarna, le categorie commerciali ed operaie hanno una modesta rappresentanza. Il territorio della Dobrugia meridionale comprende ottomila kmq. e 400 mila abitanti dei quali oltre quattro quinti vivono nei villaggi. La zona agricola si estende per circa 800 mila ettari dei quali 550 mila campo, 107 mila foreste, 70 mila prato e 10 mila vite. Sino alla fine dello scorso secolo la Dobrugia bulgara era Paese particolarmente dedito all'allevamento del bestiame, soltanto da alcuni decenni si è trasformata in un importante centro cerealicolo, favorita in questa sua trasformazione dal clima e dalla situazione geografica. Già prima della guerra del 1913, la regione, che rappresentava appena l'8% del territorio bulgaro, disponeva del 30% di tutte le macchine agricole del Paese. La Dobrugia meridionale esporta in media, due milioni e mezzo di quintali di cereali ogni anno. Secondo le statistiche romene del 1937 la produzione del grano è di 1,6 milioni di quintali, del granoturco di 1,1, di altri cereali minori (orzo, segala, avena) di 1,8 milioni. Sviluppata è anche la coltivazione di piante industriali: cotone, tabacco, soia, ecc. Il valore annuale dei prodotti della terra è calcolato in circa 350 milioni di lire. Quanto al patrimonio zootecnico, secondo vecchie statistiche, esso ammontava a circa un milione di pecore, 166 mila bovini, 80 mila cavalli e soltanto 25 mila porci, dato che un'alta percentuale della popolazione è maomettana. Gli addetti a lavori industriali sono circa cinquemila e l'industria più importante è quella dei mulini.
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