VIA APPIA ANTICA

VIA APPIA ANTICA VIA APPIA ANTICA """"""""muli mmimimmiiniiiiiiiin i Benché, la donna die lo stava accompagnando, docile e casta come un bimbo con un fiore in mano, egli l'avesse intimamente conosciuta, in ispirilo* da tempo remoto quanto la sua stessa esistenza — arrendevole compagna in ogni sereno sogno e confidente segreta d'ogni inesprimibile panico — per la prima volta, al momento del vero minalil nesivemfaimchincontro, dopo tanta incolmabile flattesa e tanto umiliato silenzio,'spratiebbe la gioia di non sentirsi deluso e tradito dalla sua pazien¬ te speranza d'affetto nel vederle tenuemente brillare in mezzo alla chiava fronte, come il lieve battito di una invisibile ala, quella tremula stella che sempre le soleva accendere tra gli intimoriti occhi quando, lontano e in solitudine, accoratamente la pensava accanto a se. Rotto infatti, con un complice sorriso, tanto limpido e aperto da lasciar supporre come una specie di intesa antecedente, il t imido stupore della improvvisa apparizione, fu la medesima cosa che se avessero effettivamente ritrovato loro stessi appena si scambiarono il primo 6guardo di indubbia conferma. Potevano dunque riprendere subito a vivere intensamente : non più con la sola fantasia come avevano fatto sino a quel momento, ma come lutti gli altri esseri umani che, uniti, vogliono o s'illudono di comprendersi a vicenda. Potevano subito, senza dover superare i primi inevitabili ostacoli dovuti alla mancanza di confidenza reciproca, riallacciare gli sparsi fili di un antico colloquio interrotto chi sa come in un giorno che non sapevano neppure più se vicino o lontano. Tenendosi ingenuamente per mano, simili a due entusiasti ragazzi dopo una puerile scoperta. E camminando fianco a fianco : non per il timore di doversi ancora una volta distrarre o smarrire, ma per dividere in parti uguali ogni loro futura sensazione. Tutti e due ripensarono per un attimo al loro passato. E fu come, senza avvertire alcun sen so di distacco dalla terra, si fossero improvvisamente immersi in un profondissimo mare incolore. Come quando, chiusi gli occhi, il corpo perde a poco a poco il suo jitso per galleggiare mollemente nell'euforia dell'incipiente sonno. Una teuue luce d'acquario li avvolse intorbidendo il paesaggio circostante simile ad un bosco invernale quando i veli della foschìa lentamente si dipanano tra 1* nuda ramaglia degli alberi intristiti. Non un alito, non una figura distinta e stagliata nell'aria, ma un labile fluttuare di evanescenti ombre che continuamente mutavano di forma e di consistenza. Allora la donna, come per aggrapparsi, strinse con più forza i! braccio dell'uomo. Viva, era lei. Umana. Tanto sua, da sempre, e con tanti diritti sulla di lui esistenza che nemmeno sentiva la necessita- d'esprimersi per svelarsi di più. Egli l'aveva infatti capita da epoca immemorabile, se l'era creata lui, si può dire, cercandola dentro di so. Ed ella sentì che nessuna del'e secrete ansie che l'avevauo tormentata durante tutta la sua inquieta adolescenza era andata perduta. Come se, davvero, dopo aver vissuto tanti giorni as^ sieme. chi sa quando e dove, si fossero finalmente incontrati alla prima sosta d'un interminabile viaggio. Nelle chiese quindi dove avrebbero potuto recarsi per trascorrere qualche ora assieme: dentro la reale vita, ma lontano dalla gente. Lui voleva aver lai impressione, mentre s'avviavano lungo il marciapiede senza una mèta prefissa, di ricalcare le or-me su di un loro consueto itine-rario. E lei si lasciava amorevolmente guidare come se egli la avesse condotta' a rivedere un paesaggio già noto a tutti e due. Sì che si trovarono quasi inay-vertitamente sulla via Appia Antica. Ritornarono, anzi, a rivedere la loro via Appia Antica. Non il consunto tratto di strada con le osterie e le Catacombe a lato lungo il quale troppi turisti corrompono il silenzio the invanamente tende ad espandersi sopra le antiche pietre ferme nel tempo: ma dove l'arida campagna s'apre sino al limite dell'orizzonte in una uniforme piana in cui senti a poco a poco arrestarsi ogni labile ansito terreno. Anche i freddi cipressi, divenuti più radi e più soli, pare non facciano più parte del mondo vegetale. Senza età e senza schiavitù di stagione, rimangono impassibilmente immobili in linafissità che non ha più nulla di corruttibile e di caduco. Come se, le radici affondate nella polvere dei morti e il cimulo al di là della terra, fossero immuni dal travaglio del crescere e daquello del perire. Solo le grandinuvole lentamente sorvolano itumuli e i cippi decapitati. Pare giungano da un mondo lontano per avviarsi in un altro sconosciuto regno senza sfiorare lo rovine disseminate tra l'incenerita erba dei prati dove soltanto le rassestiate pecore, perdi» non alzano mai il capo e perchè hanno il colore delle logore pietresalino rimanere estrallee all'incubo che sovraita la prona campagna. Ma e' è un mu¬toqilqcezcemsitsinqddlogplodcpdinLqdlrcddcodpdsnoPvcp| a immillili umilimi m immimmento, nell'ora del tramonto, in cui il sole le ferma in mezzo al cielo, estatiche e solenni come il basamento d'un trono avvolto nell'incenso. Allora hai l'impressione che non sia più possibile vederle inghiottite da buio imminente Non c più l'aria, infatti, che domina la vita, ma la implacabile coltre del tempo che chiude in un tenace cerchio il fluire dell'ora dietro le nostre spalle. Si che non hai più il coraggio di volgerti indietro. Per timore di non trovare che il vuo¬ siTccdro e i o a a i i a a i r ò d a a ^ si a e asno to. Pare "che, a tua insaputa, qualcosa si sia spezzato tra te e il mondo ormai lontano. Si orano conosciuti per una di quelle coincidenze così strane che ti inducono a pensare come effettivamente non siano lo spazio e il tempo a regolare le vicende umane, ma una invisibile mano posta sulle nostre spalle sin dalla nascita per guidarci attraverso gli anni e la distanza sulla strada segnata dal destino. Lui, isolato per anni e anni, in terra straniera, dopo aver quasi ormai perduta la speranza di incontrare chi avesse potuto dar vita all'ombra che sempre lo aveva accompagnato in ogni gioia e in ogni pena, udì improvvisamente come ui.a voce lontana che lo chiamava. La perduta voce d'una fragile creatura che tendeva la mano nel vuoto perchè anche lei stanca di tanta desolazione in mezzo a troppa inutile gente. Poi, non episodio non voluto e non premeditato L'occasione offerta dal caso: quando appunto c'è qualcuno dietro di te a farti forza. Una lettera, cioè, scritta a un indirizzo ignoto. E l'inizio di una corrispondenza, dopo la risposta della donna, che mai epistolario d'amore fu più intimo, più sincero, più leale e più accorato. Ad ogni confidenza della lontana donna era come se egli avesse pienamente rivissuto un episodio di quella vita che aveva soltanto sognata. Non un contrasto, mai non una contraddizione, un urto o un arresto. Si che, rientrato in Patria, per lungo tempo evitò di vedere la donna da vicino. Perchè quasi la credeva irreale. E per la paura di perderla se la | avesse delusa con la sua presenza . « — Quando poi ho bisogno di ascoltare soltanto me stessa, mi reco sulla via Appia Antica » — gli scriveva. « — Là, tutto ciò che non è intimamente e profondamente mio s'annulla. Sola, sotto un cielo che è troppo alto per me e su di una terra muta come l'eternità, posso allora leggero nel mio cuore come se lo reggessi nel cavo della mano. Sento che nulla mi può più sfiorare perchè ogni affanno è oppresso da un senso di fatale che i'a della mia ansia qualcosa di immenso e d'inesprimibile. Solo così mi posso consolare della profonda pena che non è solo mia ma di tutto il mondo, come una crudele ingiustizia ». Cosi gli scriveva spesso. E lui, che in un lontano giorno della sua torbida giovinezza aveva percorso la via Appia Antica con lo stesso inaudito sgomento nel cuore e con tanto appassionato desiderio di poter esprimere a qualcuno questa sua sorda cituLpislrqecNpm. .. ansia, lui 1 aveva jiensata spesso, piccola e inerme, latta di nulla,in mezzo alla sterminata campagna senza alcuna orma recente. Sola e tutta raccolta in se stessa quasi avesse voluto isolarsi dalla sua stessa diafana ombra. Si che, ora, camminando lungo l'erboso bordo della lenta strada, non sentivano nessun bisogno di confortarsi a vicenda. Lei si sapeva compresa al punto che il parlare diviene inutile e vano. Tutt'al più gli avrebbe chiesto, con un esile filo di voce: — Ri- cordi? — Oppure, nel sostare vi-.dilo ad una muta tomba, si sa- rebbe attaccata al braccio clcl|compagno per aintarlo a reggen il peso di un tormento comune a tutti e due. Si fermarono a sedersi su di un rudere che il sole declinava. La strada era deserta. E il tempo era come se, in una pausa di incantesimo, avesse arrestato il suo corso. Avrebbero infatti voluto che la vita non avesse più ripreso a pulsare. Per fare di quell'ora così intima, così fusa e inimitabile, così irreale, qualcosa di veramente intaccabile. Nel cielo un compatto arco di pietra, come la cupola d'un immenso tempio. La terra era cur- ine se, assorbita ogni forza vitale che era nell'aria, soltanto loj ro avessero avuto in se la forza di resistere ad ogni minaccia, p()j \H donna, per riposarsi, pose ulla lllano su jj „„ masso. £ non ebbe più il coraggio di ri trarla e di nasconderla quando .s'accorse che lui là stava guar dando con gli occhi atterriti. La |llialI0 era attraversata da una va, stanca, depressa e spossata, sSoltanto i vecchi marmi emana- vano qualche tenue bagliore, co-I spera di .«ole: così debole e scar na, cosi sottile, esangue e tras parente che s'intravedeva if trama ossea delle falangi e l'in nervatura d'ogni tendine. Palpi tava sommessamente, la mano come un cuore che sta per dis- sanguarsi a poco a poco. Bian-jehissima, rigata dalle azzurre I ,,' ° v i i vene. Pareva che la luce avesse; dovuto dissolverla come l'acqua dei mare con la medusa, che lo eterno freddo della pietra toni- baie 1 avesse lentamente assorbì- la sino a tramutarla in un pu- gno di grigia polvere. — Porse era meglio sognare soltanto — disse la donna con un tremito di paura nella gola. C'osìj pallida che lui la dovette soste-1 nere dietro le spalle. — Kra meglio illuderci soltanto. Noi non abbiamo la forza di fermare il tempo, ed ora che ci siamo conosoluti pare che la vita voglia accelerare con maggior crudeltà la nostra distruzione. Era preferibile non incontrarci,neppure. pei'| non provare una tristezza così grande — e si guardava il dorso; della mano per spianarvi le ferite delle prime rughe. Allora l'uomo, dopo averle! chiuso la bocca perchè avesse ta-i Idcinto, strinse a sè la spaurita j creatura con tanto impeto come » avesse voluto non lasciarsi più I sfuggire neppure un solo alito i jde'la vita che rimaneva ancora' I dinanzi a loro. Perchè anche lui, i u i i; per la prima volta, ora che cre-' deva d'aver conosciuto la felicità, sentì dentro di sè il cupo terrore ! del buio che ogni giorno scaval sempre più profondamente là: sua bara dentro la nostra carne' indifesa. Pier Angelo Soldini

Persone citate: Pare, Pier Angelo Soldini, Sola