Come il sommergibile "B,, è scampato a 257 torpedini

Come il sommergibile "B,, è scampato a 257 torpedini Una notte infernale Come il sommergibile "B,, è scampato a 257 torpedini (da uno dei nostri inviati) j Afa la storia del sommergibile « B... » è singolare fra tutte. Io l'ho visto rientrare alla base una di queste mattine. E il sole era già così alto sul mare infinito! Così gioconda la luce sul nostro scafo appena emerso: migliaia e migliaia di gocce d'acqua facevano costellazioni di brillantini; il nero lavagna dell'acciaio brunito ed opaco era sommerso da una miriade di bagliori iridati. A noi del « d... V... », dalla torretta, a noi che salivamo da tante ore di buio, di luce elettrica, di notte artificiale, quello pareva spettacolo magico e prodigo di tenerezze. Ogni tanto dal portello di prora schizzava su un nonio, rovesciava la testa indietro, tutto il volto offriva al sole come per averne una doccia di luce, un bagno di raggi. E poi scompariva verso il suo posto di guerra ai tubi di lancio, ai motori, alle bussole, alle valvole di scarico, alle cabine di ricezione e di trasmissione. La parola dell'abisso Dal nostro sommergibile vedemmo la sagoma veemente del « B... » che dirigeva la prua al porto: e le sue vedette perlustrare l'orizzonte con i binocoli potenti. Mare libero e calmo. Il «B...» ritornava da una lunga e lontana missione di guerra. Noi da una « uscita », e ci demmo la precedenza nell'infilurci dentro la rotta di sicurezza. Ammaccature. Distinguevamo a bordo del « B... », ecco, una, due, tre, cinque ammaccature. Scrostata qua e là la vernice come se l'avessero raschiata. Certo, il comandante 6... avrebbe avuto delle novità da raccontarci. E, questo capitano di corvetta G..., famoso per le sue doti di visibilità notturna. Per due volte, nelle gare di allenamento cui periodicamente in tempo di pace è sottoposta la nostra flotta sottomarina, egli ha vinto le gare di lancio notturno. Tutti i comandanti di sommergibili sono ufficiali di rendimento stupendo, ma come è di ogni cosa umano- c'è anche tra loro qualcuno che eccelle. Il mio comandante, ad esempio, capitano di corvetta C..., è famoso per la precisione dei suoi lanci. Nelle sue mani quando il siluro sta per essere scoccato, il sommergibile diventa un fucile, manovriero come un'arma portatile; pare egli prenda la mira ad occhio, incollato alla lente del periscopio. Quando dice: «Fuori!» c'è da giurare che il siluro non fallirà il bersaglio. Io l'ho sentito dire questa mìciliulc, tremenda parola del linguaggio abissale: «Fuori!»; io l'ho visto scoccare il siluro lucente verso il bersaglo, e centrarlo, e centrarlo... Ma poi, ma poi c'è il segreto di guerra ed il resto non ve lo posso raccontare. Sulla tormentata 7nissione del «B...», invece, sì. Prima di tutto per dare un dispiacere all'Ammiragliato inglese, il quale in data 18 di luglio annunciava che in vi sta del promontorio di X... squa driglie di suoi cacciatorpediniere con ardite azioni di speronamento e di bombardamento in profondità avevano colpito ed affondato un sommerqibile nemico di grande stazza. Invece il sommergibile nemico di grande stazza, eccolo qui, nè colpito, uè affondato, tutti a bordo indenni da guai, e pronto in sei ore a riprendere il mare. Bellissimo sommergibile, il « B... », con i suoi due cannoni da 120 che sviluppano il fuoco di una ' atteria, una nutrita provvista di siluri, stazzamento ed allestimento che ne fanno un tipo « oceanico » capace di restare parecchie settimane in crociera senza bisogno di basi e di rifornimenti. Scafo di una robustezza tutta particolare: uno di quegli scafi dei nostri sommergibili che giustamente sono l'orgoglio della tecnica italiana delle costruzioni sottomarine, poiché non hanno pari nel mondo quanto a resistenza « teorica ». capaci di sopportare il peso favoloso tirila colonna d'acqua che | grava su un sommergibile alla profondità di circa quattrocento | metri! sOra, il « B... » eia da due gior-[qni in missione. Trascorreva la\vgiornata fra ore di agguato idro-'A'fonico e ore di agguatò periscopi-1 ?co. Mediterraneo deserto. Inter minabili giornate passate senza vedere un avviso di vita sul mare. Di notte, emersione, per la carica delle batterie. Ora ineffabile, il filo d'oro delle comunicazioni che allacciava il battello alla patria ed al mondo. Il Bollettino, le altre notìzie, un sentore di musiche lontane affievolite dai silenziatori. Qualche canzone nostalgica, e la eco avara di una recitazione d'amore. Poesia. E io vi dico, poiché anch'io ho vissuto queste incomparabili ore, che nulla è più spiritualmente alto di questa vita notturna del sommergibile sulle lievi onde, quando l'emersione ci rida contatto con la vita comune, e alla vita comune si allaccia l'equipaggio dandoci la cronaca sommaria del mondo, uno squillo di fanfara, un gemito di violino, un canto marziale che pare l'incitamento della Patria in armi. Ed essi: i marinai degli abissi, « bevono » col cuore questa ora, nel Mare Nostro, nell'oceano, nei torridi golfi lontani. Entro il fuso d'acciaio immerso nel mare, ecco che la voce viva della Patria entra senza distrarre le opere di guerra. Ed allora, un sogno: ed è la voce dolcissima di un fanciullo, o quella di una donna gentile, o un canto, o un racconto... Poesia. Ma non è forse la poesia una delle più imponderabili armi della vittoria e non ha detto Mussolini che la poesia deve avere sempre maggior cittadinanza tra noi:' Pioggia di bombe Dunque il « B... » era in emersione, una notte. Mare increspato. Poca visibilità. Ma gli occhi acuti del comandante videro subito una sagoma nera a quattromila metri. Poi un'altra, un'altra... Cacciatorpediniere. Una schiarita del cielo permise un uso più preciso del binocolo. Pochi istoriti. Poi una « rapida immersione » in un tempo vertiginoso, l'avvicinamento deciso, il siluramento... « Fuori! ». La distanza aumentava. I caccia inglesi avevano invertito la rotta, pareva che scappassero, quasi sapessero di dover sfuggire all'agguato micidiale. La caccia incominciò. Debuttò con una scarica fitta di torpedini, continuò con un lancio a profondità graduate di dieci in dieci •metri, bombe ad alto esplosivo, in tutta la zona. I cacciatorpediniere sapevano che pure immerso il sommergibile non avrebbe potuto allontanarsi dalla zona che essi avevano delimitata e che stavano irrorando di bombe. Io non svelerò l'arditissima manovra del « B... », che talvolta attinse il sublime. Ma la caccia inglese di quella notte ha ancora una volta collaudato Io stile peculiarissimo della nostra condotta di guerra sottomarina. Ore, ore, quella pioggia di mor-\te. Il guardiamarina ed un sottuf "opqIsszmeri, tanto erano fitte, tre, quat tra, sette contemporaneamente... Ma quanti cacciatorpediniere c'erano sul mare? Ili7 bombe. Una pausa. Dentro il sommergibile una impassibilità sovrana. Gli uomini si erano abituati a non sussultare ad ogni ukodo scoppio vicino, tanto vicino che produceva nell'interno dello scafo compressioni nella sensibilità degli apparecchi, nella pressione stessa dell'aria, nell'inclinazione della nave. Si senti allora una novità. Un immane graffiare sullo stufo. Come se dèlie immense catene a sega strisciassero sull'acciaio. Il rumore, ingigantito, riempie ogni lodile dello scafo. I cacciatorpediniere inglesi avevano immerso delle torpedini du rimorchio e così dragavano il marce speravano di riuscire a fare questa eccezionale pesca della morte. fidale contavano le esplosioni. tal-\ volta faticavano a seguirle coi nu-\ Niente. Il nostromo del nostro sommergibile pensava piuttosto a quanto ci sarebbe voluto per ri verniciare guarnizioni ed esterni... Alla morte non pensava nessuno, ? pensavano tutti, con la pacata \S51.-Sono " o . indifferenza che non consente al pensiero umano di soffermarsi in quella sosta che si chiama paura sull'orlo che c'è tra la vita e la morte. Mai come in queste ore supreme dei sommergibili si può constatare che il coraggio è una sublime virtù. Quei cavi d'acciaio! Il rumore ossessionante di quei cavi, che tra scinavano i grappoli delle colos sali bombe a forma d'arancia, col picciolo dell'esca rivolto in su. Manovre agili. Niente. Anche quel tremendo dragaggio terminò, e riprese invece il bombardamento dall'alto. Bombe di profondità. Il guardiamarina incominciò il nuovo conto dal numero 157. — 158, 159... 180... 200... ». Non s'era sentito mai dire di un sommergibile contro il quale fossero state lanciate oltre duecento bombe di profondità. La consacrazione di questo eccezionale primato fa salutata con un umorismo limpido ed eroico: « 201.., 201..., 202... ». — Perchè hai contato due volte 201? — Perchè era una sola. — Erano due. — Io ne ho sentita una. Quel conto straordinario si fermò a 257. Dalla prima bomba erano passate cinque ore e ventìcinque minuti. Che caccia accanita, disperata, implacabile! La somma delle due pressioni, quelle della colonna d'acqua e dell'urto della massa spostata da ciascuna esplosione, aveva ammaccato lo scafo in qualche punto. Ma i danni erano tutti lì. Il ronzio dei motori, i rumori normali di bordo. Gli idrofoni segnalavano che i caccia nemici si stavano allontanando... allontanando..., ancora, ecco, e non si sentoìio più... più... Più. — Pronti per l'emersione — ordinò il comandante. A riveder le stelle Il sommergibile «B...» sorse dal mare, nella pura notte stellata. Mare deserto. Visibilità buona. Nessuna sagoma all'orizzonte. Con quel feticismo materialistico della quantità che hanno gli inglesi, doveva esser parso impossibile ai comandanti dei « caccia :> non aver spedito il sommergibile italiano all'abisso, per sempre, dopo una così enorme tempesta di bombe. I loro rapporti erano stati tradotti a Londra con la notizia: «Al largo del promontorio di X nostre navi con azione martellante hanno affondato un sommergibile nemico... ». Già. E invece eccolo, il « B... ». E invece, il conto è un altro. 257 torpedini ad alto potenziale, graduate, hanno un costo unitario (operata la traduzione dalle sterline in lire) di circa lire 35 mila Una moltiplicazione: ogni bomba costa 35 mila lire, bombe gettateesattamente 8 milioni e 995 mila lire. \ Ebbene, 9 milioni che c all'in- \circa il prezzo di una torpediniera.E i7 bombardamento del «B...» è costato così agli ini/lesi, essi che per ogni fatto della vita umana hanno una espressione in denaro.»nra torpediniera. E quanto al « B... ». se ne accorgeranno. L'equipaggio così entusiasta! Dall'inferno di quella notte hanno riportato la sensazione di essere immunizzati. Di poter sfidare l'ignoto di ogni avventura. Sul pi imo siluro di prua, i marinai hanno scritto questi due versi solenni: vi Ha un'ala la mia sorte - è l'ala della morte! ». «Morte al nemico, morte al ne-miro.'». Pure un urlo ed era il motto di quel « capitano generale de mar» un uomo che anche nei motti era sobriamente essenziale c laconico. Attilio Crepas

Persone citate: Attilio Crepas, Mussolini

Luoghi citati: Londra