L'ultimo errore per l'ultima illusione di Giuseppe Piazza

L'ultimo errore per l'ultima illusione L'ultimo errore per l'ultima illusione Berlino, 5 luglio. C'è voluto un mese solo, ed un mese proprio preciso, dal 5 al 5 — dappoiché pare che talvolta anche la storia non disdegni la più meticolosa regia delle date — dall'inizio della decisiva battaglia continentale sferrata dalla Germania, perchè il Governo francese fosse indotto a prendere la sua decisione odierna di rompere i rapporti diplomatici con l'Inghilterra. Questa rapidità assolutamente scattante di un avvenimento e di un rovesciamento di cosi grande portata, che segue del resto il moto di tutte le altre riprese europee dalla mortificazione versaglista, comprova anzittutto la innaturalezza, la compressione, lo sforzo ed in definitiva la insostenibilità delle pressioni a cui la tirannia britannica costringe I' Europa nella camicia di forza del suo esclusivo interesse. Non appena la spada tedesca ha reciso i violenti legacci di questa costrizione, e l'Inghilterra ha mostrato la sua vera faccia, tutto ritorna di scatto secondo natura, ed il continente assume le posizioni che la sua vera e non traviata legge di gravitazione e di equilibramento storico, geografico, morale ed economico su se stesso gli impone. La riscoperta e la riaffermazione dell'esistenza di questa legge de zve essere garanzia'agli europei oheldopo il tormento e la sofferenza presenti, indubbiamente prosperosi e fruttuosi periodi di pace e di lavoro sono dalla sua natura stessa e dalla Provvidenza messi in conto al loro continente, che non è necessariamente assegnato ad essere sempre una bolgia infernale ed una selva selvaggia dove l'uomo sia lupo all'uomo, e le nazioni rovina alle nazioni. Lo squilibramento rovinoso di questa legge era calcolatamele coltivato e mantenuto da una forza estranea e inframmettente, la quale agiva a j mezzo di un complicato sistema di vuoti artificiosi e di conseguen- ti risucchi, di traviamenti e di di- visioni, che necessariamente spo-1stavano e discentravano le forze Iverso di lei, in servizio finale di un astuto interesse estraneo e so- i stanzialmente nemico allo « spa- zio » europeo. Non appena la ri costituzione completa e la ripresa delle due principali di queste forze continentali dall'Inghilterra tentate di tenere in sofferenza ed in perpetua debolezza, la Germania e cioè P Italia — non si può a meno di aggiungere anche la ricostruzione di quell'altro vacuimi di speculazione britannica che fu secolarmente la Russia — si sono manifestate in pieno, ecco che la Potenza falsarla, perchè indebitamente egemonica, ha potuto automaticamente essere ricacciata indietro alle sue vere posizioni e proporzioni extraeuropee. Sono queste ad un dipresso le :considerazioni che 1 avvenimento desta nella stampa tedesca: dove naturalmente non si affrettano IItempi, e non si perde il senso del- le proporzioni, dei rapporti e delle|distanze. Essere in rotta con ì no- stri nemici non significa affatto naturalmente essere nostri amici, ;e nemmeno, a dirla propriamente, essersi creato un titolo per l'acqui- sto della nostra amicizia. La que|stione dei rapporti tra Francia e ,nwne tedesca è quella dell crmai Inghilterra — si osserva insomma a Berlino — è una questione che riguarda personalmente la Francia, e che la Germania, dall'altezza della sua posizione di vittoria, può guardare con £>oi<i>cran'tat, come qui si dice con parola f-anceslzzante, cioè a dire con una relativa indifferenza superiore, che non può influire nè incidere in maniera alcuna nella sfera nè degù atteggiamenti nè delle decisioni nè d rlie maturazioni politiche della Germania, le quali oramai obbediscono soltanto alla affermazione d»l riscatto continentale ottenuto con la vittoria delle armi. La sola constatazione emergente che il fatto della rottura delle relazioni diplomatiche francobritanniche può destare nell'opi- assoluto e totale isolamento dell'Inghilterra, isolamento al quale il sangue di Orano mette ora il coperchio della indignazione di tutto il mondo civile. Ma una Francia in rotta con l'Inghilterra non è ancora naturalmente una Francia redenta dalle sue colpe e dai suoi errori, nè dalle sue reali posizioni e rapporti internazionali. E' soltanto una Francia posta dalla ferrea logica del suo stesso destino davanti ad una realtà ammonitrice, ormai eloquente ed indiscutibile, che essa però ebbe il torto di non avere per anni e per decenni saputo nè voluto presentire, e nemmeno ascoltare quando la Germania gliela faceva ripetutamente presente. Per una redenzione vera e propria non basta una mediocre lezione dei fatti: occorre dar prova di averne tratto profitto, occorre cioè per la Francia, dopo lo sforzo ed il travaglio della crisi presente, trovare la forza morale per salire a superiore sfera di coscienza, cosi politica come sociale che economica « continentale v che formerà da domani la sola atmosfera possibile di respiro europeo. Sono novecento anni di diplomazia e di varia ed alterna belligeranza britannica sulla base del divide et impera, che con l'avvenimento odierno vengono liquidali — osserva in complesso tutta la stampa del Reich — ; ed il mondo ldelle concezioni britanniche di po' j litica estera si scuote tutto ed esce fuori dai suoi cardini tradizionali. Non vale — si ricorda a coloro che sanno la storia ma che non sempre l'hanno tutta presente — il ricordo della vicenda napoleonica. Allora vi erano almeno in Europa tre grandi Potenze, oltre ad una sene di piccoli Paesi, che concepivano le loro sorti legate a quelle dell'Inghilterra. Oggi l'Inghilterra è invece compie tamente isolata, e anche moralmente oltreché materialmente l'isolamento oggi si completa, do- P° l'aggressione di Orano, con un verei e; proprioib^do della coscien za ,9lvlle dell umanità; il blocco 1 ^wnMeto. ^1*™%%$" I completamente a danno dell In¬ ghilterra le posizioni, e questo nuovo rovesciamento si aggraverà ormai di giorno in giorno sempre più contro di essa; ed infine, allora, le armate di Napoleone per ben due volte si tennero pronte a Boulogne per balzare contro l'In- fhilterra, senza riuscirvi, perchè a Abukir a Trafalgar l'Inghilterra aveva inflitto colpi troppo gravi alla flotta francese. Oggi tutte queste cose sono completamente mutate e diverse; e tino a che le Trafalgar di Churchill si chiamano Orano, il continente potrà sempre ascriverle al proprio attivo, e passare senz'altro all'ordine del giorno del suo imminente attacco all'isola, nel suo duello definitivo col continente. Sono cose osserva la stampa tedesca com- : mentancio oggi il discorso di Chur chjnt neI qUale l'impudenza della difesa morale dell'aggressione di I Orano si associa ad una riprova della costituzionale incapacità di | comprendere nuove situazioni po utico-militari -•- che l'Inghilterra imparerà ben presto a ; spese, proprie Giuseppe Piazza

Persone citate: Boulogne