Lo scarico

Lo scarico Lo scarico . . non si riesce a misurare. L rie cliezza, e liane, c tesoro per noi che ce n'andremo presto, per voi che ci siete e rimanete, per quelli che verranno. Via l'acqua della Conca ! L'acqua deve scorrere ! Non c'è da piangere, c'è da lavorare!... Mano al badile e alla vanga! Tutti quanti siamo! — Ma come s'ha da fare? — Che s'ha da fare ! — Che pensieri avete, Leonardo ? — Mano alle vanghe ho detto tutti quanti siamo, al lavoro ! E senza far questioni di confine: di dove deve passare, passi ! — gridò il vecchio, dominando le voci — Ma se non vi spiegate ! — Lasciatemi il comando ! — E ve lo lasciamo!... Il vecchio s'avvicinò al muro e tracciò la pianta della conca. — Da oggi a domani, faremo una fossa. Arriveremo con essa al torrente Buzzetta : quando ci saremo, avverrà lo scarico in un momento ! Via 1' acqua dalla Conca ! Il vecchio s'armò della vanga s'avventò come un forsennato contro il limite prossimo, che chiamavano il fossetto. Un quarto d'ora dopo, era un drappello che manovrava con impeto, cavando terra e ammonticchiando d'un lato. Tre giorni appresso, il carrettiere, risalendo dalla marina, si stupì di passar dalla Conca senza che il suo cavalluccio immergesse i piedi nell'acqua. — Che avete fatto, Leonardo? Il vecchio, stanco ma tranquillo, stava a sedere davanti alla casa, osservando il cielo. — Ho fatto quel che dovevo fare — rispose —. Il resto lo farà il sole. A ponente, difatti, il cielo si apriva. Rosso di San Secondo incinic in i iiiiiiiiiimiiiiimii La chiamavan la Conca, perchè, di forma concava, si stendeva dai piedi del monte alle leggere colline, che poi digradavano verso il mare. Contrada, del resto, ubertosissima, per vigne, oliveti, e distese di grano ; ma sopratutto per la frutta da tavola, che, quando l'annata diceva di % 6ì, faceva piegar le rame per il gran peso, e se n'empivano canestri e corbelli, se ne caricavan furgoni per il mercato. Ma quest'anno pioveva ; pioveva che pareva non volesse più smetterla. La Conca era sazia, ne aveva inghiottita tanta e poi tanta d'acqua: ne aveva fino alla gola, ne gorgogliava, ne era oppressa, affogava. Quegli otto coloni tra cui era diviso quel pezzo di terra, incontrandosi sui viottoli, s'interrogavano con gli occhi e poi con la voce : — Che te ne pare, Beppe? — Dico che non la può durare. — Anch'io lo spero; ma se dura? — Se dura... Beppe scrollava le spalle e s'allontanava senza nemmen salutare. Gli uomini soffrivano come le piante. — Oh, che musi fate quaggiù ! Sapete che siete da ritrattare ! — gridava dalla serpe del suo carretto, un carrettiere bizzarro, che ■viaggiava tutto il giorno da un paesello del monte sino al mare, e ritornava indietro allegramente, parlando con il suo cavalluccio, quando non incontrava persona da apostrofare. — Si vede che il tuo ronzino non soffre l'umidità! — gli rispondeva qualcuno della Conca, lampeggiando gli occhi per la rabbia. — Chi te l'ha detto che non soffre? L'ho curato da un mal di reuma. Vedessi che lettiera gli preparo ogni sera!... S'è guarito e scalpita ! — Scalpita anche la testa del suo padrone ! — Eh no, che me la tengo a posto con tutt'e due le mani. Lo stesso non potete dir voi, che, per quattro gocce d'acqua, allungate il muso, e buttate gli occhi in un fosso. —■ Io direi che tu sei un asino, se non stessi sul carretto invece di tirarlo ! — Sto sul carretto e non sternuto, nemmeno con qnest'ariaccia ! — Scendi a ogni osteria a far benzina ! — Un bicchierotto tien su il morale e risana ! Ma tu piangi, perchè, quest'anno, ti par che venga un po' annacquata la tua vigna ! — Carrettiere del malaugurio — Il malaugurio ve l'attirerete da voi stessi con il vostro musac ciò da funerale. Contadinacci senza raziocinio ! — Se fossi qui, alla Conca, tu, con il tuo raziocinio, che faresti? — Che farei? Oh, bella, la scierei scorrer l'acqua per il suo verso ! — Discorrer con te è perder fiato. Non siamo mica al monte o al colle, siamo in Conca qui — E non vien forse da su, lo stesso, l'acqua? Se vien da su bisogna anche che vada in giù... S'è visto mai un fiume che ri sale ? Il colono si curvò a ghermire un pezzo di tronco svelto e fra dicio, e lo scaraventò contro il carrettiere, il quale si scansò, e rispose con una risata squillante, mentre metteva al trotto il ca valluccio. Non era passato dalla casetta colonica prossima, che sulla soglia si vide comparire Leonardo Giaca. — Il vostro vicino è bisbetico ■— gli gridò il carrettiere. — Diteglielo di starsi cheto, voi che siete un uomo da senno ! — Tu se' un pazzo, che dice qualche verità — borbottò il vecchio Giaca. Si volse al colono che aveva tirato contro il carret tiere, e, infiammandosi, gl' disse : — Che significa star cou il muso lungo? Ve ne state con le braccia in croce! Continua a pio vere, sì. La Conca è un lago. E voi con le mani in croce, a sospirare ! Ila detto bene quel matto ! L'acqua cade da su e deve andare in giù ! Deve andare in giù, deve scorrere ! — Leonardo, vi siete levato dal letto per dir questo ! Sicuro che deve scorrer l'acqua. Magari ! E fatela scorrere ! Uliva, che stava dietro la casa a strappar dell'insalata come se la tirasse dal ' fondo di uno stagno, e si copriva il capo con un fazzoletto a maglia a protezione della pioggia, udendo il padre, corse con affanno : — Padre, con la febbre e i dolori nell'ossa! Che v'ha detto il nielli co ? 11 medico m'ha detto, che, certo, con il decotto, non posso tornar giovane! — rispose Leonardo, con severa ironia. E continuò animandosi, sino a incuter soggezione e spavento: — Chiamate Beppe, Sanracino, Gilberto, Nuccio, Agrante. L'acqua deve scorrere ! Le sue grida furon così alte, che. in pochi minuti, i coloni della Coiva corsero intorno a lui, e, insieme, giunsero le donne, i ragazzi, le ragazze. — Io l'ho vista nascere la Conca ! Non c'erano che sterpi e macchie quando l'ho vista con questi occhi, a sedici anni! La Conca è mia figlia, come questa figlia Uliva! La Conca è un bene che Cvvsdduasmcc

Persone citate: Buzzetta, Leonardo Giaca, Padre