Sedici mitragliatrici contro una

Sedici mitragliatrici contro una NEIm CIEImO ni SCOZIA. Sedici mitragliatrici contro una Eroica avventura di un ricognitore tedesco che abbatte uno Spitfire e ne volge in fuga un secondo rientrando alla base con 280 tori nell'apparecchio X..., 2 agosto. Questa è una base da apparecchi da ricognizione. Apparecchi che partono isolati per un lavoro senza il quale l'aviazione da bombardamento sarebbe quasi paralizzata. Sono gli occhi dell'aeronautica. Tutti 1 momenti qualche velivolo si stacca dal campo puntando verso l'Inghilterra, tutti i momenti qualcuno ritorna e subito il pilota ne scende per integra- re in un rapporto filiale — che deve essere rapidissimo dato cheanche il minuto conta — le in-formazioni già trasmesse per ra dio. Alcuni sono attesi lungamente, ansiosamente, e quando arrivano si fa festa ai reduci che hanno sempre da raccontare come abbiano visto da vicino la faccia della morte. Alle volte uno di questi esploratori dell'aria non fa più ritorno. Guardavo il cielo coperto di nuvole spesse dalle quali aveva abbondantemente piovuto e che minacciavano di annaffiare nuovamente la terra e pensavo che non era una giornata favorevole per le ricognizioni, allorché ho udito prima indistintamente, poi chiaramente il rombo di un apparecchio che si avvicinava. Pochi istanti ;dopo esso è uscito dalle nubi. — E' nostro! è nostro! — ha gridato, vedendolo, un artigliere jche stava al suo posto dietro a un jcannone sempre puntato verso il Nord, pronto a salutare con una salve di proiettili l'eventuale ne-mico. Ma senza dubbio il campoera stato già avvertito dalla ra-dio. Non c'è stato perciò nessun malinteso nonostante che l'identificazione fosse avvenuta quando il velivolo si trovava già a portata dei cannoni poiché si era avvicinato al.riparo delle nuvole. Esso è sceso sul campo zoppicante come un uccello ferito. Una folla di soldati si è fatto intorno e tutti hanno visto che l'apparecchio era uscito da un combattimento per il rotto della cuffia. Sorridenti, fe-lici i quattro aviatori sono usciti con fatica dalla carlinga, ingoili- brati come erano dalle tenute di volo. Uno è corso dal comandante dell'aeroporto, gli altri si sono da- ti a ispezionare l'aeroplano ed a segnare con cerchietti i fori prò-flotti dai proiettili inglesi in tuttele sue parti: fori nella carlinga, nei montanti, nel carrello, negli impennaggi. - Che musica! — ha detto uno. L'aria, entrando pei buchi di questo setaccio, fischiava come una sirena. Egli ha contato 280 fori. I com-pagni del campo, dal canto lorosi sono dati a ispezionare perso-nalmente ì reduci e hanno estrat- to pallottole di mitragliatrici dal paracadute appeso alle spalle, dal- le spesse giacche di cuoio persino; ne hanno trovata una anche nel-la cuffia del radiotelegrafista. — Ecco perchè udivo male — ha esclamato quest'ultimo. — Pero — ha soggiunto — ciòvuol dire che il nostro materiale tedesco è di buona qualità — e si è messo a ridere. I quattro aviatori tornavano da un volo dalla costa scozzese che era durato l'Intera mattinata. Il più anziano, un sergente, racconta: « Eravamo a 10 miglia dalla costa quando, abbiamo avvistato un piroscafo da carico inglese. « —Addosso ! »> — ha ordinato nnin chp qi p-r-tt-i vprm torva VM^Jlà"morte a un nelò- ma noi «,!■ mnS.™S.r i „RJ °'„™3 si?n}?più veloci e più calmi. La terza bomba va a segno. Dopo qualche attimo vediamo il piroscafo sbandarsi ». — E la caccia inglese? — Un momento. La caccia inglese entra in scena adesso. Noi lasciamo il battello alla sua sorte perchè abbiamo visto due puntini neri che diventano sempre più grossi. Essi si avvicinano con velocità spaventosa e finalmente abbiamo riconosciuto di aver a che fare con due Spitfire, i o e i - « Comprendiamo che il pericolo è grave. Sono in due, e sono più rapidi di noi. Ogni Spitfire ha otto mitragliatrici. Siccome sono alle nostre spalle, noi possiamo mettere in azione solo la mitragliatrice di poppa, ma il nostro Hans — continua il narratore appoggian do amorevolmente la mano sulla spalla di un compagno che stringe una sigaretta fra le labbra sorridendo sarcasticamente — ha più e sangue freddo che cento inglesi, el un duello micidiale a colpi di -1 mitragliatrice, una mitragliatrice e a ù n e o contro 16, si inizia e non si interrompe un istante. « Gli inglesi non vogliono mollare perchè si sentono sicuri di averci in loro potere. Hans spara tanto che la canna diviene rovente; io gli passo le munizioni. Finalmente ecco che Io Spitfire più vicino perde velocità; poi perde quota; poi una coda di fumo gli si attacca di dietro come un velo di lutto lungo cento metri. Hurrà! l'inglese precipita; batte sull'acqua; scompare. « Hans dice; « — Uno di meno. « Ma il duello non è finito. I proiettili del secondo Spitfire con¬ i ; tinuano a sbocconcellarci le ali, i montanti, i timoni. Hans, calmisa simo, spara sempre. La mitragliae jtrice fuma. Però dopo cinque min jnuti l'inglese si stanca. Non ha l più nessun testimone che gli posa | sa rinfacciare di avere rinunciato -!ad una preda. Forse la sorte del o;compagno lo ha impressionato. Fa -luna picchiata inattesa e ripren¬ dendosi volge la prua verso la co sta scomparendo alla nostra vista in pochi secondi 3>. I quattro uomini che son ritornati alla base sono illesi. Come per miracolo, nessuno dei 280 proiettili piazzati dai tiratori inglesi nell'apparecchio li ha toccati. Due- stp1cvedlmpdrdFln o e a i \ centottanta proiettili sui centomi a | la e più che le sedici mitragliatrici r ; inglesi hanno vomitato in quindici -i minuti di combattimento non coi Istituiscono però un brillante atte- stato per i mitraglieri britannici, i Ma la giornata, nonostante il e maltempo persistente che rende -'difficili i voli, non è ancora finita, a ili primo apparecchio è stato ap-1 pena trascinato nell'officina ripae. razioni che si apprende essere at- , terrato un altro velivolo da ricoi gnizione. II comandante ha anche ■ Lui. un emozionante racconto da . |fare. Benché il merito sia stato i i solo indirettamente suo, il pilota, e è in grado di segnalare un succes B0 militarmente ancora più impor- -j tante di quello del collega, o| — Abbiamo sorpreso una squa-1dia britannica formata da due to- crociatoli tipo Cumberland — n&rl ra l'aviatore — e da sette caccia- j torpediniere. Siamo soli, abbiamo ; I poche bombe, la caccia nemica può -[sbucare da un momento all'altro, |Decidiamo egualmente di attacca- — re. Il nostro apparecchio si preci pita sulla preda. Gli inglesi, iden- ò, tificandoci all'istante, rompono la e " i a e l a o evformazione di rotta e si sparpagliano. Essi credono così di salvarsi. Il primo lancio di bombe è infruttuoso. Il secondo è pure in¬ sncclrpgteldddriqladdlrfopnasfivFurvmpdto fruttuoso; anche la terza rata va|ma finire in mare sollevando colon-jine di acqua. Ma Dio è con noi per- tche la rapidità con cui gli inglesi aeseguiscono la manovra di spar- ipagliamento provoca fra loro con-,ctusione. ! cJ r "ir ^ ,,T i. c <n!nostre ^mtie 'Inghilterra ha og- ra?|Sl "na unita di meno». inGiorgio Sansa a e L i dI p

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