Come si è battuto il settimo Alpini

Come si è battuto il settimo Alpini Il reggimento di Balbo Come si è battuto il settimo Alpini Settimo alpini: battaglioni «Feltre», «Cadore», «Belluno»: reggimento d'acciaio: da monte Raio ad Assaba, dal Caurlol a Val Calcino, dall'TJork Amba a Mai-Ceu: 53 anni di vita: 6 medaglie al valore ai battaglioni: 16 medaglie d'oro, 949 d'argento e di bronzo ai singoli: 8 guerre: 40.800 combattenti, 4090 caduti, Le tradizioni e le glorie si rinnovano: suil'Enchastraye splende ancora una volta l'eroismo degli alpini del settimo! E' il venti di giugno: il settimo, che fa parte, assieme all'undecimo ed al quinto artiglieria alpina, della gloriosa divisione « Pusteria », si sposta dalle sorgenti de! Tanaro, dove è rimasto per brevissimo tempo, alla testata di Val Stura. A scaglioni successivi, sono affluiti i forti battaglioni, nel fosco vallone del Puriac, il triste fossato parallelo alla cresta di confine: li ha preceduti il Feltre che, mandato avanti in autocarro, ha già preso parte ad ardite ricognizioni dal Colle Lauzanier nel sottostante vallone. Giunge l'ordine di operazione: alle ore 4 del 23 giugno, il 7" Alpini attaccherà su ampia fronte, dall'Enchastraye a Monte Ventasuso per conquistare lo spartiacque fra il Vallone di Lauzanier e la Val d'Abries, in collegamento con l'Ho Alpini che attaccherà, invece, il Col de la Pelouse dal versante meridionale: obiettivo, per entrambi i reggimenti, l'abitato di Jauslers, da raggiungersi rispettivamente per i valloni di Abries e eli Verdon. Il 7" parte all'attacco: la notte è oscura, il terreno difficilissimo, la salita asperrima: si cammina verso i 3000 metri. Neve, tormenta, gelo: i portatori, carichi all'inverosimile, faticano ad assicurare i rifornimenti: un fitto nebbione avvolge le cime e la valle: nonostante tutto, i reparti salgono incessantemente: il « Feltre » a sinistra, scavalca il Colle Lausanier e supera l'Enchastraye; il «Belluno », a destra, passa i colli di Ball e di Goretta: il « Cadore » è di rincalzo: tutto il reggimento è saldamente in pugno al suo valoroso comandante e avanza, inesorabile, verso gli obiettivi. Il nemico — ora che è giorno — pur nella nebbia, si accorge del movimento: non crede in un primo tempo a tanta audacia: « che uomini sono mai codesti che passano dove sembra impossibile passare, in una simile bufera di neve e di tormenta? ». Eppure son proprio soldati d'Italia, e quali soldati! Si rovescia, allora, sui reparti che attaccano, un uragano di fuoco: sparano tutti i forti, tutte le batterie in caverna, tutti i mortai della zona: i tiri sono precisi: tutto il campo di battaglia è perfettamente inquadrato. Incurante della violenta reazione avversaria, tetragoni alla tormenta ed al gelo clie agghiacciano le mani sul calcio del fucile, gli alpini proseguono l'avanzata e raggiungono, a notte, le pendici del Lauzanier, il Lago di Lauzanier, la Cabane Donadieu. La linea di confine, formidabile per posizione naturale e per apprestamenti, è largamente superata: la testata della Valle Lauzanier è in nostro saldo possesso. Le truppe pernottano all'addiaccio, sulle posizioni raggiunte: terribile notte di guerra! La tormenta flagella, implacabile, gli alpini: molti casi di assideramento si verificano. Giunge notizia che l'il0, sulla sinistra., ha incontrato forti resistenze: l'azione sarà proseguita frontalmente verso la valle d'Abries e, sulla sinistra, per tentare, in collegamento con VII0, l'aggiramento della cima De Pelouse « del Col des Fourches. Alle tre si riprende l'avanzata: fli alpini affondano in mezzo mero di neve fresca, le artiglierie nemiche colpiscono furiosamente e con precisione uomini e posizioni, le perdite in morti e feriti, ufficiali e soldati, aumentano di ora in ora; le truppe sono stanchissime, ma proseguono fino a coronare la testata della Val d'Abries. Manca il collegamento a sinistra con l'il»: ma ecco che, alle 22 aue compagnie del « Trento », partite tre ore prima dal Col de La Vigne, cominciano ad affluire al Lago di Lauzanier, guidate da una valorosa medaglia d'oro tren tina. Ormai la vittoria è vicina: nell'infuriare della tormenta è scesa la notte fonda: si riprenderà l'azione all'alba e nessun più potrà fermare la valanga alpina. Alle 3.45, mentre i reparti si stanno disponendo per il definitivo sbalzo, giunge l'ordine di ces sazione delle ostilità: gli ultimi colpi del cannone nemico salutano la vittoria italiana. Dalle selle, dalle cime ragglun te, coronate di alpini, nel primo chiarore mattinale, I soldati vedo no la valle, e i boschi e la spuma del torrente: ecco l'Abries, ecco Jausiers; ecco, lontana, in fondo, Barcellonette, la città natale di quel torvo figuro che ha nome Reynaud. * * li 7° Alpini ha composto i suoimorti nella pace del piccolo cimitero montano, sotto il colle ormai superato: essi fanno buona guardia, lassù! I ritornati, serrati nei ranghi, ascoltato il servizio divino, hanno chiamato alto nel cielo il nome di un altro alpino del settimo, del migliore di tutti loro, di un puro eroe del battaglione « Cadore ». scomparso in una fiammata nel cielo dell'Africa Romana: « Italo Balbo ». Angelo Manaresi l soldati del VII Reggimento Alpini assistono alla Messa al campo in suffragio di Italo Balbo.

Persone citate: Balbo, Goretta, Italo Balbo, Raio, Reynaud, Verdon

Luoghi citati: Africa Romana, Assaba, Belluno, Italia