L'omaggio di Hitler ai Caduti dell'altra guerra

L'omaggio di Hitler ai Caduti dell'altra guerra L'omaggio di Hitler ai Caduti dell'altra guerra La commossa visita del Fùhrer al cimitero di guerra di Langmark Berlino, 10 giugno, iLangmark è un nome che non potete trovare su nessuna carta Igeografica, è il nominativo che contrassegna una piccola località delle Fiandre, tra la Lys e l'Ysère, qualche chilometro a nord-est di Ypres. Langmark è la « città dei morti », è un poco la Redipuglia della Germania, è un immenso cimitero militare che risale le lievi chine di due colline, unite da una sella erbosa, dove un monumento di pietra grigia dice agli astanti: « Qui riposano in pace 6253 soldati e 3780 militi ignoti dell'Esercito germanico ». Ed intorno, tutte eguali, intagliate nello stesso legno e adorne della stessa targai arrugginita, con un nome od un numero, si allineano 10.033 croci, li Flihrer si è recato a Langmark, |a trovare i suol antichi compagni ideile'croci di legno, ingigantendo |ancora il mistero della morte. Sui |tumuli appassivano ciuffi di no¬ di trincea, i fanti del suo reggimento con i quali egli partecipò alla tremenda battaglia della Somme nel settembre del 1916. Hitler è giunto nella silenziosa « città dei morti » nel grigiore mattinale, avvolto da una nebbia che pesava sulle colline, nascondeva i limiti sacri del cimitero e moltiplicava all'infinito il numero rellini di campo che le giovani ge nerazioni del Terzo Reich, correndo di vittoria in vittoria, avevano voluto gettare sotto le croci per simboleggiare la loro riconoscenza verso tutti coloro che sono morti ner la Patria, e per giurare fe¬ : deità al motto degli immortali abi i tanti di Langmark. motto che di-!ce: «La Germania deve vivere, anche se noi dobbiamo morire s.! All'ingresso del Fiihrer. la mu-'sica militare ha intonato la <Guar- '<dia al Reno il primo Inno bellicoche mai l'orecchio del fante Adol-fo Hitler avesse udito. E il Capo ldel Terzo Rfcich si è fermato per 1 ascoltare attentamente ogni nota i mentre il suo sguardo vagava di 'croce in croce, forse in cerca di 1un nome che gli rendesse ancor ] più reale questo suo ritorno al i ^ " ma c70ce che recava | "timo U^pnma^cioce che^a passato. Poi, lentamente, ha cominciato a camminare lungo le interminabili corsie, per nascondere agli occhi indiscreti la profonda emozione che turbava il suo =,^1^ KTvoce unadata che diceva l'estrema giovi nezza di coloro che per la Patria hanno dato la vita. Quando egli ! S ineschi:la I ^i" J?„££,fxn ' »T",»™'rfn «° »» «i'"e,™'a' '/„, """^ £° 1 ne esiste uno '.</«">(e Egli riviveva 1 antica battagl a, «la prima glande battaglia espli-icantesi in funzione del materiale!— come eSh stess0 scrisse — piu inferno che guerra ». Un" pallottola viene volando. | Tocca a me o tocca a te! ! Sotto la tempesta orrenda del [fuoco tambureggiante, il fronte tedesco resistette per settimane in- ! tere, a volte indietreggiando, a volte avanzando, non cedendo mai » (dal il/eiu Kampf). E' toccata a te... Avevo un camerata, al mondo Non ne esiste uno migliore. Lontano, molto lontano, romba iva il cannone. I figli dei compagni di battaglia del Flihrer marciavano contro il nemico, vendicando i silenziosi soldati di Guglielmo II, caduti in un sacrificio che solamente la vittoria di oggi dimostrerà non essere stato inutile. Lontanissimo rombava il cannone, tanto lontano da non turbare la gran quiete del camposanto. Il Flihrer ha sostato a lungo, in muto colloquio colle croci nere e screpolate dal tempo, interrogando le piastrine arrugginite sulle quali molti nomi sono illeggibili. Poi ha fatto un gran gesto di saluto ed è ritornato verso la uscita. Il suo lungo pastrano di i cuoio grigio luccicava ai raggi del sole che tentava di aprirsi un var co tra la nebbia bagnata. La mu | sica continuava a suonare^in sor a dina la vecchia canzone ed è parso che dalle diecimila tombe uscisse un canto sommesso, un canto eroico di guerra, destinato ad accompagnare i camerati di oggi alla vittoria. Quindi la mac'china è partita verso il sud, verso Lilla, San Quintino, verso il campo di battaglia. Ad un certo punto il Fiihrer ha fatto cenno di fermare, si è alzato in piedi ed ha guardato indietro. Il sole era riuscito a sforacchiare la nebbia e mille croci rugiadose scintillavano sulla vetta di una collina, rifrangendo i raggi dell'astro maggiore in una immensa aureola di gloria. Allora Adolfo Hitler, Capo del Popolo germanico, ha alzato il braccio in segno di saluto e l'ha mantenuto teso, in silenzio, mentre l'automobile riprendeva la sua i corsa, fin quando 1 eroica visione e scomparsa dietro le alture di l Ypres. | La Germania di oggi onora la lGermania di sempre, fieramente ;guerriera ed appassionatamente i fedele — sino allàmorte | prio grande destino. Felice Bellotti

Persone citate: Adolfo Hitler, Capo, Felice Bellotti, Guglielmo Ii, Hitler

Luoghi citati: Berlino, Germania, Lilla, Ypres