Il battaglione volontari "Torino,, incontrato dal Federale presso Brescia di Angelo Nizza

Il battaglione volontari "Torino,, incontrato dal Federale presso Brescia Ima. wnarcia tSella. cjioviMzexxa Il battaglione volontari "Torino,, incontrato dal Federale presso Brescia In testa ai giovani il Gerarca partecipa alla sfilata delle balde schiere « Le acclamazioni del popolo ed i fiori delle donne bresciane II nostro Inviato ci telefona da Broscia : Zaino a terra, dopo la marcia notturna. Nel mattino, il cui ciclo è solcato da una cavalcata di nubi giomarosnopasulla strada ancor bagnata di " pioggia, i Giovani Fascisti Zibe-1/onrati dal peso dello zaino, il mo schetto o la mitragliatrice leggera appoggiati sul fardello, si prendono un po' di ricreazione. Spìrito altissimo, allegria, scoppiar dì risate, echi di qualche consone, un rimbalzare di ritornelli i cui motivi vengono ancora dalle trincee della Grande Guerra di 22 anni fu, a dimostrare come si perpetui, con immutabile fiamma, una tradizione eroica, forgiata nel sangue e nel fuoco, nata dal popolo che, unico al mondo, sa dare i più arditi, sobri, duri fanti della Terra. I nostri ragazzi Questi giovani parlano piemontese. Sono i nostri ragazzi, il flore della nostra gioventù, accorso in questi battaglioni, infiammato dal volontarismo, smanioso di vivere da protagonista la grande ora d'Italia. Fra questi giovanotti di Torino, di Asti, di Cùneo, si sente 10 spirito del popolo migliore, si vede il risultato di diciòtto anni di Fascismo, di quasi quattro lustri di clima Mussolinìano, si percepisce senza sforzo di ricerca, senza vano studio di motivi retorici quella che è l'anima autentica dell'autentico popolo. Poiché questi ragazzi piemontesi sono popolo: giovani operai fuggiti dalle officine, rurali che hanno abbandonato il cascinale paterno per correre ad offrire alla Patria Fascista il loro braccio, per chiedere il supremo onore di combattere. Non hanno subito la prova del fuoco. Ma a nessuno e dato supporre anche per un istante che, se dovessero essere saggiati nel rovente cimento, non saprebbero essere all'altezza dei nomi simbolici con i quali hanno battezzato le loro formazioni: Battaglione della morte, Disperata, nomi da Arditi e da Squadristi, nomi fatidici del coraggio e dello sbaraglio. Hanno camminato tutta la notte, gli 800 giovani del battaglione Torino. Vengono da Orzinovi. Il loro comandante, maggiore degli Alpini Castagneto, ha fatto dare la sveglia alle 11 di ieri sera, la partenza a mezzanotte. E con una marcia di una trentina di chilometri, questi ragazzi sono ormai quasi alle porte dì Brescia. Ma quest'andatura non ha nulla di eccezionale. Tutti noi abbiamo seguito col pensiero, giorno per giorno, la « Marcia della Giovinezza ». 11 battaglione Torino ha. tenuto un'andaìura da primato: 850 chilometri in 1S giorni di marcia. Ora allegramente i ragazzi si rifocillano ad un posto di conforto organizzato dal Comando Federale G.I.L. di Brescia. Le Donne fasciste distribuiscono bibite, uva, panini. Stanchi? Nemmen per sogno. Bene svegli e tutti in piedi, divisi nelle tre compagnie formale una a Cuneo, l'altra ad Asti, la terza a Torino. I ragazzi di quest'ultima compagnia' riconoscono ad un tratto una figura che si avvicina loro: Ferretti, il Federale di Torino. Dai gruppi si levano grida festose. — Sono venuto a trovarvi. E' la terza volta che il Federale, durante questa brillante marcia viene u vedersi ì suoi Giovani Fascisti. Gli ufficiali e i volontari gli si affollano intorno festosamente, lo salutano sorridenti come si saluta un buon amico più che un gerarca. La voce corre, non ne manca uno. E' un levarsi di mani, un tuonare di « alala », di invocazioni al Duce. I ragazzi sentono che Torino non li dimentica. Unendo l'utile al dilettevole, sanno che l'arrivo del Federale vuol dire sigarette e cioccolato per tutti. Fanno festa anche per questo, come dei grandi fanciulli. Fra gli ufficiali, dei volti noti: oltre al comandante del III Raggruppamento GG. FF. volontari di cui fa parte il battaglione Torino, 10 squadristissimo console Candeloro oltre al comandante del battaglione l'alpino Castagnero, ci salutano con un cameratesco benvenuto lo squadrista ten. Sbardella Fiduciario del « fini *, alfiere del battaglione, il tenente degli Alpini Gotta e altri torinesi. Ma è giunta l'ora di riprendere la marcia. A Brescia insieme con 11 popolo, con tutto il popolo della leonina città fascista — finestre pavesate, gente per le strade come nei giorni di grande festa — sono ad attendere per la rivista l'Ecc. Guzzoni, comandante della IV Armata e l'Ecc. Starace, Capo di Stato Maggiore della Milizia. I volontari' del battaglione Torino si mettono a torso nudo. Sono bruniti dal sole, hanno un aspetto forte e sano, con i giovani toraci traversati dalle cinghie delle giberne o dai passanti delle mitragliatrici. Schierata sulla doppia formazione ternaria, con la fanfara nel primo rango, questa formazione di ragazzi piemontesi è bella a vedersi, dà il senso della vigorosa robustezza di questa nostra razza alpina dura alla fatica, militaresca per secolare tradizione. La sfilata In testa al battaglione che riprende la marcia verso Brescia, si pone il Federale Ferretti. I giovani sono orgogliosi di questo segno di vigile affetto della loro città. Come ne saranno orgogliosi i non pochi parenti venuti da Torino a Brescia per rivedere ' il figlio volontario. Quel figlio che, quando è venuta la guerra, non è più stato nella pelle tutto pervaso dal sogno di combattere. Un grande sogno! Prima speravano di andare in Francia e ora... Ora accetterebbero con grida di gioia qualunque destinazione su qualunque fronte, pur di non rimanere con le mani in mano mentre si combatte. Marciano, ti loro passo è quello di perfetti soldati. Se ne fermi uno per interrogarlo, lo vedi acattare sull'attenti e rispondere guardandoti in faccia, ben dritto, con le pupille chiare della giovinezza Soldati? Più che soldati: volontari! , . ■ E il popolo che capisce, che intuisce con meraviglioso acume, il popolo di Brescia che applaude, co me hanno applaudito le popolazioni lungo tutti i 200 chilometri della marciai sente che questa (onoveritbedagiaplapedegedeGumziaFemcoronogeinglmzammi mfaquchvea SigafofisLammchcogiritatatuasNpoDlinvomvescpIdsunsszsttcdqlacmpdmtogcsdsnamimmLLmstaz giovinezza ha un volto suo, un'anima sua, fresca, fremente, (ienerosa. Le ragazze bresciane nettano fiori su questa giovinezza che passa. L'eterna donna italiana anta " giovane impetuoso, ama il vo /onfario che parte senza voltarsi (oh meravigliosa epopea di ogni nostra guerra!) ed entra ncTla rovente fornace della battaglia, per ritornare più bello di una maschia bellezza. L'acqua che comincia a cadere dal cielo, fine fine, come una pioggia di spilli, non dirada la folla plaudente, lungo tutto il percorso, per le strade, nella nobile piazza della Vittoria, fino al palco ove i generali assistono al passaggio dei volontari. Sul podio sono l'Ecc. Guzzoni, comandante della IV Armata, il Capo dì S. M. della Milizia, Ecc. Starace, il Prefetto, il Federale, il Podestà di Brescia e molti generali e ufficiali superiori. Trascorre il battaglione Roma, col rullo dei suoi tamburi, a passo romano. Questi giovani hanno pernottato a Brescia. Ma ecco giungere quelli che hanno marciato la intera notte, i ragazzi del battaglione Torino. La pioggerella si è mutata in acquazzone che li sferza, con violenza accanita. Èssi marciano impettiti, sereni, come marciano i volontari, i soldati fra i soldati. Anzi, la pioggia, fa dimenticare, svanire quell'ombra di fatica che 2»'ò essere entrata in qualcuno. — Guarda Gino! Passa adesso! E' vero. Qualche mamma, qualche babbo è venuto da Torino a vedersi il figliolo. Chi parla vicino a noi è una donnetta del popolo. Si vede passare davanti il suo ragazzo, che non la scorge, nella folla accalcata sotto il portico, fisso, com'è, nell'«attenti a destr ». La mamma ha un lucore di lagrime negli occhi, lagrime di commossa, orgogliosa fierezza. I volontari sono passati. Qualche eco di fanfara risuona ancora, come una scià di questo fiume di giovinezza piena di passione. ..E' l'una. Suona il segnale orario alla radio. Due ragazzi del battaglione Torino sono presso la porta di un caffè. Aspettano la lettura del bollettino dì guerra. Lo ascoltano. I loro occhi brillano. Nelle loro pupille scintilla un lampo d'invidia. Dove si combatte? Dove si lince nel nome di Mussolini? L'ardente brama di questi volontari è una sola: quella di cimentarsi, di dire all'Italia, che li vede passare, che la giovinezza fascista è capace di scrivere la sua pagina di storia. Angelo Nizza PoALImaero(TzVI.IoAMCOAUBAIDSTNAMAMAELeCOC. ADFOOLSAREDSugeBiNApededa17i diTol'imnobech12

Persone citate: Candeloro, Castagnero, Duce, Ferretti, Guzzoni, Mussolini, Sbardella, Starace