Il calvario dei Ciamurioti in balìa degli aguzzini greci

Il calvario dei Ciamurioti in balìa degli aguzzini greci Il calvario dei Ciamurioti in balìa degli aguzzini greci Tirana, 19 agosto. . Sotto il titolo « Capitano Sta- vridis » il giornale Tomori scrive: « Ecco un nome tristamente fa- moso tra gli Albanesi della Cia- muria. Si tratta di un capitano di gendarmeria; un autentico e fe-|roce aguzzino dei patrioti albane- ; si, un ufficiale senza coscienza eisenza scrupoli, e cioè il prototipo I della civiltà greca nei paesi sog getti. « Il capitano Stavridis aveva iniziato da un anno una persecuzione contro certo Sako Braho, soltanto perchè costui riceveva, con la posta, dei giornali albanesi, e architettò a suo carico tante accuse da trascinarlo innanzi al tribunale di Filari. Il processo durò quattro giorni, e per quanto i giudici greci siano dello stesso stampo degli ufficiali di gendarmeria in fatto di ostilità verso i Ciamurioti, pure l'inconsistenza delle accuse si rilevò così chiaramente che il Braho venne assolto; e fu allora che in piena sala del tribunale si verificò l'episodio che sta a rivelare tutta la gravità della situazione nella quale i Ciamurioti si trovano. « Dopo la lettura della sentenza di assoluzione, — continua il giornale — il capitano Stavridis si alzò furente di rabbia, pronunciando queste testuali parole: « Voi, musulmani della Ciamuria, attendete che vengano qui l'Italia e l'Albania, ma io vi avverto che quel giorno non verrà mai e se anche dovesse per avventura venire, noi Greci, che siamo sette milioni e mezzo di anime, non lasceremo vivo nemmeno un Ciamuriota. Noi vi pugnaleremo tutti ». Cosi gridando queste minacciose parole, il capitano si precipitava poi in mezzo all'aula scagliandosi con i pugni alzati contro V imputato e percuotendolo al viso. Il presidente del tribunale ri chiamava all'ordine Stavridis, sen- za però che costui desistesse dallo sferrare pugni all'imputato assol-to. Questa scena disgustosa si prò-lungò pei qualche tempo, finche l'energumeno, soddisfatto, lasciò la sala del tribunale. . « Il giorno dopo l'assoluzione,— prosegue Tomori — cominciarono di nuovo contro Sako Braho vessa zioni e persecuzioni, cosicché, co noscendo le abitudini della gen darmeria greca, si deve nutrire la |più seria apprensione per la vita ; di Braho, a meno che egli, seguen^ ido l'esempio di altre migliaia dei I suoi corregionali, non ripari in Al- a e u e l s : , a e e e o l bania. « Bisogna che il mondo sappia che la Ciamuria è governata, dal 1913, da una serie ininterrotta di capitani di gendarmeria sul tipo dello Stavridis, e che l'arbitrio più assoluto è legge per loro ». Il giornale cita, poi, altri episodi del regime di terrore che opprime le sventurate popolazioni della Ciamuria. Basterà citare i fatti più recenti, come, ad esempio, la ordinanza del Prefetto di Parat nithia che vieta ai sudditi musulmani della regione, che sono albanesi Ciamurioti, di circolare di notte, nonché di trasferirsi da una località all'altra senza il permesso della gendarmeria. Di più i gendarmi sono autorizzati a sparare se un abitante di villaggio musulmano viene trovato fuori di casa di notte. Gli autisti albanesi, che fanno servizio pubblico fra la Albania e la città di Florina, e che devono pernottare in quel centro, non possono avere contatto con nessuno e sono costretti a non lasciare il loro alloggio, che abitano sotto la vigilanza di due gendarmi armati. I pochissimi cittadini albanesi che hanno il permesso di varcare la frontiera greca, per ragioni di affari, non possono recarsi in case private; cosi debbono sostare in locali pubblici dove pullulano le spie. Ogni notte la gendarmeria fa delle perquisizioni a turno nei villaggi albanesi, perquisizioni che non approdano a nulla perchè i Ciamurioti non conservano nulla di compromettente nelle loro case; tuttavia a parte il - disturbo di essere svegliati e coo stretti a scendere nelle strade e -jnei cortili mentre la gendarmeria -i rovista in ogni dove, un certo nue mero di uomini viene sempre incaò tenato e trasportato alla caserma Idove è bastonato a sangue.

Persone citate: Greci, Sako Braho

Luoghi citati: Albania, Italia, Tirana