L'aviazione d'assalto

L'aviazione d'assalto Chjoname, Asili dolio. L'aviazione d'assalto Priorità della dottrina italiana - Come sorse e come venne attuata l'idea per la prima volta Nel numero del 25 maggio deZZ'Illustrazione francese è apparso un articolo onesto e documentato sull'aviazione d'assalto. Questo saggio, che principalmente s'occupa delle origini e delle formidabili applicazioni dell'aviazione d'assalto, durante la guerra dell'Italia contro l'Etiopia, durante la guerra spagnola e durante la campagna germanica in Polonia, in Norvegia, in Olanda e Belgio, è un riconoscimento definitivo, redatto da uno dei migliori tecnici francesi, l'ing. Camillo Rougeron, sulla priorità non solo di un'idea italiana (più acconcio sarebbe affermare dottrina italiana) ma anche di una realizzazione italiana in tempo di pace e di guerra. Dice il Rougeron che dopo la prima grande guerra i Tecnici militari cercarono di trarre alcune conclusioni sulle reali possibilità di una aviazione che attaccasse, a bassa quota, le truppe nemiche. Le conclusioni e gli insegnamenti parvero insignificanti; fu riconosciuto solo agli aeroplani di quell'epoca, galoppanti a bassa quota all'attacco di truppe in marcia, un certo effetto morale. Queste conclusioni sarebbero state poste definitivamente agli atti senza speranza di revisione e di più equo giudizio, (considerati specialmente i grandi progressi compiuti dalla tecnica aeronautica subito dopo la prima, grande guerra) se un generale italiano, ed esattamente il Qen. Amedeo Mecozzi, non avesse intrapreso coraggiosamente sin dal 1925 una campagna in favore di questi reparti di arditi dell'aria. Il Gen. Mecozzi diede a questi reparti, di cui assumeva anche il comando, un nome: l'aviazione d'assalto, ovvero fissava, una nuova dottrina sulla guerra aerea. Questa precisa rivendicazione del Rougeron sulla priorità dell'idea italiana, non può essere che incondizionatamente approvata. A testimoniare l'eccellenza del metodo basterà ricordare che la Germania, gli Stati Uniti e la Russia hanno seguito l'Italia su questa strada e affrontato rapidamente il problema di costituire reparti perfettamente idonei, per uomini e per macchine, alla missione d'assalto. Nella guerra d'Africa l'assalto per la prima volta sosteneva una parte im¬ portantissima, decisiva nelle operazioni per la conquista dell'Etiopia. Durante la guerra di Spagna l'assalto dava risultati sorprendenti. Quando Franco decise di attraversare lo Stretto di Gibilterra, controllato dalla forte marina del governo rosso, si vide costretto a fidare soltanto sull'appoggio di una squadriglia italiana la quale contro una corazzata, due incrociatori, otto sottomarini e sette controsiluranli, intraprese a volo radente una lotta vittoriosa che permise ai cinque bastimenti di Franco, carichi di 1)000 uomini e di artiglieria, di abbandonare Ceuta e di giungere ad Algesiras. Un'altra magnifica pagina fu scritta dall'aviazione d'assalto italiana durante la guerra di Spagna, quando, alla fine di agosto del 1936, le autorità di Barcellona ebbero la triste idea di sbarcare a Majorca un corpo di spedizione. La situazione dell'isola appariva molto grave per l'assoluta deficienza difensiva. Buon giuoco potevano quindi avere i comandanti della spedizione rossa. Fu l'aviazione d'assalto italiana a salvare prodigiosamente l'integrità di Majorca riuscendo ad impedire o a rendere estremamente difficili le operazioni di sbarco, e mettendo in condizioni la marina avversaria di non poter rifornire le truppe già sbarcate. In pochi giorni l'aviazione italiana costringeva il governo rosso ad ordinare il rimpatrio dei resti della disgraziata spedizione. Le prime applicazioni, dunque, del metodo dell'assalto aereo vanno anch'esse rivendicate all' Italia. Se si vuole risalire alle orìgini, è doveroso riconoscere che a Fra Ginepro (Gino Allegri) spetta l'onore di aver intuito e applicato per primo il volo radente. Si può anzi affermare che l'aviazione d'assalto è nata da un romanzesco episodio di guerra. Un giorno (siamo nei primi mesi del lontano 1918) Fra Ginepro correva i cieli in cerca d'avversari. Ad un tratto, quando il grande pilota si trovava quasi sulla verticale del campo d'aviazione di Belluno, tenuto dagli austriaci, il motore del suo « Sua » dava segni eloquenti di stanchezza con preoccupanti sternuti. A Fra Ginepro non rimaneva che discendere nei pressi del campo austriaco. Quando proprio l'apparecchio si trovava a cento metri dal terreno, il motore sapiente e fedele, -riprendeva fiato; Fra Ginepro lanciava allora la macchina a bassa quota mitragliando più volte il materiale esposto sul campo. Da quel giorno, sino alla gloriosa morte, Gino Allegri non si stancò mai di correre, raso terra, a gettare lo scompiglio tra il nemico. Il Gen. Micozzi riprendeva il caso Allegri, ne traeva delle conclusioni e creava il metodo; metodo che faceva nascere anche il bombardamento in picchiata del quale grande assertore e propugnatore fu il nostro Gen. Matricardi. La guerra alla quale oggi assistiamo non è altro che l'esaltazione del sistema dell'arditismo nell'aria, in terra e in mare. Il mare è solcato dai velocissimi mas, in terra scendono i paracadutisti e scrivono imprese leggendarie assieme ai reparti genieri, in aria sono padroni assoluti gli aeroplani d'assalto e gli aeroplani da bombardamento in picchiata. L'arditismo, dunque, è uno dei fattori principali della vittoria. Il concetto italiano è stato applicato in modo totale, e con risultati che potevano sembrare ad alcuni critici militari irraggiungibili. Nell'aviazione militare il metodo dell'assalto consiste nell'offendere con spìrito aggressivo a volo rasente o in picchiata, in modo da attuare il principio del « a corpo a corpo » proprio dell'arditismo. Il semplice buon senso suggerisce che, ammessa l'efficacia del metodo, il metodo stesso possa essere attuato con ogni tipo di velivolo e con piloti in qualsiasi stadio di addestramento e di educazione guerriera; nello stesso tempo però, al fine di attuare il sistema col più felice risultato, sono necessari velivoli idonei e piloti particolarmente istruiti. Oggi, la polemica sull'argomento è chiusa; mille episodi della guerra in Polonia, in Norvegia, in Belgio e in Olanda, hanno sancito in modo definitivo ed inequivocabile l'eccellenza delle teorie e delle prime applicazioni italiane nel campo dell'impiego e della strategia aerea moderna. Maner Lualdi Due aeroplani tedeschi « Stuka » appartenenti alla specialità « Bombardamento in picchiata ». I risultati ottenuti anche da questi apparecchi hanno sancito in modo definitivo le teorie italiane sulla guerra aerea.