Come hanno agito le tre colonne

Come hanno agito le tre colonne Come hanno agito le tre colonne // bottino preso agli inglesi: centinaia di auto mezzi, artiglierie, carri armati, munizioni e viveri II Quartier Generale delle Forze Armate comunica la seguente relazione sullo svolgimento delle operazioni militari nella Somalia inglese: La conquista della Somalia ■ britannica:-era pievista dai piano-I strategico di guerra. Al giovane Impero Fascista, saldo nella sua struttura interna, civile e militare, ne era affidato il compito. Suo strumento era la nostra bene agguerrita armata coloniale, costituita da tutte le genti di tutte le razze dell'Impero, avvinte a noi, saldamente inquadrate dai nostri, potentemente fiancheggiate dalle unità nazionali dell'Esercito, delle Camicie Nere, dell'Aeronautica. Il piano d'azione Nel quadro generale dell'Impero inglese, la Somalia britannica aveva essenzialmente valore strategico per dominio delle comunicazioni tra il Mar Rosso e l'Oceano Indiano, formando sistema con Aden e Perim a sbarramento dello stretto di Bab el Mandeb. Un governatore nominato dal Re di Gran Bretagna era il comandante e l'amministratore del Protettorato, diviso in sei distretti, con una guarnigione permanente costituita da un corpo cammellato formato da una compagnia cammellata, una compagnia montata, una compagnia motorizzata e da un corpo di polizia. Dinante la guerra tale guarnigione era stata man mano rafforzata con truppe provenienti da altre regioni dell'Impero britannico (battaglioni della Rodhesia, battaglioni indiani) e con l'organizzazione di bande locali ripartite in quattro settori: settore costiero di Zeila: bande ed elementi di polizia; settore di Dobo: reparti del corpo cammellato di polizia e bande; settore centrale (Hargeisa Burao Berbera): battaglioni rodhesiani ed indiani, reparti del corpo cammellato e di polizia, bande e reparti di polizia. Il grosso delle forze gravitava nel settore centrale, a protezione di Berbera, cuore del Somaliland. Era noto che solo una pista camionabile portava dal nostro confine ad Hargeisa per sdoppiarsi qui in due tronchi affluenti a Berbera, uno per Adadleh e l'altro per Sheikh, entrambi sbarrati nella parte più alta da solide opere semi-permanenti, la cui costruzione era stata iniziata sin dal 1936. Il piano di operazioni italiano prevedeva l'impiego di sette Brigate coloniali costituite di vario numero di battaglioni e batterie, rinforzate con unità nazionali di fanteria (battaglioni Camicie Nere), unità mitraglieri, compagnie mortai, unità autoblinde, di carri veloci e di carri medii, unità di artiglieria campale e contraerea, reparti della polizia dell'Africa Italiana e da gruppi di bande indigene. Tali forze, agli ordini del generale di Corpo d'Armata Guglielmo Nasi, erano ripartite in tre gruppi: — di sinistra, agli ordini del generale di Corpo d'Armata Sisto Bertoldi: — del centro, agli ordini del generale di Divisione Carlo De Simone; — di destra, agli ordini del generale di Brigata Arturo Bertello. Concetto generale dell'azione: spingere avanti i gruppi di sinistra e di destra per fissare le ali nemiche, lanciare, quindi, le colonne centrali contro il grosso nemico e impegnarlo frontalmente c avvolgerlo. Lo sviluppo dell'azione era previsto in tre fasi: preliminare, attacco della linea fortificata, sfruttamento del successo. A fine luglio, le forze destinate all'operazione, provenienti in parte da località lontane oltre mille Chilometri per strade rese difficili dalla stagione delle piogge, avevano raggiunto le loro posizioni di partenza: la colonna Bertoldi: tra Giallo, al contine con la costa francese dei Somali, Aiscia e Aroueina; la colonna De Simone: tra Giggiga. Aubar e Garbahedli; la colonna Bertello: tra Databili', Ual Ual e Galadi. Dal 3 al 6 agosto Nella notte sul 3 agosto tutte le colonne passavano il confine che molti reparti, specie quelli della colonna Bertello, avevano raggiunto dopo lunghe e faticose inarco durate per talune unità ininterrottamente otto giorni in terreno arido, difficile, assolutamente privo d'acqua. L'aviazione precedeva l'azione delle nostre truppe, riconoscendo piste, segnalando il nemico, collegando le nostre colonne e bombardando efficacemente nei porti di Zeila e Berbera navi nemiche che presumibilmente erano giunte per portare rinforzi di uomini e di mezzi. Il gruppo Bertoldi, travolgendo rapidamente le resistenze avversarie, il 3 agosto occupava, col grosso, Dabat e, con un distaccamento, Madda, mentre una colonna fiancheggiante raggiungeva Girreh. Proseguendo rapidamente l'azione, il giorno 5 raggiungeva e occupava Zeila, mentre avviava su Dobo la colonna fiancheggiante. Il gruppo De Simone tra il 3 ed il 5 raggiungeva ed occupava l'importante centro di Hargeisa, respingendone le forze nemiche che ripiegavano sulle posizioni retrostanti, incalzate dalle nostre avanguardie. La colonna Bertello superando gravi difficoltà di terreno e di clima raggiungeva Adueina, respingendo il presidio inglese inseguito e mitragliato dalla nostra aviazione. Alla sera del giorno 6 le operazioni della prima fase, che hi di avvicinamento e dovette essenzialmente superare gravi difficoltà logistiche, erano terminate. — A sinistra Bertoldi, rassodata la occupazione di Zeila ed occupato Dobo, provvedeva alla occupazione di Loy Ada al confine con la costa francese dei somali (brigata Agosti) e ritirava sulle basi di partenza le truppe esuberanti al presidio della zona occupata. — A destra, Bertello in sosta a Adueina con i fedelissimi dubat. dopo otto giorni di marcia senza trovare una goccia d'acqua, vi si faceva raggiungere dai rifornimenti. — Al centro, De Simone, mantenendo contatto col nemico organizzava la base di Hargeisa malgrado le difficoltà opposte dalle eccezionali bufere di acqua in tutto l'Harrarino, che aveva ritoddo in pantano la pista Giggiga Hargeisa. La seconda fase TI nemico, incalzato dalle avanguardie di De Simone, aveva ripiegato su posizioni preventivamente sistemate a difesa presso i valichi che adducono a Berbera. La sua aviazione, proveniente dai campi del Somaliland e dalle basi di Aden, tentava contiti le nostre colonne infruttuose azioni ed era respinta dalla nostra caccia e rintuzzata con ardite incursioni a bassa quota sui campi del nemico. Dal 7 al lo agosto. — Il 10 agosto il nostro comando aveva ormai accertato che il nemico concentrava il grosso delle sue forze su posizioni poco a nord della congiungente Adadleh Argan: posizioni forti per natura di terreno ed apprestamenti difensivi. Le nostre avanguardie erano riu¬ scite a serrare contro lo schieramento del grosso nemico, superando le resistenze opposte da forze avversarie su posizioni più avan zate, segnatamente a passo Karrin ed al passo Godajere; potevano così precisare che il sistema difensivo nemico si estendeva per oltre 20 km. attraverso a monti intransitabili, organizzato in una serie di fortini reciprocamente appoggiatisi con incroci di fuochi formidabili per conformazione topografica, per doppio ordine di reticolati, per moltissime postazioni in caverna. Il generale Nasi completava lo schieramento per l'attacco facendo affluire la LXX Brigata del gruppo Bertoldi. Il gruppo De Simone veniva cosi a disporre per l'attacco di sei brigate oltre le truppe di rinforzo. L'attacco ebbe inizio nel pomeriggio del giorno 11 preceduto ed accompagnato dall'azione dell'aviazione che agli ordini del generale di brigata aerea Collalpi agiva con ondate successive di bombardieri sugli apprestamenti difensivi nemici e con incursioni di cacciatori, mitragllanti sui campi l'aviazione nemica. I L'avversario, sfruttando gli apprestamenti difensivi opponeva però tenace valida resistenza col fuoco, con il contrattacco, con bene organizzate azioni di artiglieria, la nostra azione riprendeva il giorno 12 e continuava accanita nei giorni 13 e 14. Malgrado le difficoltà opposte dal clima e dal terreno, manovrando sagacemente concentrando gli sforzi alle ali le nostre truppe valorose, con il valido appoggio della artiglieria ed i ripetuti bombardamenti aerei, progredivano metodicamente travolgendo successivi e muniti ordini di difese avversarle. Il giorno 15 previo violento bombardamento aereo seguito da precisa preparazione di artiglieria, la XV Brigata alla nostra ala destra conquistava di slancio gli ultimi caposaldi nemici a cavallo della rotabile per La Faruk: nel solo caposaldo n. 1 venivano fatti prigionieri tredici ufficiali ed altri militari inglesi e nel suo interno si contavano oltre 200 morti di un battaglione rodhesiano. Contemporaneamente alla sini stra la seconda Brigata travolti gli ultimi centri di resistenza del ne mico, ne avvolgeva l'ala destra. A notte gli inglesi ripiegavano la sciando sul terreno centinaia di morti e nelle nostre mani nume rosi prigionieri ed ingente quanti tà di materiale, fra cui artiglierie. Dopo 4 giorni di lotta accanita il sistema difensivo inglese era cosi completamente travolto. I tre giorni conclusivi Superata in tal modo la principale posizione difensiva del nemico, le nostre truppe proseguivano nella loro avanzata: XV Brigata su La Faruk, fiancheggiata a sinistra dalla XIII e a destra dal gruppo delle Bande Bertello con il compito di avvolgere le difese da esse investite: in riserva le Bri- mgate LXX e XIV. cL'aviazione continuava a con- tservare il predominio del cielo sproteggendo le sottostanti colon-; gne, bombardava e volgeva in fuga rinforzi nemici accorrenti infliggendo loro sensibilissime perdite ed iniziava un sistematico bombardamento delle navi da carico e da guerra che il nemico faceva affluire nel porto di Berbera srnrtmUna nostra colonna autocarra- ; tta, costituita con elementi volon tari, tratti da tutte le Forze armate, da un battaglione di Camicie Nere e da uno indigeno, agli ordini del luogotenente generale Passerone, partita da Zeila, raggiungeva nel frattempo Bulhar, lungo la strada costiera che da Zeila conduce a Berbera. Il Gruppo De Simone presto urtava, presso La Faruk, con il secondo sistema difensivo, anche esso munitissimo di reticolati trincee e caverne, sul quale ave-! vano ripiegato le truppe sconfitte I e dove erano affluiti gli ultimi rin-1 forzi disponibili nel territorio del la Colonia. Il 18 agosto anche tale ultimo baluardo inglese, investito frontalmente e avvolto alle ali, veniva sfondato. Battaglioni indiani con accaniti contrattacchi cercavano invano di liberarsi dalla pressione dei nostri per poi fuggire in direzione di Berbera. Il gen. Nasi lanciava allora verso Berbera la colonna motorizzata già predisposta per lo sfruttamento del successo e co stltuita con unità della polizia A. I., mentre gli inglesi, in disordinata fuga, dopo l'inutile prodezza di incendiare la parte europea di Berbera, si sforzavano di mettersi in salvo sull'ultima nave da guerra rimasta in porto, ripetutamente bombardata dalla nostra aviazione. Il 19 agosto nostre truppe entravano in Berbera, La conquista Durante le operazioni abbiamo catturato alcune centinaia di automezzi e di armi automatiche, numerose artiglierie e carri armati, ingenti quantità di munizioni, di viveri e di materiale del Genio e di Saniti. Nelle nostre mani sono, inoltre, rimasti qual che centinaio di prigoinierl delle truppe regolari e tutte le truppe somale ammontanti a circa un mi gliaio di uomini. Tali truppe erano state impiegate per proteggere rimbarco degli inglesi e abbandonate, poi, al loro destino. Il loro rastrellamento continua. Per virtù dei capi e valore delle truppe, in appena 17 giorni la Somalia britannica era, cosi, definì tivamente conquistata con la de elsione e la rapidità con la quale è ormai costume dell'Italia fascista e imperiale di condurre le sue imprese coloniali. Merita di essere segnalato 11 magnifico comportamento delle truppe nazionali: artiglieri, carristi, Camicie Nere, motociclisti, mitraglieri, polizìa Africa Italiana, autieri e personale sanitario. E, cosi, il valido contributo dato dall'aviazione con le sue azioni di ricognizione e di bombardamento ! con le crociere e le incursioni a I bassa quota sugli aeroporti del ne 1 mico delle formazioni da caccia i e e o , l e Inumerose sottomissioni effettuateldurante il corso stesso dell'azione iMan mano che l'occupazione si:estendeva nei centri più importanti già sedi di distretto inglesi All'impresa hanno partecipato tutte le genti dell'Impero remotamente o solo recentemente assog gettate, ma tutte saldamente inquadrate nei nostri battaglioni coloniali e sinceramente fedeli alla nostra bandiera. La conquista della Somalia, ol tre ad essere una grande vittoria, costituisce anche la più schiacciante smentita della propaganda con la quale l'Inghilterra pretendeva di creare nell'A.O.I. una situazione politica precaria e insostenibile; essa .realizza quella unità delle genti somale sotto la bandiera dell'Italia fascista che era da tempo un'ardente aspirazione di quelle popolazioni, come hanno ampiamente dimostrato le i funzionari di Governo dell'AmI ministrazione dell'Africa Italiana hanno iniziato la loro attività politico-amministrativa con grande soddisfazione delle popolazioni che continuano ad accorrere per dichiarare la loro sottomissione e fare atto di omaggio al Governo d'Italia, pazione si lù impor-l fran:c.,#