Il trionfale ingresso di Horty nella redenta Transilvania

Il trionfale ingresso di Horty nella redenta Transilvania Il trionfale ingresso di Horty nella redenta Transilvania Scene d'entusiasmo fra la popolazione - La avanzata delle truppe oltre la "linea Carol,, (Dal nostro inviato) Nagyrad, 6 settembre. Stanotte non ha dormito nessuno: una brigata e mezzo di fanteria su piede di guerra doveva varcare l'antica frontiera romena a Bors per entrare a Nagyrad e attraversarla lasciandovi una piccola guarnigione. La sveglia della brigata è stata sveglia per la zona al di qua e al di là dei confini. Si è destata dal sogno per ventidue anni sognato da tutti gli ungheresi. I soldati sono venuti fuori dai cascinali, dai boschi, dalle caserme ed hanno formato colonne che verso le 6 si sono messe in marcia. Ufficiali, soldati, cannoni, cavalli, carretti sfoggiavano tanti fiori e pareva formassero un corteo nuziale. La colonna si è arrestata quasi subito, perchè a pochi metri dalla frontiera, i romeni ritiratisi appena stamani alle 5 avevano interrotto la strada, distruggendo un ponte, sicché il genio ha dovuto sveltamente costruirne un altro nei pressi. Seguivano ostacoli di ogni genere: sbarramenti, che si sono dovuti eliminare o ridurre, mine che sono state fatte brillare t „ t i_ „ ;r,Ht«into ai sta barriera aveva, senz'averla 1esplicata, la sua funzione di guer ra — scorre vicinissima al vecchio confine ed è tutt'altro che irrilevante. Fortilizi, reticolati, fossati larghissimi con molta acqua, com- binati con impedimenti per carri Varmati s susseguono per circa cento chilometri La sistemazione ricorda quella che il Comando francese aveva fatto dal limite della Linea Maginot in su verso il Belgio. Raggiunto il confine, l'avanguardia si è fermata. I trombettieri hanno dato l'attenti. La truppa ha presentato le armi e molti soldati e molti testimoni hanno pianto. La popolazione, già soggetta alla Romania, era accorsa sulla strada con gli abiti di festa: le donne e i bambini in costume nazionale ungherese passano a frotte. Alcune bimbe hanno gonnelline, bluse e nastri coi colori ungheresi, che sono gli stessi della nostra bandiera. Sotto il sole magnifico la scena vivacissima, policroma, solenne, è di quelle che la memoria conserva. Ho visto piangere uomini e donne, e altri non poter parlare per la commozione. Una madre pregava di scusare il figlioletto che non gridava abbastanza spesso « Viva Horthy! Viva la Grande Ungheria! », facendo notare che il bambino aveva gridato già troppo. Una popolana ha inchiodato ad un grande albero un ritratto di Horthy e poi gli ha messo davanti dei fiori. Un vecchio arringava i soldati e noi altri, contro i romeni che pare siano partiti dopo aver fatto numerose requisizioni. Riconosciuto nell'uniforme di tenente, il Ministro De Hory (che diresse la delegazione di Turnu Severin) a furia di distribuire strette di mano stava per essere tirato giù dalla macchina. Nella sosta della colonna, lanci di fiori, abbracci frenetici, inni, evviva. La gente è rimasta ad applaudire a gridare a sventolare i fazzoletti fino a tardi; fino a notte fatta, perchè la sfilata delle truppe è durata fino a stasera alle 22. Da Nagyrad gli ultimi soldati e funzionari romeni erano partiti alle 8 di'stamane; alle 9 e arrivato un piccolo gruppo di ufficiali ungherési in auto." Verso le 11, la testa della colonna, pre-ceduta da pattuglie che esaminavano i binari, è arrivata a sua volta; quindi il treno, il primo treno ungherese con bandiere, striscioni, fiori e festoni. Il genio stava già riattivando la linea telegrafica e telefonica tagliata in più punti lungo i binari. Quando l'avanguardia è passata sotto l'arco di trionfo eretto alle porte di Nagyrad, la popolazione ha letteralmente perso la testa: un urlo solo, prolungato, e poi applausi frenetici, irresistibili e nuove grida e acclamazioni senza fine. La città ha fatto la sua toletta ungherese in poche ore: in poche ore ha costruito gli archi di trionfo, ha cambiato le insegne romene di negozi, ha a un gran numero di negozi fabbricato bandiere di stoffa e dijcarta e distintivi dei quali i più semplici sono costituiti da un disco di carta colorata a matita; e poi ha eretto davanti al piedestallo dal quale ieri i romeni hanno tolto la statua equestre di Re Ferdinando, una tribuna d'onore per il Reggente Horthy e le personalità che lo accompagnano; e siccome uno stemma di Ungheria bello e grande pronto non c'era, ne è stato fatto fare uno con pianticlne e fiori. Sulle tribune e ai balconi di vari edifici sventolavano a fianco della ungherese le bandiere d'Italia e di Germania. Il Reggente Horthy è salito sulla tribuna d'onore poco prima delle 1j avendo fatto sul suo cavallo bianco ii tragitto dalla stazione alla piazza. La folla delirava: altro e di più non si può dire. Le campane a stormo provvedevano al resto. Rappresentavano il Governo quattro Ministri e si notava anche il Capo dello Stato Maggiore generale Werth. L'addetto militare italiano colonnello conte Voli era presente con l'addetto militare tedesco colonnello Krabbe. Nei discorsi gli oratori hanno ricordato Mussolini e Hitler e l'amicizia delle potenze dell'Asse e hanno, detto che è desiderio degli un- gheresi fare ai romeni il miglior 1 eLt'1" ' • Alla testa delle truppe passate in rivista dal Reggente marciava il battaglione degli Szekler, formato con gli Szekler — i cosiddetti Siculi — che per non servire nell'esercito romeno avevano delle guardie di frontiera rome ne: molti di essi hanno perso la vita cosi. Gli Szekler non portano casco di acciaio ed è per questo che il popolo li riconosce. Con l'esercito regolare sfilavano a cavallo pure contadini dei dintorni anch'essi negli antichi costumi e ognuno pareva un cavaliere antico. Ma questa terra fu mai veramente divisa dall'Ungheria? Due volte dopo l'arrivo di Horthy (che è ripartito da Nagyrad alle 18) la folla ha cantato l'inno nazionale ungherese; e pareva che per ventidue anni essa altro non abbia fatto che studiare e concertare questo inno proibito. Italo Zingarelli V^SSTS loro tora^he U lodo { y. j, ffl magiara, e sono venuti in _ h ,| rischiando ,e fucUate 1 . a

Luoghi citati: Belgio, Germania, Italia, Romania, Transilvania Scene, Ungheria