L'attività in Jugoslavia di un agente dell' « Intelligence Service » di Alfio Russo
L'attività in Jugoslavia di un agente dell' « Intelligence Service » L'attività in Jugoslavia di un agente dell' « Intelligence Service » Belgrado, 3 agosto. Tutte le informazioni raccolte dell'Albania sono state lanciate da ire anni in qua da due giornalisti britannici che hanno aderenze notevoli in vari centri europei e ame ricani. Uno di essi, del quale un Paio c,i volte ci siamo occupati, è certo Maitland corrispondente del Times che vanta quasi certamente " dalla stampa britannica sulle cosejcjugoslave e quest'altra della carta cvea torto conoscenze altissime tanto a Londra quanto a Belgrado; sceso in Jugoslavia ha fatto l'impossibile per avvelenare l'atmosfera e bisogna dire che v'è riuscito abbastanza bene. L'altro è certo Parker, falso giornalista ma autentico spione. Costui è stato in Cecoslovacchia al tempo della missione Runcimann e faceva il collegamento fra i vari servizi inglesi di spionaggio e i centri della' propaganda ceca. Sparita la Cecoslovacchia di Benes. è passato in Jugoslavia con la veste di giornalista. Collaborava appunto con Maitland e con altri giornalisti stranieri anti-italiani e anti-germanlci; d'un colpo è diventato console d'Inghilterra a Skoplje. Ciò è avvenuto poche set Umane or sono e tutti si sono meravigliati che il governo jugoslavo, il quale conosce o dovrebbe cono scere l'attività del Parker, abbia dato 11 suo consenso. Da Skoplje il Parker infila notizie allarmisti che, organizza la oropaeanda anti italiana, riceve giornalisti ai quali aprjunto presenta la pretesa carta italiana dell'Albania ingrandita, annunzia che il Ministero jugoslavo della guerra ha ordinato il ri- rpilDridGpCchiamo sotto le armi di tutti gliiSLr ?»«» Sl'i non crefno ali T?aeJ.nnn^S»r,ff^^THtt?iP^2" ttóife aelfa Itanina aS^K"„t~_r!S.»!,.?2^ e vengono dunque da Skooljp dal no minato Parker, uno deeii ultimi aeenti balcanici dell'Intelligence Service. Per quanto concerne la situazione interna della Jugoslavia ancora oggi si può dire che non v'è gran che di nuovo da segnalare, la mezza misura per ouanto encomiabile della chiusura delle logge massoniche non avendo soddisfatto nessuno, nè i massoni nè i fautori della riforma della politica e della costituzione del paese. Ma i più scontenti sono appunto i fautori della riforma come quelli che si sentono defraudati di una vittoria che il tempo nuovo rende necessaria mentre i massoni .in fondo, non hanno ragione di essere tristi poiché conservano una per una tutte le cariche che vanno da quelle di governo fino a quelle della banca e dell'amministrazione. Il Vreme. che assiduamente fa la campagna contro la massoneria e interpreta il pensiero del Presidente del Consiglio, scrive che occorre dare in qualsiasi modo il colpo decisivo se si vuole che il paese esca dalla crisi che lo travaglia e che minaccia di impoverirlo e di infiacchirlo fino alla disperazione. Alfio Russo
Persone citate: Benes
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