Un'altra delle «porte» che l'Inghilterra sta perdendo
Un'altra delle «porte» che l'Inghilterra sta perdendo Dove si combatte Un'altra delle «porte» che l'Inghilterra sta perdendo Roma, 8 agosto. Le operazioni militari nel settore dell'A.O.I. continuando con ritmo accelerato 11 loro preordinato sviluppo, hanno fatto varcare in più punti alle nostre valorose truppe la frontiera del « Somaliland », ed oggi è annunziata la occupazione di Zeila. La Somalia britannica rappresenza dalle otto alle nove volte la nostra Sardegna: nel suo territorio vivono in stato di primitività 350 mila indigeni. Di europei non è da parlare; dei britannici, in tempi normali, qualche anno addietro, una venticinquina in tutto il territorio. Si tratta di una terra povera, destinata dalla natura ad essere povera, perchè si è voluto rimanesse tale; perchè nella enorme indigestione di territori, c'era da pensare a ben altro che alla Somalia britannica, a cui — nella economia delle comunicazioni e della difesa dell'impero — si era voluto assegnare una precisa funzione: marittima-strategica nel golfo di Aden; cioè in uno dei punti di passaggio obbligati. In una delle porte, insomma, della cui padronanza l'Inghilterra si era specializzata. Una linea ideale tra Zeila, nella Somalia britannica, e Aden sbarra infatti l'uscita del Mar Rosso a chi proviene, per Suez, dal Mediterraneo. E, non soddisfatta di controllarne l'entrata, l'Inghilterra si è accaparrata anche 11 controllo dello sbocco sull'Oceano Indiano al passaggio obbligato per le comunicazioni con l'Oriente. Il retroterra è costituito da quel tanto necessario alla vita della fascia costiera, occupata e mantenuta solo in vista di necessità militari e politiche. Le possibilità agricole del territorio non sono ampie, date le condizioni climatiche; le prospettive nel campo minerario sono pure modeste, benché sia ormai accertata la presenza di lignite, di galena, di gesso, di mica ed anche di oro. Giacimenti carboniferi sono in sfruttamento presso Aukot, mentre tracce di petrolio sono state riscontiate presso Dagah Shabel. Semine nel campo minerario vanno, poi, segnalate le saline di Zeila. La risorsa maggiore del territorio è sempre data dall'allevamento del bestiame. Una recente Indagine ha accertato che vivono oltre sei milioni di capi di bestiame, tra cui 2.500.000 ovini, 2.000.00 di capri, ni, 1.500.000 cammelli, 30.000 bovini. Le capre della Somalia britannica sono state giudicate le più adatte a fornire morbide pelli di •manto. Ufficialmenre la Somalia inglese è la fornitrice di pelli di guanto all'industria guantaria britannica. Su 176.113 Kmq. del territorio vivono 344.700 individui, dediti principalmente alla pastorizia, di religione mussulmana. Il capoluogo del territorio è Berbera, con una popolazione variabile dal dieci ai trentamila abitanti: infatti, nel mesi da ottobre ad aprile, la fiera che si tiene in quel centro fa triplicare la normala popolazione indigena. Secondo centro del territorio è Hargheisa, capoluogo del distretto omonimo (il protettorato è, infatti, suddiviso nei distretti di Berbera, Zeila, Hargheisa, Barao e Erigavo) ed importante nodo stradale e commerciale dominante le vie tra Berbera e l'Ogaden. Le comunicazioni — piste, ed anche una buona strada — più efficienti tra la nostra Africa Orientale e la Somalia britannica e i suoi centri maggiori partono da Giggiga, che è sede di commissariato nel governo dell'Harrar, nel suo confine sud-orientale col governo della Somalia. Da Dire Daua ad Harrar ci sono 54 km.; da Dire Daua a Giggiga 158. Da Giggiga a Berbera, per Hargheisa, vi è una strada camionabile in parte a fondo natu rale lunga 335 km. Anche da Giggiga, per Buramo, si raggiunge Zeila, con un percorso un poco minore del percorso Gigglga-Berbera Zeila e Berbera sono soprattutto due buone basi navali. Il porto di Zeila è compreso fra la terraferma e l'isola di Sad Ad Din, con fondali di sei-otto metri La storia di Zeila: è remota; infatti la regione di Zeila, cristiana fino al secolo XVI, divenne poi il centro di una cortfederazione di stati mussulmani, che dal more si estendeva fino all'Omo. Dopo alterne vicende con gli scioani, e dopo essere stata sotto messa dagli imari zeidltl dello Yemen nel secolo XVH, e succes sivamente dalla Turchia, la Somalia britannica passava all'Egit to (1860) costituendo 11 centro di irradiazione della breve occupazione egiziana della Somalia. Im- Fegnato seriamente contro Mahdi Egitto cedeva i suoi diritti all'Inghilterra che nel 1884 occupò Zeila. Il nome di Zeila ricorre f requen temente nelle più diverse circostanze della nostra storia colonia le. Se le nostre esplorazioni nel l'Etiopia settentrionale, centrale e meridionale partirono da Suakim, da Massaua, da Assab, da Tagiura, Zeila vide e salutò la spedizione di Antinori con Chiarini che morì, e CeccHi c-^e fu liberato da Bianchi; vide e salutò la spedizione, una delle varie spedizioni, di Giulietta, e vide anche prigionieri i compagni di Bottego trucidato. Ma pur nella nostra storia poli tioa il nome di Zeila ricorre. Che all'epoca della campagna etiopica 1895-1896 l'Italia con Crispt chie se -All'Inghilterra il consenso di poter sbarcare a Zeila le nostre triippe. Lord Salisbury, con la cojnsueta ipocrisia britannica, seppe! sfuggire alla richiesta. Ben altra, lealtà di atteggiamento ebbe l'Italia di fronte all'Inghilterra quando il cosidetto Mullah per venti anni flagellò la Somalia britànnica. Nella lotta l'Italia portò un contributo politico e militare d'importanza decisiva, sia con la partecipazione navale olle spedi zitonl britanniche, sia con la guerriglia mossa dai nostri Sultanati i pifotettl della Somalia settentrio1 niale, sìa insieme, quando le operazioni belliche degli inglesi pareva si fermassero ad un punto msorto, con l'accordo di Illig che ci! portava in casa, come non desiderabile protetto, il Mullah medésimo nella regione di Nogal do¬ ve nel 1921 morì. Storia ormai vecchia. La bandiera dell'Union Jack è stata ora ammainata da quella città su cui in suo luogo garrisce il tricolore.
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