Solo alle Potenze dell'Asse spetta determinare il nuovo ordine europeo di Giuseppe Piazza

Solo alle Potenze dell'Asse spetta determinare il nuovo ordine europeo Solo alle Potenze dell'Asse spetta determinare il nuovo ordine europeo Il grave colpo inferlo dalla Marina italiana alle pretese inglesi nel Mediterraneo Berlino, 11 luglio. L'eco della battaglia navale che ha chiuso con un cosi netto successo italiano il primo scontro e la prima misurazione di forze tra la potenza per diritto di casa mediterranea, e quella intrusa ed usurpatrice della Gran Bretagna in quel mare, continua a formare oggetto dei più diffusi rilievi e commenti di tutta la stampa del Reich, per la quale la partita mediterranea costituisce un fronte — e non il meno importante — di ?uella comune « guerra dei due ronti » nella quale, con coordinata azione nel nord e nel sud dell'Europa è ormai simultaneo compito delle due Potenze dell'Asse di battere l'ultimo e principale nemicò: l'Inghilterra. Risposta a Churchill Dopo le prime parziali e frammentarle notizie di ieri che recavano solo gli essenziali aspetti della situazione, non riuscendo ancora a darne quella visione di insieme che solo poteva fornire la vera misura del successo riportato, soltanto oggi la stampa tedesca è in grado di disegnare, sulla scorta del successivo comunicato italiano e .del rapporti dei suoi corrispondenti, un quadro adeguato ed organico di tutta l'azione, e può conseguentemente farlo seguire da quei rilievi strategico-politici adatti a caratterizzare e valutare per intero la portata della lezione dall'Inghilterra ricevuta. Da questi rilievi risulta in tutta la stampa tedesca la piena organicità, dell'azione combinata, che si può ben dire -, ha interessato insieme, dallo Jonio alle Baleari, tutti i due bacini, orientali come occidentale del « Mare Nostro », riuscendo mirabilmente a sventare con fulminea azione l'unità del piano nemico, il quale tendeva evidentemente ad inferire un qualche grave colpo alla potenza ed alle difese marittime italiane, indebolendole al punto da alleviare la posizione di prigionia vera e propria e di separazione in cui la flotta britannica si trova nel mare non suo, dalla potenza italiana diviso in due compartimenti stagni e completamente controllato. Ad un piano di questo genere l'Ammiragliato britannico si era preparato con tutta evidenza da lunga mano — cosi osserva la stampa tedesca — e con forze im- ■ portantissime e di gran lunga superiori a quelle con cui la controazione italiana è alla fine riuscita a controbatterlo ed a vittoriosamente sventarlo; e la preparazione di lunga mano è anche provata, oltre tutto, scrive questa stampa, dalla Improvvisa luce che viene ad assumere anche il colpo di Orano di giorni prima, il quale, alla stregua dei fatti, appare ora come nient'altro che un'azione strategica nel quadro dello sforzo di evasione e di liberazione che la flotta britannica meditava. Il colpo òfeOrano infatti — si osserva — aveva per scopo evidente di provocare e di distrarre importanti forze navali italiane verso il bacino d'occidente, per facilitare l'azione principale che si preparava. Ne è riprova in ultimo anche la domanda provocatrice rivolta da Churchill stesso all'indomani alla flotta italiana, dove mai cioè essa si trovasse mentre quella inglese agiva ad Orano. Ecco ora dove si trovava — rispondono in coro i giornali tedeschi —; essa si trovava in casa sua, cioè nel suo Mediterraneo ed era pronta e vigile, senza lasciarsi smuovere e deviare dal nemico ai suoi fini, e quanto mai agguerrita ed aggressiva, per assestare a quella di S. M. Britannica colpi magistrali come questo. Come si ricorda ancora a riprova — si continua ad osservare — la squadra britanni ca dopo la gloriosa azione di Ora no, aveva fatto le finte di ritirarsi verso l'Atlantico per ritornare in patria, ed una tale assicurazione era stata appositamente data an che dalla radio di Londra; ma il servizio di informazioni e l'atti vita dell'aviazione italiana sono stati anche superiori — ed è tutto dire — alla capacità di finta e di nascondiglio della flotta britannica; ed ecco che la marina e l'aviazione italiana combinate hanno colto al momento opportuno la flotta britannica all'inizio del suo supremo sforzo di evasione, prevedendolo e sventandolo completamente, e l'hanno costretta con gravi perdite alla ritirata ed alla rinuncia al piano. Campioni delle ritirate A. conti fatti, cosi viene tratto da tutti i commenti tedeschi il bilancio di tutta l'aziono; 1) con la concezione stessa dei suo piano iniziale la flotta britannica ha implicitamente confermato la sua situazione di prigionia nel Mediterraneo, in tutto controllato dalla potenza navale ed aviatoria italiana; 2) con la ritirata essa ha confermato la persistenza di questo stato di cose, e la sua impotenza a modificarlo od a farlo cessare; 3) essa ha dimostrato ancora che Malta non è più, dopo il martellamento dell'aviazione italiana, un punto d'appoggio capace di assicurare alla potenza britannica la comunicazione fra i due bacini mediterranei, necessaria alla sua libertà d'azione; 4) la vittoria italiana dimostra ancora una volta, come già quella tedesca ha dimostrato al mondo, che l'Ammiragliato britannico può essere capace di concepire dei piani ma non e capace di eseguirli; ed ancora una volta che la sua abilità è nella perfezione delle ritirate. « Questi risultati dell'operazione britannica — cosi chiude 11 suo commento la Deutsche Allgemeine Zeitung — stanno in linea con le tradizioni di Andalsnes, di Narvick e di Dunkerque; in tutti questi tre casi gli inglesi hanno potuto vantarsi maestri della ritirata; cosi hanno agito nel Mediterraneo non altrimenti che nel Cir colo Polare. Gli italiani hanno invece dimostrato quello che sanno osare e che sanno raggiungere ». E la Bocrsen Zeitunf/, che citiamo per ultimo a compendio di tutti gli altri giudizi di stampa, cosi scrive: « Con questa battaglia navale la lotta di decisione per il dominio del Mediterraneo è cominciata. Il primo scontro fra la flotta italiana e quella britannica ha portato ad un più che sensibile indebolimento della forza navale britannica; inoltre il nimbo di invincibilità della Gran Bretagna nel mare è anch'esso finalmente stato distrutto dagli Italiani nel Mediterraneo. Noi ci congratuliamo coi nostri compagni d'alleanza per questo importante successo nella lMtdtdhhlttcmalfthgdstsdntteMcccrdccotdcazcsilctnmptdtnaaQbptSadL loro lotta vitale per la libertà del Mare Nostro, e per il brillante contegno delle loro forze di mare e di aria». Ampi articoli recano ancora poi tutti f giornali dal fronte italiano delle Alpi, dove i corrispondenti hanno compiuto un giro, nel quale hanno potuto constatare de visu l'importanza dello sforzo compiuto e dei risultati raggiunti dalle truppe italiane in un fronte difficilissimo, agguerrito e formidabilmente difeso, che per natura e per arte era proprio il meno favorevole all'azione offensiva. In questo fronte, nel quale ad un certo punto la situazione politica generale ha consigliato alla direzione di guerra italia na di mutare piano, e di passare all'immediata offensiva, sono stati potuti raggiungere in tempo brevissimo risultati tali che solo sono stati possibili in grazia dello spirito aggressivo, delrorganizzazione, e della preparazione tecnica dell'esercito italiano. La decisione all'Asse Politicamente l'eco delle giornate del Ministro Ciano in Germania, e dei conclusivi incontri a tre di Monaco soprattutto, si dilegua compendiandosi nella risultante constatazione di tutta la stampa: che « le Potenze dell'Asse decideranno ormai da sole dell'avvenire dell'Europa, in tutti i settori », e cioè cosi nel nord e nell'occidente come naturalmente nei settori sudorientali e balcanico del continente. La solidarietà delle Potenze dell'Asse, alla quale si è sempre con convinzione, disciplina e fede associata la politica dell'amica nazione ungherese, ha costituito ancora una volta il soddisfacente risultato che è venuto fuori dagli incontri di Monaco; la tradizionale amicizia, la concordanza ed il coordinamento della politica dei tre Stati sono rimaste confermate nel supremo ed ultimo intento di mantenere la pace in quel settore: pace che è tutt'altro che inconciliabile, anzi che è l'unica via adatta al raggiungimento di quei fini di ordine, di giustizia e di stabilità, che le Potenze dell'Asse si sono sempre in questo come in ogni altro settore proposti, e che con la vittoria non mancheranno di aleggiare in tutto il continente. Questi scopi, e la relativa via da battere, col mantenimento della pace, in cui la solidarietà dei tre Stati si è ancora una volta collaudata, sono poi tanto più importanti in quanto che, si osserva in tutta la stampa e come non più tardi di ieri ancora il discorso del Sottosegretario di Stato britannico al Foreign Office Buttler ha dimostrato — e come le pubblicazioni documentarie a getto continuo dei Libri Bianchi tedeschi quotidianamente comprovano — invece proprio lo scopo ed il sistema opposti sono, quelli che costituiscono la politica e l'azione della Gran Bretagna, la quale si afferma ora come prima nel fine dell'allargamento del conflitto, a cui non ha mal rinunciato, sia in riguardo alla Romania che in riguardo alla Turchia, alla quale — come i Libri Bianchi tedeschi dimostrano — era stato a suo tempo promesso come premio il Dodecanneso: con quale possibilità di successo per altro comincia a dimostrare la ba tosta di Capo Spartivento. In que sii sensi ed in questo spirito — concludono i giornali — rincontro a tre di Monaco deve essere registrato come un'altra tappa in avanti nella lotta contro l'Inghilterra, che è la lotta della politica costruttiva contro la politica distruttiva. Sono le Potenze dell'Asse a cui spetta ormai da sole di determinare il nuovo ordine d'Europa: di questo annunzio di certezza e di vittoria è sempre più piena la stampa tedesca, sia di fronte ai problemi occidentali posti dalla capitolazione della Francia — come dai tentativi costituzionali di carattere evidentemente evasivo e profittatore della sua sconfitta classe politica, di cui la stampa tedesca continua ad occuparsi — come anche di fronte a tutti i prò blemi della ricostruzione politica e della riorganizzazione della convivenza europea di domani, in ogni altro settore. Molto rilevato è, a questo proposito, anche il discorso dell'altro ieri del capo del movi mento ideologico del partito nazionalsocialistà Alfredo Rosenberg: il quale, prendendo le mosse dai problemi della comunità ger manica di tutto il nord scandina vo, ha disegnato le prime linee di una nuova Europa, strettamente continentale, e spiritualmente e storicamente ordinata, nel quale le piccole nazioni, superato il deleterio frammentismo passato, appoggino finalmente e coordinino, secondo natura, — e raggiungendo il massimo del loro sviluppo cosi politico che Culturale ed economico, nonché di difesa e di stabilità — i loro interessi alle grandi forze determinanti dello spazio continentale in cui vivono. Giuseppe Piazza Pp

Persone citate: A. Conti, Alfredo Rosenberg, Churchill, Libri Bianchi