Incredibile!
Incredibile! Incredibile! Ieri: 38 morti e 18 nati 77 bollettino demografico di ieri è ■semplicemente terrificante: 38 morti, 18 nati vivi. Lo sbilancio fa paura. Quanto al numero dei matrimoni, la sua esiguità è quasi irrisoria: quattro in tutto e per tutto! Nello stesso giorno a Roma contro 38 Jnorti si annunciano 100 nascite. Torinesi, dove andiamo t La nostra coscienza morale si rifiuta di credere che i tristissimi dati odierni siano l'indice di una inguaribile decadenza della gente di Torino. Vogliamo pensare ad una ?ntsferiosa e drammatica fatalità, che la realtà di domani re lJlegherà nel pozzo dei ricordi ne- . ~ .. ' Jas<<- Afa., nffensfone.' Or non è qui Iil caso di parlare di leggi spe- 'cia.i, di provvidenze governative ■ _ • _• 1: _ _ .1^1 . I e municipali a favore dei mairi 1 j ononf e della natalità. Prorre- dimetifi ottimi, ma che non fan-1"no presa sugli individui inca - ( liti nel più sordido egoismo, boi- i tanto l'appello alle supreme idea-\uta religiose e umane, ai senti-ivienti più radicati nel vivo delle]anime può lasciarci sperare in unUravvedimento da parte di troppigiovani italiani. Soltanto il convincimento universale che chi non è padre non è uomo, può provocare un decisivo cambiamento della situazione. Com'è nel nostro costume, vogliamo curare la piaga prima che sia troppo tardi, senza falsi ri¬ spetti umani, senza paura di aver coraggio. Il «babau-» economico\frena molti giovani sul passo del, matrimonio. Perchè f Perchè trop-ì pi giovani prima di cercare nella; aposa la compagna della vita e la mamma dei proprii figlioli, cercano in lei la portatrice della dote. Dote, intendiamoci, in tutte cifre, non in virtù di affetti, di intelligenza, di ordine. Per troppi giovani il matrimonio ha perduto il suo supremo attributo per conservare soltanto l'infimo: non è un flocmmentOj è un contratto. Nè mancano le giovani cui l'aspirazione al. matrimonio si concreta nell'aspirazione ad un tenore di Vita pieno di agi e di comodità. Che malinconia! Proprio oggi I.. sidie sabbie mobili di una societàin necessaria trasformazione;proprìo oggi, mentre le Rivolnzio-ni trionfanti di Mussolini e di Hitler preparano il definitivo fra- monto dell'assurda onnipotenza dell'oro, vi sono giovani uomini egiovani donne italiani — Italia- wil — che, in dispregio alla casta e semplice e fulgida tradizione di«ostro gente, tutto pospongono\— ivi romnresa la loro stessa\■—ni compre..™ ih loto »w«o [felicità, o quel tantum di felicità che la Provvidenza concede adognuno di trovare quaggiù — a//elusinghe di sua maestà il dena- ro.. Che povertà di cuori! Cheavnri-ìn di infellinen-p' avariata ai inieuujciue. Ma come non vedere che ilmolti figli? Ma come non intendere che qualche biglietto da mille in più conterà meno di nulla quando — nell'Europa pacificata sulle basi della Giustizia, nell'imminentissima nuova Europa — soltanto il Valore — spirito e lavoro — avrà diritto di parola? Dovremmo forse continuare a richiamare i disertori al proprio dovere mediante il palliativo dellatassa sul celibato, pagando la qua-le trotina lutile aentuccia aitcntale tiuppa ;ume gemuccia ostenta ponte, virilissimo emblema di To-Tino, dovrà esserci rammemoratocon sì facile ironia e fin troppogiustificataf Poniamo questo interrogativo aigiovani delle nitoue generazioni. Suprema ventura è la loro di essere cresciuti nell'atmosfera della Grande Rivoluzione. Moltissimi hanno provato di essa ne degni nelle ore decisive quando sulla striscia azzurra dell'ardimento l'uomo è solo con la sua coscienza e il suo moschetto. Ma il Dovere non può parlare ai nostri spiriti soltanto negli istanti supremi. Bisogna essere fascisti tutti i giorni dell'anno, tutte le ore del giorno. Ed è ancora il Dovere che parla ai giovani con voce che asseconda l'irresistibile impulso, il naturale istinto d'ognuno, additando nella moglie e nei figli il più alto coronamento della loro feconda giovinezza, la più compiuta espressione della loro umanità.
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