Lo sfondamento della Maginot nel racconto dei testimoni

Lo sfondamento della Maginot nel racconto dei testimoni Lo sfondamento della Maginot nel racconto dei testimoni L'interessante inchiesta di un giornali sta americano fra le truppe tedesche che hanno partecipato alla battaglia New York, 31 luglio, l I giornali americani danno am-\pio rilievo a un servizio inviato da Strasburgo da uno dei corri-] spandenti militari della « United I | multaneamente Press », Howard Smith, dopo una visita da lui fatta sulla linea Maginot. Howard Smith cosi ha descritto le sue impressioni: « Che cosa è accaduto alla linea Maginot? Come mai il poderoso baluardo di cemento e di acciaio che costò alla Francia dieci miliardi di franchi è caduto in così breve tempo f Questo quesito è une dei tanti che appassionano gli esegeti di questa strana guerra. Assieme ad altri quattro giornalisti abbiamo cercato di scoprire le eventuali tracce che forniscano una risposta soddisfacente. « Beco la ricostruzione della «guerra lampo» che ha infranto la linea Maginot come mi è stata riferita dai soldati delle due parti e cernie ho potuto personalmente constatare. Nella prima settijnana dì giugno l'Alto comando germanico decise di sferrare un attacco improvviso nel settore del Reno. Per tutta la settimana l'artiglieria tedesca mantenne un ritmo di fuoco, uniforme ma non eccessivamente intenso, allo scopo di stabilire mediante un rigoroso controllo statistico in quale settore la reazione francese si manifestasse più debole. Risultò che nel settore della montagna di Kaiserstuhl, a nord del villaggio di Breisach, la risposta delle' artiglierie francesi era meno energica. «Rapidamente e nel massimo segreto il Comando germanico dislocò nelle foreste e nelle colline intorno al villaggio potenti aliquote di artiglieria: alle 10 del 15 giugno, mentre la nebbia celava le due potenti fortificazioni, i cannoni tedeschi cominciarono improvvisamente a tempestare le opere blindate francesi con un insistente e potente concentramento di fuoco. « Proiettili anticarro di grosso calibro fecero nelle cupole di acciaio fori grossi come un pugno. Prima ancora che i francesi potessero riaversi dalla sorpresa, simultaneamente l'artiglieria contraerea germanica apri il fuoco contro le ridotte nemiche sparando a zero. Mezz'ora più tardi, prima che l'artiglieria francese avesse potuto iniziare un efficace tiro di sbarramento, la prima linea di fortificazione francese era ridotta al silenzio, i cannoni distrutti e i muri di cemento paurosamente iiiiiiiiii imiiiiiiimimiiiiiiimiiiiiimmiiiimiiii l sbrecciati. Le cupole di acciaio sembravano addentate e graffiate <*a "-n mostro favoloso, «Da un'insenatura del fiume opportunamente mascherata, ve- locissimi canotti germanici a inotare attraversarono il fiume in pochi secondi portando reparti di fanteria, che si lanciarono all'ai tacco della seconda linea, fortificata, sempre sotto la protezione dell'artiglieria germanica. Più a nord di Breisach le opere blindate francesi resistettero qualche ora più a lungo e molti motoscafi germanici colarono a picco col loro carico di soldati. «L'ampiezza della zona attaccata fu limitata a non più- di 5 o 6 chilometri; ma una volta prodotta la breccia, i tedeschi si lanciarono contro le altre opere con tutta la furia tremenda del «Blitzkrieg ». Rinforzi di uomini e di cannoni (% carri armati non furono impiegati c la fanteria potè contare soltanto in misura limitata sull'ausilio dell'aviazione) furono fatti affluire sui ponti di barche costruiti dal genio. Lo sfondamento della Maginot fu- portato a termine in soli quattro giorni. « Non tappena la frattura raggiunse un'ampiezza di una quindicina di chilometri il Comando germanico cominciò a lanciare ondate dilaganti di truppe. Una del le colonne mosse verso il sud in direzione di Belfort. Una seconda avanzò al nord v-erso Strasburgo che venne conquistata gnosi senso combattere. « I francesi ruppero 1 contatti mentre le colonne germaniche avanzarono aggirando'le fortezze e prendendole alle spalle. In circa otto giorni la conquista della linea Maginot fu completa. « In complesso l'intera linea di fortificazioni ha denunziato gravi debolezze. Eccone alcune che a me sono apparse più evidenti: il cemento col quale vennero costruiti ì forti era eccellente per le costruzioni civili, ma non atto a resistere alla moderna artiglieria germanica. D\i uno dei ponti di barche sul Reno ho potuto rendermi conio del contrasto fra le cupole grigiastre dei forti francesi da una parte e la superfice verde e quasi intatta dei forti germanici dall'altra. « Un ingegnere tedesco mi ha detto che il calcestruzzo francese era fabbricato con ghiaia ordina ria e cemento fine adatto soltanto ad impieghi civili. Il calcestruzzo germanico è invece fatto di ghiaia scelta e di una qualità di cemento che costituisce un segreto militare germanico. Inoltre il cemento francese era rinforzato da verghe di acciaio del diametro di due o tre centimetri, mentre quello tedesco è armato con rotaie e barre di acciaio di diametro eccezionale. I forti francesi per di più erano fortemente protetti soltanto sui Iati che fronteggiavano il ne?ttico e i tedeschi una volta aperta una fessura nella linea fortificata non hanno faticato a far cadere le altre opere attaccandole alle spalle relativamente poco protette. Alcune linee di forti avevano una sola entrata comune alle spalle e in taluni casi i germanici hanno potuto conquistare intere sezioni della Maginot ^assediando semplicemente il forte con l'entrata. « Ma un coefficiente più importante della debolezza francese è di natura psicologica. La psicologia delle truppe francesi era difensiva. I francesi non abbandonavano mai i loro forti mentre i tedeschi erano addestrati per la guerra di movimento e consideravano i loro forti come accessori temporanei da utilizzare soltanto sotto i bombardamenti più violenti e ciò al fine di permettere alla loro artiglieria di effettuare un efficace tiro di controbatterie. « Quello tra francesi e germanici — conclude il giornalista — è stato un cimento fra un vecchio e provato sistema di guerra e uno recentissimo e rivoluzionario. La i linea Maginot, simbolo del vecchio .sistemo, ha avuto la peggio. La tattica e i cannoni germanici han' no vinto ».

Persone citate: Belfort, Breisach, Howard Smith

Luoghi citati: Francia, New York, Strasburgo