Il mistero di un cadavere che si riteneva svelato

Il mistero di un cadavere che si riteneva svelato Il mistero di un cadavere che si riteneva svelato Milano, 4 settembre. Nell'aprile 1939 alcuni ladri penetravano nell'agenzia della Banca Agricola Milanese, a Casate Novo, ma per lo squillare di un campanello d'allarme fuggirono sparando verso una automobile che attendeva nella strada; e uno di essi fu raggiunto da un proiettile. Venti giorni dopo, nei pressi di Montano Lucino, era trovato il cadavere di uno sconosciuto che si ritenne essere quello del ladro ucciso dai compagni. Si credette di poter identificare il cadavere in quello di Giuseppe Suppa, di anni 30, residente a Milano, meccanico, e di identificare gli altri come Ernesto Lorenzo Nai di 50 anni, Battista Mocchi di 27 anni, Guido De Vecchi di 37 anni, Pietro Giacomo Levati, Paolo Ercole Moro di 47 anni, Carlo Capretti di 37 anni, negoziante, Giuseppina Arosio vedova Penati di 41 anni. Il De Vecchi, il Lavati, il Moro, il Capretti venivano arrestati, gli altri erano tutti latitanti. Il Procuratore del Re di Como ha ora concluso l'istruttoria assolvendo tutti, non essendosi potuto dimostrare che il cadavere trovato a Montano Lucino fosse quello del Suppa, nè che i nominati abbiano preso parte all'aggressione di Casate Novo. Resta pertanto avvolta nel mistero la identità del cadavere trovato a Montano Lucino.

Luoghi citati: Casate Novo, Como, Milano, Montano Lucino