L'ora X si approssima di Giuseppe Piazza

L'ora X si approssima L'ora X si approssima Le millanterie inglesi non ingannano più nessuno: il completo controllo del Mediterraneo appartiene oramai alla flotta e all'aviazione italiana Berlino, 13 luglio. Chiuso ormai, con i voluti risultati di stabilizzazione che fanno ?parte della strategia generale dela guerra dell'Asse, l'intermezzo politico delle conversazioni di Berlino e di Monaco che necessariamente doveva saldare il passaggio da una fase all'altra della guerra è ormai impressione generale e diffuso sentimento che nulla più di essenziale divida o ritardi gli eventi dal passare senz'altro a questa seconda fase e che ogni giorno di più, forse ogni ora che passa, li avvicini decisamente allo scoccare dell'attesa ora X che segnerà l'inizio di essa. Da Nanwik a Mojale Ciò vuol dire che dalla fase che si è chiusa con il crollo della Francia si passerà ora da un momento all'altro alla fase di attacco dell'Inghilterra che è con ragione presentata come l'attacco all'ultimo e principale nemico: ma per valutare con ogni esattezza il valore della fase imminente secondo il pensiero tedesco bisogna mettere bene in chiaro — ciò che la stampa tedesca ha fatto durante tutto l'intermezzo — il valore di quella da cui si esce e i cui risultati sono già acquisiti. Per l'opinione tedesca cioè, il compito della fase imminente sarà certamente quello di avere completamente ragione dell'ultimo e principale nemico l'Inghilterra ma questa asserzione non deve affatto essere confusa con l'altra, che per caso sia da essa che debbono attendersi i risultati essenziali e principali della guerra poiché questi risultati già sono di fatto acquisiti con la capitolazione stessa della Francia; questa ha già infatti segnato per l'opinione tedesca la fine " di quella guerra continentale che rappresenta di fatto e senza speranza di revoca o di ritorno quella cacciata dell'Inghilterra dal continente che riassume certamente in una formula rappresentativo una linea massima di graduazione dei risultati totali. Per il solo fatto di non aver saputo impedire con lo impegno di tutta la sua potenza questi risultati già di fatto acquisiti alla vittoria continentale dell'Asse e per il fatto che questi risultati siano stati condizionati al crollo completo di tutto il suo sistema politico di alleanze e di istituti internazionali suggellato per ultimo con la fine delVentente la potenza inglese ritirandosi dalla Europa si è già di fatto rimpicciolita e ridotta alla sua vera proporzione di potenza di secondo ordine e completamente extra continentale. E ciò di cui ancora potrà trattarsi sarà di « convincere » la superata mentalità e la sopravissuta strumentalità della potenza inglese dell'avvenuta riduzione di cui già la storia ha preso nozione e che già sconta nei fatti. E' l'opera in cui sono ogni momento di più visibilmente impegnate con concordata azione dal nord europeo al sud mediterraneo e si può dire da Narvik a Mojale le due potenze dell'Asse; ed è molto probabile e plausibile che mentre l'opinione del mondo attende l'inizio di questa seconda fase della guerra essa ci si trovi già parecchio addentrata più di quanto non creda e non noti di momento in momento. Il gatto nel sacco Nella stampa tedesca si moltiplicano gli articoli i quali fanno rilevare rapporto non già soltanto preparatorio ma effettivo della sempre più stretta e intensa azione aviatoria operata sia sulle coste che su tutti i centri sensibili della difesa e della resistenza dell'Inghilterra, come anche per quanto riguarda l'aviazione italiana sulle sue propaggini mediterranee nonché infine dalla rispettiva azione navale e di sottomarini; e se ne conclude che da tutte queste azioni sia già raggiunta una sensibile effettiva riduzione della potenza britannica. Che il ministro della marina Greenwood abbia ancora ieri osato affermare che l'impero britannico riesca da tutto ciò finora vittorioso e che sia stata finora l'avia zione inglese a intimidire quella tedesca ciò non può al più — osserva la stampa del Reich — che confermare quanto sopra. Qualcu-no ha anche detto or ora Iblssùche il fronte di attacco come quel' Pirenei lo che va da Narvik ai rappresenta nientemeno che una posizione strategica inferiore per l'attaccante dappoiché l'attaccato non può che giovarsi della sua posizione centrale. Cosi potrebbe argomentare il gatto nel sacco — risponde un giornale tedesco all'inverosimile tesi. Per Londra si sa già che è a furia di errori strategici che la Germania starebbe vincendo; ed a stare ai comunicati britannici la Norvegia doveva rappresentare per Hitler quella tomba anticipata che la Spagna rappresentò per la potenza napoleonica, mentre la guerra delle Fiandre doveva segnare l'esaurimento delle sue forze. Intanto — osserva ad esempio la Boersen Zeitung — al primo tentativo britannico di misurare le proprie forze e la propria superiorità su quella italiana in Mediterraneo è fallito ed ha portato unicamente a dimostrare al mondo che non è più possibile parlate di dominio britannico nel mare Mediterraneo bensì soltanto di una pretesa dell'Inghiltena a questo dominio. E' un successo del resto — osserva il giornale — di cui l'ammiragliato britannico stesso ha preso più eloquentemente atto dichiarandolo < disilludente » e il fatto è che disillusioni di questo genere sono poi subito dopo per l'ammiragliato britannico a dismisura accresciute nell'insistente martellante azione dell'aviazione italiana che è seguita in quel mare nelle 48 ore dopo la vittoria Nel Mediterraneo è la flotta italiana che si muove come a casa sua ed esercita completo il controllo mentre quella dell'Inghilterra — ossei va ad esempio la Nnchtausgabe — vi appare prigioniera e divisa nei due compartimenti stagni fra cui la potenza italiana avendo ormai quasi del tutto paralizzato Malta impedisce ogni comunicazione. Il dominio dell'aria Il medesimo giornale mette poi in rilievo il fatto dell'insufficenza ormai evidente, dopo l'intervento italiano e dopo l'attuale azione della marina e dell'aviazione fasciste le quali si stendono e impegnano l'Inghilterra non solo nel « mare nostro » ma nel mar Rosso e nell'Oceano Indiano e nel continente africano, delle forze navali dell'Inghilterra al doppio compito di assicurare l'approvvigionamento del paese e nello stesso tempo la difesa dall'imminente attacco della Germania. Questi sono già risultati effettivi e non solo preparatori. Lo stesso viene detto dell'azione delle due aviazioni. E il Hamburger Frcrdenblatt ad esempio — il quale è anche fra i giornali che diffusamente rilevano l'immenso contributo sia intensivo che estensivo dell'azione italiana che va dal Mediterraneo all'oceano Indiano — crede di poter senz'altro annunziare prossimo il momento in cui si potrà parlare di dominio assoluto del cielo da parte delle due aviazioni dell'Asse nei confronti dell'Inghilterra. Si sa come questo munente segnò già il punto critico della vittoria sulla Francia come di quello sulla Polonia. L'autorevole organo amburghese è di parere che l'attività delle due aviazioni segni già per lo meno l'inizio avanzato di questa lotta per il dominio assoluto dell'aria nei confronti dell'Inghilterra. La seconda fase della guerra imminente è dunque per molti aspetti già cominciata e non finirà (scrive fra gli altri il Voelkischer Beobachter tirando le somme da considerazioni di questo genere) prima che 11 continente non abbia ripreso il suo naturale equilibrio la sua vera vita e la sua possibilità di lavoro libero dalla tutela britannica, t L'Inghilterra avrebbe avuto tutta la possibilità di continuare a vivere come un membro della famiglia dei popoli europei a cui le sue stirpi e la sua cultura appartengono, ma essa ha preferito cercare la sua felicità nel vasto mondo e fondare la sua ricchezza nel suo impero transoceanico. Del resto è fin dal secolo XVII che essa ha cessato di essere un paese europeo e fin da quel momento ha sempre guardato agli europei con disprezzo, superbia e presunzione, cessando completamente di difendere gli interessi europei anzi considerando come insopportabile ai suoi interessi una Europa unita. Ora a tutto ciò sarà posto il punto e basta una volta per sempre. ri l PM M il 11 1 r 111 11 ri 11 il ri f 111 in l II li 111 in 11111 rr i n 11 Da ciò il pensiero germanico risale e perviene per via del tutto naturale alla considerazione e al preannunzio di una possibile solidarietà e unione europea, una volta che l'elemento disgregatore infido ed ostile sarà espulso dal corpo del continente. Tentativi di ricostruzione e di anticipazione di questo genere — dei quali non abbiamo mancato di rendere conto tutte le volte che si sono presentati — spesseggiano ogni giorno più nella stampa tedesca e trovano tutti la loro base nella nota concezione degli « spazi vitali » e « regionali »'che formò sempre fin dal primo momento lo sfondo e il motore della politica estera del nazionalsocialismo di contro agli innaturali e rovinosi aggruppamenti dell'assetto versaglista. Nuovi orientamenti Un articolo del Boersen Zeitung tratta il problema della futura Europa gerarchicamente ordinata nella irradiazione di grandi forze direttive economiche-strategiche. Il giornale osserva press'a poco — né possiamo nemmeno lontanamente tentare di riassumere o di minimamente ci tare l'importante e diffuso articolo — come nell'epoca del traffico e dell'economia moderne nonché della moderna strategia e tecnica di guerra sia ormai impossibile concepire un'Europa ancora spezzettata all'infinito in tante piccole unità economiche e strategiche che solo dovevano necessariamente condurre a una dispersione di forze e ad ancora più pericolosi accaparramenti illeciti. L'Europa è troppo piccola per esporsi ai pericoli di tali dispersioni. II frammentarismo delle piccole unità economiche e strategiche è superato, come quello che poteva e potrebbe rappresentarne oltre tutto un pericolo di dipendenza da altri continenti. I piccoli Stati debbono avere imparato dagli avvenimenti che, profondamente rinnovandosi in tal senso nello spirito e nel costume, soltanto redimendosi da un esasperato nazionalismo ed individualismo che facevano parte della meccanicità egualitaria democratica in favore di una gerarchia di forze e mediante l'appoggio alle grandi forze direttive dei grandi imperi il quale è conciliabilissimo con l'onore e con l'indipendenza dei piccoli Stati, essi potranno contribuire alla salvezza propria e a quella del continente e alla stabilità della loro e della sua pace. Si avanza il tempo • dei grandi aggruppamenti corrispondènti cosi all'economia come alla strategia dei tempi nonché all'urgenza dei grandi problemi sociali e politici che si presenteranno da risolvere ai dirigenti dei popoli nell'Europa di domani. Giuseppe Piazza 111 Mi 111 li M il M l II limi 111111111 ti 11M11 II 111 II l il 11111 ti l E l II dsrdcgdndinlssppscdsddm La battaglia del Mar Jonio. Il formidabile tiro dei grossi calibri di una nostra corazzata Itiiiiiiliiiiiiiliiiiiilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiii limimi miiiiiiiiiiiii ■ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiii miiikiiiiii u iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiiii mimi

Persone citate: Greenwood, Hitler