In ricognizione su un sommergibile

In ricognizione su un sommergibile In ricognizione su un sommergibile Verso il mare aperto attraverso gli sbarramenti minati - Missione di guerra nella notte - Cosa si vede e cosa s'impara sui nostri sottomarini Come è stato silurato il " Calypso (Da uno dei nostri inviati) Dal sommergibile « S », Il sommergibile scivolava fra le sagome delle navi da guerra, le boe, 1 gavitelli. Soldati e ragazzi guardavano da riva, marinai che salutavano da bordo dei dragamine che passavano vicini e qualcuno facendo delle mani un microfono gridava: « In bocca al lupo! ». Mi ero imbarcato a bordo dell''- S... » due ore prima, felice. Ero 11 primo giornalista a compiere una missione di guerra a bordo di un sommergibile. Preso regolarmente in forza, regolarmente equipaggiato, regolarmente assegnato a un turno di vedetta in torretta, regolarmente armato con un binoccolo. Sul sommergibili, subito dopo i siluri e, più che i cannoni, le mitragliere binate i moschetti da sbarco e le pistole, le armi più importanti sono proprio i binoccoli. Potenti, luminosi, di vasto campo. Le vedette in torretta sono disposte in modo da assicurare l'ispezione completa dei 3G0 gradi dell'orizzonte. Molte volte la vita o la morte di uno dei Saltelli, in un duello fra sommergibili, dipende da chi ha avvistato il nemico con mezzo secondo di vantaggio. Mezzo secondo — un lampo! — di vantaggio, vuol dire la vittoria. — Ci vedete bene? — mi aveva domandato il comandante B. — Bene. — Alla prova. — Pronto. « Idoneo ! » Guardare la carta, qua, più lontano, più vicino, poi più lontano ancora; leggere quella scritta mimetizzata, distinguere il numero degli uomini a bordo di quella barca: Riuscirò? Quante finestre ha quella torre, che segnale fa quel posamine, che colore ha quel guidone... e poi, finalmente, un sorriso e: — Idoneo! — fui dichiarato. Mentre uscivamo dalla rada vedemmo la sagoma del sommergibile B... avvicinarsi alla nostra rotta e le lance che gli andavano incontro e gli equipaggi che da bordo di tutte le navi gli facevano festa. Rientrava dopo due settimane di crociera lontana, in un mare zeppo di unità nemiche. Vittorioso. Ne aveva silurato una: l'incrociatore inglese Calypso che era affondato in pochi minuti centrato in pieno. E ora, a bordo, il suo comandante, il triestino trentacinquenne Franco Tosoni Pittoni, aveva ancora i gradi di tenente di vascello: ma appena sbarcato, i suoi camerati della base sommergibili gli avrebbero consegnato il berretto e addirittura una beila giacca nuova con i galloni da capitano di corvetta e il distintivo della promozione per merito di guerra decretatogli dal Duce. Un capolavoro di audacia, di tecnica, di rispondenza dell'equi paggio, questo siluramento. Perchè esiste uno stile anche in questo modo di fare la guerra. Esistono leggi di eleganza anche nella scherma sottomarina. Il B... nella notte tra l'il e il 12 era in agguato, con la sola torretta emersa. La luna era tramon tata, la visibilità non era ecce! lente. Ad un tratto, fra le quattro vedette che erano di guardia, fu proprio il comandante che avvistò due sagome scure. Calcolò rapida mente, quattromila metri di di stanza, sagome snelle, cacciatorpediniere. In fondo, in fondo... ecco, forse un'altra coppia di caccia. Dislocati e naviganti come scortassero ben più grosse unità. E infatti: («Tutta forza! » aveva ordinato il comandante), dopo sei minuti, ecco altre due sagome .due navi grosse, incrociatori, a 1600, a 1200, a 1000 metri. Venivano addosso al sommergibile, anche i caccia ormai lo avevano avvistato, volgevano su lui la loro prora. E allora il comandante Tosoni fece una cosa stupenda. Non aveva il tempo di ricorrere agli apparecchi, di darsi all'acrobazia dei calcoli. Fece il calcolo a occhi, mirò 1 suoi tubi di lancio come se si fosse trattato di un fucile, di una pistola. — Fuori! Ripetè: — Fuori! Tutto il cuore dell'equipaggio navigava con quel siluro. Avrebbero potuto indirizzarlo a uno dei caccia che stavano per andargli addosso ed erano i più pericolosi. Ma il colpo buono era l'incrociatore. E cosi sicuro era il comandante del suo colpo, che nemmeno fece eseguire il doppio lancio, cosidetto in coppiola. Difatti una esplosione, una colonna di acqua, di fumo fitto, di materiali... Il Calypso sbandava a vista d'occhio, spacciato. Affondava così rapidamente! Invece di porgergli soccorso l'altro incrociatore gemello fuggi a tutta forza, lascio ai caccia il compito dei salvataggi e del contrattacco al sommergibile. Ma questi ormai si era immerso con rapidità sbalorditiva. A una quo ta di cento metri, fermissimo, at tendeva il suo destino. Sentiva agli idrofoni le esplosioni fitte delle bombe di profondità che i caccia lanciavano a dozzine sulle rotte ipotetiche sottomarine che credevano stesse facendo. Talvolta lo scoppio era cosi vicino che lo scafo sussultava. La morte po teva arrivare in un attimo. Senza scampo. Ma a stare cosi immoto le probabilità di essere colpito erano assai inferiori. Tra i campi della morte Poi il mare non bolli più intorno. I caccia si allontanarono con le bandiere a mezz'asta. Il som•nergibile nostro, all'alba riprese i sua crociera, padrone del mare. Evcmcctnavncddlgs o i i . e e o , o o i l a n a e i e e e a o o E adesso rientrava. Uscivamo noi verso un punto X di agguato. Ora udivo un canto lontano, canto di guerra sul mare, assai meno popolare dei canti della trincea e senza una letteratura: ma cosi suggestivo! Guardavo dalla torretta le sezioni di marinai del nostro equipaggio schierati a prua, a poppa, sull'attenti. Passammo vicino ad una nave immensa e il nostro sommergibile era grande come una delle sue torri trinate; da bordo ci salutarono: il fischio del nostromo arrivò fino a noi, lunghissimo. — Posto di navigazione in guerra! La voce del comandante suonò semplice e chiara. L'ordine fu ripetuto nell'interno del sommergibile, arrivò alle macchine, alle camere poppiere e prodiere dei siluri, al quadrato, alla cabina-radio, alla cabina idrofonica. — Guardia impari! L'equipaggio di un sommergibile è diviso in due turni. Guardia impari e guardia pari. All'ordine, la guardia impari si collocò ai posti di combattimento. I timoni di profondità furono abbattuti di 45 gradi per essere più pronti all'immersione. Sera. Da bordo facemmo il segnale di riconoscimento alla porta di un colossale sbarramento di mine e di ostruzioni parasiluri. E il mare aperto! Ora il sommergibile seguiva una rotta strana. Il comandante non si muoveva dal timone. Leggeva in una sua carta segreta, seguiva una strada attraverso 1 « campi della morte ». un corridoio nei campi di mine della fascia di sicurezza. Calma piatta. Una quiete, una quiete! E sarebbe bastato spostare la rotta di pochi metri, soltanto di pochi metri, commettere un piccclo errore di calcolo, banale, che so: sette per otto cinquantaquattro, uno di quegli errori che a commetterli nella vita di tutti i giorni si ride e si rifa l'operazione, bastava quasi niente, per intricarsi nella selva delle mine, essere percossi dallo schianto immane, affondare in pochi secondi. Ci sono sommergibili che si inoltrano nel labirinto minato anche quattro volte al giorno. Non c'è un'altra marina da guerra che superi questi collaudi di uomini e di macchine. Da una batteria, da un forte, da un punto di vedetta ad un tratto balenò un segnale. Calmo, un sot tocapo segnalatore manovrò la « trappola », la lampada per le segnalazioni « Morse », e diede il nominativo del nostro sommergibile. Stavamo per uscire dalla fascia di sicurezza. Fra poco non avremmo più dovuto percorrere con cautela la rotta segreta tra le sfere sini stre delle mine; il p?ricolo diven tava un altro. Un pericolo entu siasmante — e non è retorica — un pericolo che nei marinai, negli ufficiali metteva un'allegria infinita: giostrare con un sommergibile nemico, infliggergli il suggel- frlmlo tremendo della nostra superio- rità. Una superiorità che non è fatta soltanto di macchine, di acciai, di congegni, di armi. Superiorità del materiale umano. Sono anni che noi alleniamo severamente gli equipaggi della flotta sottomarina più potente del mondo. Quando sifarà la storia della guerra di Spa-gna si saprà quale mirabile col-laudo abbiano avuto i materiali, gli equipaggi imprestati al gover no di Franco. La marina italiana è stata chiamata la <t silenziosa quegli eroici sommergibili «• C » che hanno fatto la guerra di Spagna meritano questo motto: « Silcnter eloquens », silenziosamente eloquente. Un'eloquenza fatta di vittorie, degna di Mussolini. Ora, soltanto un materiale umano eccellente può fornire tanta dovizia di stati maggiori e di equipaggi di sommergibili. La guerra attuale sul mare rivela proprio questo: che non basta il molto oro. non bastano gli acciai a tempere stupende, le macchine precisissime, l'abbondanza di carburante, di metalli pregiati, di apparecchi, ma per armare molti sommergibili occorre una ricchezza che non ha- valutazioni di borsa. La ricchezza dei popoli entusiasti, lo splendore del popoli che esprimano uomini che vogliono vivere con poesia, che amano il pericolo, la avventura, il combattimento ed il sacrificio Tutto qui è il segreto. Perchè fra Inghilterra e Francia non han-! no tanti sommergibili quanti ne, abbiamo allineati noi italiani? Perchè la stessa America, l'America straricca, che profonde i miliardi come fossero noccioline, ha meno sommergibili di quanti ne conta la nostra flotta? Non paggi, altissime ed ingorde indennità Non riescono a creare una ufficialità specializzata nella naviga zione sottomarina: perchè e ame- ricani e inglesi e francesi amano ] la vita comoda, le chiare cabine idelle grandi unità, le mense raf- Sotto coperta riescono a reclutare equi- 'nemmeno allettandoli colle i finate, il tè alle cinque, lo wisky gelato, ben gelato alla sera, il corredo a portata di mano, acqua abbondante e fresca Navigavamo in emersione nella ! notte plenilunare. Io scesi sotto. coperta, andai a vedere come dor-: mivano i marinai del turno « fran- ! co ». Una coperta stesa sul ferro del pavimento, magari sotto le teste di una coppia di siluri. Niente materassini, niente amache o| brandine del tempo di pace. Tutto ridotto al più scarno essenziale.1 Anche le razioni viveri, gustose ed ; abbondanti, ma nessun genere voluttuario. Quintali di corredo, di' arredo, di contorni alimentari in l meno. Quintali di proiettili per ili cannone, di razzi, in più. Ma a bordo dei sommergibili inglesi, nossignori: non si può. C'è una frase inglese che dice, anzi è una massima oxfordiana: «Vivere senza conforti è vivere inutilmente ». Forse per questo si calcola che fra equipaggiamento, razioni viveri, fondo corredo, ogni sommergibilista inglese pesi sul suo vascello qualcosa come trentacinque 0 quaranta chili di più d'ogni marinaio italiano. C'è una gerarchia dei valori sommergibilistici. La guerra in Mediterraneo l'ha sanzionata. Primi noi italiani. Seguono i francesi. E poi, ma molto dopo, gli inglesi. lo ho raccontato come due nostri caccia affondarono due grossi sommergibili nemici e come i comandanti ritennero che questi fossero francesi. Ebbene, non fu tanto per la sagoma, per le caratteristiche di costruzione, quanto per l'agilità della manovra. « Gli inglesi — mi diceva testualmente il comandante del nostro sommergibile — avrebbero manovrato assai più pesantemente. Goffamente ». Gli inglesi hanno una condotta di guerra sottomarina lenta, priva di audacia. Giorni fa un loro sommergibile fu speronato perchè, malgrado fosse giorno pieno, stava in mezza emersione e manovrò lento e male. Proprio ieri un altro sommergibile inglese è stato affondato presso un punto Y della nostra costa perchè stava fuori con tutta la torretta senza vedette, senza periscopio armato. Fra 1 nostri caccia ed i nostri sommer- ! gibili, che si calcola abbiano af rondato in meno di due settimane di guerra oltre dieci unità sotto ! marine nemiche, il riconoscimento : fra unità inglesi e francesi è fatto dipendere appunto soprattutto dal la eleganza, dall'audacia, dalla ; sveltezza della manovra, i Ancora: la tecnica di guerra 1 sottomarina dei francesi, e più de j gli inglesi, considera il sommergi i bile soltanto una nave da agguati a o o che, silurando, deve fare il buon affare dell'affondamento. Evitano l'impiego da ricognizione, i compiti eccezionali... Hanno paura di rischiare troppo. Per questo i francesi hanno perduto la guerra. Per questo la perderanno gli inglesi. Ed intanto che io intessevo col comandante B... queste considerazioni, il nostro sommergibile si preparava al duello con le unità nemiche che avessimo incontrato. Trasparente notte stellata e nemica la luna al nostro navigare. Talvolta il fiume di brillanti distesi sul mare ci prendeva nel suo flutto, vestiva lo scafo di candore e di luce. Un falso allarme Basta, parlare. Stare attenti, attentissimi, bisof nava. La vita di tutto il battello poneva dipendere dagli occTii di uno di noi, che guardavamo intorno. Allagati i tubi di lancio, aperti i cappelli dei siluri, allagate le casse zavorra, pida » lo °p» imponderabile. Tutto calmo. Un silenzio^infinito.^In plansonPieno assetto di guerra. Erava- stmo pronti a quelle immersioni prò- vdigiose che i nostri sommergibili gr^escono a compiere in quaranta- scikque secondi! Ore 23.55. Navigazione a dodici <nodi. Tutto calmo. Il sommergi- dbile che navigava, di conserva con psallagata la < ra- S[lio di distanza. Fra dieci minti- 5 ^ punto X ci saremmo divisi: lanoi si scorgeva, scuro, ad un mi- esso avrebbe deviato verso il suoìspunto di agguato, noi avremmo ' dproseguito verso il nostro punto di ascolto. Ore 23,57. Legati al fi eia, sulla tavoletta delle rotte, nctostchissà come, era rimasta la pagi-lSna di un libro di versi. Tanta luna 0che si potrebbe leggerli. Guarda-, ivo ora coi binoccolo, fermo al mio posto di vedetta. Talvolta la ten i illuni il in unni il mi in111nnil ni<ilinini il111m111n1 sione diventava tanta che non pensavo più e quando ritornavo a pensare, m'indispettivo, come se pensare dovesse distrarmi. Ore 23,58. Niente all'orizzonte. Stelle, mare, mare, mare placido, bello, da barcarola. Silenzio. E poi, ecco, ad un tratto, la mano di un marinaio, stesa: — A dritta, attenzione! Mezzo miglio a dritta, come un inizio di scia. Il comandante guardò in quella direzione. Anch'io. Le altre vedette restarono a scrutare i loro 45" di orizzonte, allargarono l'ispezione alla porzione che restava scoperta momentaneamente. L'ufficiale alle armi pronto, vicino al telegrafo di lancio. Aveva accostato la mano ai pulsanti che comandano dalla torretta il lancio immediato. — A dritta, mezzo miglio! Il timoniere — bisognava vederlo! — pareva un'unica massa nervosa, pronta a guidare le acrobazie con le quali si suole scansare un siluro, scansarne, due, quattro... , ,, Per la terza volta la voce della vedetta: — A dritta, tre quarti di miglio. Ecco, ancora la spuma sospetta, un inizio di scia, un ribollire d'onda, per un attimo, sul mare, che era come una lastra... Ecco, ecco... — Attenzione! Vidi il sorriso tranquillo del comandante, vidi che spostava la sua attenzione a prua. Niente. Non era stato niente. Un delfino. Il comandante lo disse, forte, forse per me: — Un delfino! Delfino o siluro, questi uomini non s'erano spostati un attimo dal loro punto di vedetta, non avevano dato un segno di emozione. Ed io cominciai ad imparare la vita della guerra sottomarina. Ci sono sommergibili, ad esempio l'affondatore del Calypso, che fanno « missioni » lunghe un mese, ed anche più. Gli equipaggi vivono 'sempre a questa tensione. I loro j nervi sono pronti come le corde ! di un'arpa. Uomini ormai fatti speciali. Diversi da tutti gli altri. ! Ordinaria amministrazione, per loro, è il rischio. La quiete placida, il riposo calmo, sono l'ecce| zione. La notte mediterranea inarcava sopra di noi i suoi splendori. Il nostro compagno di squadriglia stava scomparendo, se ne andava verso il suo destino, l'orizzonte in gniottiva l'ombra della sua sa soma. Eravamo soli. Sommergibile <s ». sei ufficiali di vascello, due di macchina, cinquanta «ca pi , e 4 COmuni ». e un giornalista. Soli. Un cannone da 102/35, 5ù"e mitragliere^Dinate e"otto'tubi lancia-siluri. Avevamo una mis- ìsione che ad ogni minuto poteva ' darci un duello mortale. E ciascu no di noi era calmo e sereno. Sicuro di vincere. Il rumore dei motori era sommesso. Lo sterminato silenzio lo assorbiva. All'orizzonte nulla di nuovo. Il fascio lunare lS.era spostato dalla nostra rotta, 0ra il sommergibile navigava nel, i'ombra profonda, Attilìo Crepas Missione di guerra col sommergibile « S... ». Il comandante scruta l'orizzonte.

Persone citate: Crepas, Duce, Franco Tosoni Pittoni, Mussolini, Tosoni

Luoghi citati: America, Francia, Inghilterra, Spagna