Velleità romene e sobillazioni britanniche

Velleità romene e sobillazioni britanniche Velleità romene e sobillazioni britanniche e e n o Maniu si agita per risuscitare i partiti intorno alla bandiera ultranazionalista Budapest, 2 agosto. Vi sono momenti nei quali bisogna tener presente che la matassa balcanica fu sempre restia a lasciarsi dipanare; e non più tardi di ieri sera sembrava davvero di essere alla vigilia di una chiarificazione grazie alla notizia della decisione romena di comunicare a giorni ai governi di Sofia e di Budapest proposte concrete <j di concessioni territoriali r>. Che il Ministro degli Esteri Manoilescu abbia detto nel suo discorso di sabato dovere le terre romene rimanere romene, passi; questa affermazione non esclude affatto che le terre non romene passino e debbano ritornare a chi ne abbia diritto. Le cose però cambiano quando il giornale Porttnea Vremi salta fuori a scrivere come fa oggi che l'integrità romena non deve essere intaccata avendo la Romania da assolvere il compito di sentinella avanzata nell'est e quando si ricorre nientemeno che all'agenzia Havas rappresentata a Bucarest da un giornalista espulso dall'Ungheria per far sapere che la Romania vuole intendersi con Sofia però per po srvbnmermmcdgccNsmemagari si potrebbe obiettare che purtroppo anche nel sud-est europeo il nuovo regime fitincese stenta a trovare organi esecutivi i 2uali forniscano in pratica la feele riprova delle sue buone intenzioni; ma lo strano è che alYHavas fanno eco un po' tutti gli organi ufficiosi romeni. Il Neamul Romanesc rivendica per la Romania molti meriti e in testa quello di avere trattato le minoranze con la massima benevolenza e avverte che solo la forza di una grande potenza militare potrebbe sconfiggere l'esercito romeno, mentre la Romania scrive che i romeni vivono sulle terre degli avi che sono risoluti a rispondere con le armi in pugno a ogni ingiusta pretesa. Secondo questo giornale il governo di Bucarest è « anche disposto ad aderire a uno scambio di popolazioni », però affrettiamoci ad aggiungere che se Bucarest non fosse disposta ad altro ci troveremmo in presenza di una si tuazione piuttosto assurda. Dal punto di vista politico come da quello semplicemente umano non costa fatica comprendere che la Romania voglia dare il meno possibile e il più tardi possibile; senonchè chi abbia parlato a Berchtesgaden con Hitler e a Roma con Mussolini dovrebbe essere in chiaro sulla fatalità di certe evoluzioni. Ed ecco perchè il collaboratore diplomatico della Boersen Zeitung stamane è sceso in lizza contro « il falso eroismo che emana dalle dichiarazioni di ambienti e personalità romene che si occupano della questione del chia rimento dei rapporti ungaro-ro meni » ed ha altresì ammonito a ricordare che * col rumore di sciabola, coi proclami eroici e coi dinieghi non sì giova a nessuno»; forse sotto l'impressione di questo invito a tener presenti gli appelli rivolti nelle conversazioni di Salisburgo e di Roma al buon senso, alla buona volontà e al corag- dmfitvscdhuilcbpv.dter poi tener testa all'Ungheria tcon tutte le sue forze militari. Se | squesto lo dicesse la sola Ha ras flniqupsntplnlhvtèuepcu sMgstogtrMtorrungnen* „, uvveue. euoe mono ! Kprobàbilmente il ministro a Ro- fpma Bossi che è stato precedente-, ^gio civile, nel pomeriggio di oggi Bucarest ha messo l'agenzia INB in grado di annunziare una iniziativa che non dovremmo aspettare a lungo: l'agenzia dice di avere appreso in ambienti bene informati che della preparazione delle trattative con la Bulgaria verrebbe incaricato l'ambasciatore romeno a Belgrado Cadere, mentre a preparare il terreno con l'Ungheria provvederebbe molto ma hsossi cne e stato pr mente ministro a! Budapest Ncn i è verosimile, aggiunge l'agenzia che le trattative" vere e proprie j tutaterritori i smabbiano a svolgersi in contesi e perciò sono da escludere I nBazargic nella Dobrugia e Araci L£^toTpo^ ceversa a Craiova che vanta an-, toche un bel palazzo nel quale ha risieduto l'ex maresciallo di Po-|qionia Rytz Stmgly. La Romani a | viacontra però difficolta a compor-iVte una delegazione: il Vaida Voi- avoda avrebbe già. rifiutato la pre-[msidenza offertagli. [pDi queste probabili proposte ro- ] pmene non si conosce per il mo- cmento nessun particolare e per il ncaso che esse abbiano a rivelarsi'dun prodotto dell'atmosfera de-'ilscritta, il Pes'er Llm/ii. in un ar-!s1 elagvtagcticolo di palese tono ufficioso, domattina preciserà che Budapest non riscontra nel trattalo del Trianon, subito come una imposizione e mai riconosciuto, una base giuridica utile ai fini dei negoziati. D'altro canto dopo quella pace non riconosciuta fra Ungheria e Romania furono mai stabiliti rapporti giuridici che potessero significare riconoscimento del nuovo assetto territoriale. Bisogna quindi, volendo trattare, richiamarsi.all'armistizio del 13 novembre 1918 che fissò la linea di demarcazione la quale partendo ad est di Maramaros Sziget raggiungeva la città di Beszyerce e dinacodel'cola scendendo in linea retta fino al fiume Maros seguiva il corso di tale fiume. Dentro questa linea ri-, manevano comprese le importanti città transilvane di Maramaros Sziget, Szatmar, Nagyvarad, Kolozsvar, Arad, Beszterce. Un curioso spettacolo di solida"ietà con quasi come terra vantassero ancora neli'Eu rt- 2L 4^mÌ = twÌ^ii v^sl,,Jlìvr " ma?S„Eu,„aÌ^L^l Frizsflddie a fi"»/«iS™J?™o Jf= Wj^,£fì ti zvV-min '.n'nnmn ^inii«ìtivi.imu an uomo p2he raccoglie il popolo |m prOglUmma Ut 1CSI-, qualche mese addietro. La Renler\7in un telegramma da Bucarest fa' assurgere situazione che attorno a un programma, ui resi-; stenza nazionale e attribuisce a- Mamu il proposito di costituire un dgoverno di concentrazione che _re- spingerebbe le domande tcrnto- Storiali ungheresi appoggiandosi gla Russia e ristabilendo rappor- gti normali con 1 Inghilterra! Me- ravighose acrobazie. E siccome , Maniu non può riuscire a fare tut-:to questo perchè 1 Inghilterra non riesce ad occupareila Germania e ; K*? H°amich^U |fpi^S* f ' con ie notenTe^ ^Asslno^ hanno «jffif^,**. tutti j p tamburo per chiamare a raccolta;. ..aititi romeni dall'estrema slnistra alla " alitata rYinfn 'i „„ rWi„» chf Stemn ii menti, ne deriva che, battendo il| nìu™oìmòsta Lucémente tor, farne delle: grosse _ intanto la tsuigaria coir ia quaie Bucarest secondo YHavns vorrebbe intendersi subito per a- Vere poi le mani libere — non ha ancora la prova della volontà ro- mena di un accordo sollecito e ap- profitta a buon conto dell'attesa per ripetere che non intavolerà conversazioni se prima i romeni non abbiano riconosciuto i suoi diritti sulla Dobrugia meridionale il cui confine nel 1912 andava qu-asi in linea retta da Silistria che era bulgara al Mar Nero. Letto il discorso di Molotof, che laggiù è stato la sensazione della giornata, i bulgari sono poi convinti della vanità di qualsiasi tentativo britannico inteso a imbro-'gliare le cose nei Balcani. Ili bello è che nella stessa Tur- 'chia certi . irriducibili avversari'dell'Asse cominciano a guardare'in faccia la realtà; il famoso Tan\ avendo parlato del patto balcanico come di un caro defunto, prende atto del silenzio osservato dall'Inghilterra davanti alla perdita completa dell'antico prestigio nella penisola. Italo Zingare.,.

Persone citate: Arad, Hitler, Italo Zingare, Mussolini