Parigi e Londra sotto il peso della sconfitta di Giorgio Sansa

Parigi e Londra sotto il peso della sconfitta Parigi e Londra sotto il peso della sconfitta Sui campi di Fiandra avvampano le ultime fiammate della colossale battaglia e gli alleati si chiedono con ansia su quali direttrici si avventeranno ora le divisioni germaniche Parigi, 31 maggio. TI territorio ancora occupato dagli alleati nelle Fiandre è stimato, dal critico militare del Petit Parisien, a 500 chilometri quadrati, equivalenti a un rettangolo di 25 chilometri per 20. Non si sa esattamente quanti soldati si trovino ancora in tale spazio ristretto, che si appoggia al mare presso Dunkerque; ma devono essercene molti, giacché appena oggi sono arrivate le prime notizie di ritorni di truppe in Inghilterra. Del resto è noto che alcuni elementi della divisione corazzata francese, quella che era comandata dall'ora catturato generale Prioux hanno raggiunto il campo trincerato di Dunkerque, mentre il resto sta lottando per aprirsi un varco verso il mare, in un corridoio stretto ogni giorno più da vicino dalle forzo germaniche che. a giudizio di questo scrittore vanno aumentando di numero. La battaglia, man mano che i suoi limiti si riducono, si accrescin intensità. I francesi confidanche almeno una buona parte delltruppe potrà essere imbarcata; mnon si illudono naturalmente chla loro totalità faccia ritorno. Euna grande lotta di retroguardie quella che si svolge nelle Fiandre ed essa, come tutte le lotte di retroguardia, è combattuta in con-j dizioni difficili. Il generale Duvai jcosi ne parla: «L esito non puòLessere dubbio; il successo di una| ritirata non è mai che relativo e,vi sono, nel caso presente troppi jtostacoli da vincere perche noi pos-1 siamo levarci di impaccio senza danni. Quando tutto sarà terminato, il bilancio di questa lunga battaglia mostrerà delle perdite materiali considerevoli, sebbene quelle del nemico non saranno lungi dall'eguagliarle ». In tal modo lo scrittore prepara l'opinione pubblica ad accettare gli inevitabili sacrifizi. La riunione di Limoges pdmpnqendg. . .Sui campi di Fiandra combat- tono — a detta dei giornali pan- gini — anche alcuni reparti belgi, 1 quali non hanno obbedito ali or-1 dine di capitolazione impartito da:Re Leopoldo. Fra costoro si troverebbero il comandante della regione di Liegi, generale De Krahe e le sue truppe. II problema del Belgio e dei suoi rapporti futuri con gli alleati è stato discusso oggi a Limoges, in una seduta, segreta dei deputati e senatori profughi in Francia. Prima che le porte dell'aula del municipio di Limoges, in cui la riunione è stata tenuta, fossero chiuse al pubblico, sono stati pronunziati dei discorsi, dai presidenti della Camera e del Senato e dal presidente del Consiglio Pierlot e ha preso la parola inoltre il sindaco della città, membro della Camera francese. (Una ventina di parole censurate/. Nella seduta si è approvato l'atteggiamento assunto dal Governo belga di non riconoscere come valide legalmente le decisioni del Re e di negare legittimità agli atti avvenire di quest'ultimo, che saranno compiuti sotto il controllo dell'invasore. « La lotta del Belgio — conclude una dichiarazione votata dai presenti sarà continuata a fianco degli alleati ». Hanno parlato i presidenti delle due camere, il presidente del consiglio Pierlot e il ministro degli esteri Spaak, il quale ultimo ha narrato l'ultima udienza col Sovrano. « Dall'esposizione dei fatti | — dice un comunicato a proposito del discorso Spaak — risulta che il Re ha rifiutato di abban-^ donare l'esercito e ai dare alle sue 1truppe l'ordine di proseguire la lotta, al bisogno, anche fuori del Belgio. Nel momento in cui il Governo si proclamava solidale con gli alleati e deciso.a battersi insieme a loro nel Belgio e al di là delle frontiere belghe, Leopoldo ha proclamato dì credere essere suo dovere di rientrare a Brusselle per sostenervi la popolazione ». Giova notare che la riunione odierna non ha avuto carattere ufficiale, poiché il numero dei deputati e senatori non sarebbe bastato a prendere decisioni definitive. In fatti sono intervenuti solo 89 de putati e 54 senatori, mentre la Ca-mera conta 202 membri e il Se-nato 207. Questa insufficienza di parlamentari renderà probabilmente complicata l'opera di sconfessione del Re che li governo Pierlot si propone di perfezionare. Per il momento il problema è lasciato insoluto. In un consiglio dei ministri tenuto stamane a Poitiers, sono stati emessi due decreti, il primo dei quali dice che il Re si trova nella impossibilità di regnare, per cui sorge il caso previsto dalla costituzione che le sue prerogative siano assunte dal governo, mentre il secondo stabilisce la formula con la quale in avvenire saranno emanate dal consiglio dei ministri « in nome del popolo belga » le leggi del pae-se: le quati vigeranno, come si ca-pisce, solo per i Belgi rifugiati interra di Francia o in altra terraalleata. Milioni di profughi ? La questione del Re sarà studia-ta domani nuovamente, in un se- condo consiglio dei ministri, an- ch'esso però di carattere ufficioso e non ufficiale. I membri del jjubi-netto intendono fissare l'oiganiz-zazione del governo e constatalese il parlamento belga rifugiato inTrancia, nossieda il numero legaci^c^sslriopet'decidere della sorteSri S^v^o. /&nÓ ventina di JW-del bovrano. < y «•» «- role censurate). Questo problema del Belgi residenti ora in Francia non è di piccole dimensioni. Non si sa esattamente quanti essi siano; ma è probabile che superino il milione. A Giudicare anzi dalla previsione fatta da qualcuno, che in Francia potrà essere formato un nuovo esercito belga di trecentomila uomini, i profughi potrebbero essere parecchi milioni. E' una cifra impressionante. Non solamente il governo belga, ma anche quello francese se ne preoccupa. Un giornale di stasera suggerisce che una parte dei profughi sia accolta in altri paesi alleati. Senza dubbio molti belgi saranno mobilitati per l'agricoltura e per le officine. Ma sarà trovato un posto per tutti? Chi sostenterà la grande massa? Chi risolvefà le questioni economica e sanitaria, morale, emergenti da una simile situazione inattesa? Anche questa sarà un'ardua prova. Si aggiunga che bisognerà pure accertare se tra i profughi non si siano infiltrati dei componenti della « quinta colonna ». La polizia è già all'opera a quest'uopo ed è di ieri la notizia dell'arresto del giornalista belga Colin, il quale, secondo la stampa parigina, sarebbe un pericoloso nazista. Giorgio Sansa llp

Persone citate: De Krahe, Fiandra, Petit, Re Leopoldo, Spaak