Von Ribbentrop denuncia la Francia per il trattamento dei prigionieri di Concetto Pettinato

Von Ribbentrop denuncia la Francia per il trattamento dei prigionieri Von Ribbentrop denuncia la Francia per il trattamento dei prigionieri Risorge l'atavico odio tra francesi e tedeschi Indignazione per l'uso delle truppe di colore Insidie alleate contro la neutralità della Svizzera Berlino, 30 maggio. Il risultato disastroso del tentativo di imbarco fatto ieri sera dagli inglesi fra Dunkerque e Ostenda, l'affondamento di sedici navi e, oltre tutto, la circostanza caratteristica che si trattava per lo più di unità di grossa stazza — prova evidente, secondo la Nachtausyahe, che l'impero britannico comincia a difettare del naviglio leggero richiesto da operazioni cosi pericolose — mette la parola line alle estreme speranze coltivate a Londra sulla possibilità di salvare, se non il materiale, almeno una parte, delle preziose truppe del corpo di spedizione. La gigantesca battaglia é giunta alle sue convulsioni estreme. Tra poco sarà possibile fare il bilancio di quello che essa è costata agli alleati. Ma le sue conseguenze militari sono misurabili fin da ora e il Voelkischer Beobacliter ne vede un chiaro esempio nell'amara constatazione affidata dall'exministro della guerra francese generale Maurin, alle colonne di Paris Soir: l'opinione pubblica di Francia e d'Inghilterra si sbaglia di gran lunga se attende ancora da Weygand e da Petain il miracolo strategico, giacché il tempo delle combinazioni strategiche è passato e nessuno dei due uomini e un taumaturgo. Animosità crescente Come hanno scritto i giornali Italiani, e come i giornali tedeschi ribattono a una voce, l'ora della resa dei conti è scoccata. La manovra per gettare la responsabilità della situazione su Re Leopoldo è fallita miseramente. Se il Sovrano si è arreso, è perchè, come le sfere competenti hanno ormai avuto campo di stabilire e come riconosce la stessa United Presse, fin dalla fine della settimana scorsa gli inglesi avevano cominciato a imbarcarsi a Boulogne, sicché la resistenza del Belgio non avrebbe servito se non a permettere ai massimi responsabili del disastro di cavarsela a sue spese col minor danno possibile. Bisogna ormai finirla con questa politica della menzogna, che da anni ottenebra la visione dei popoli e li induce ad avallare ciecamente i più fatali errori dei loro dirigenti. Lna ondata di animosità incomincia a diffondersi negli ambienti ufficiosi e nell'opinione tedesca contro i metodi sleali di lotta dell'avversario. La stessa Franeia, che a paragone dell'Inghilterra, aveva goduto qui, per cosi dire, fino a poco tempo addietro di un trattamento di favore in considerazione, se non altro, del molto sangue già versato sui cam- 1>i di battaglia europei e del vaore del suo esercito, è oggi bersaglio di giudizi estremamente duri. Difficile dire se e fino a qual punto in questo mutamento di umore a suo riguardo intervenga il trattamento ignominioso inflitto dalle sue truppe agli aviatori c ai prigionieri tedeschi, sul quale ogni giorno affluiscono deposizioni di soldati e di ufficiali liberati e di cui già ieri sera vi fornimmo un saggio eloquente. Si tratta di militari fucilati o spinti in gruppo con le armi alle reni contro 1 cannoni tedeschi, ovvero, nella migliore delle ipotesi, pubblicamente denudati, schiaffeggiati, sputacchiati, ammanettati; gli episodi si moltiplicano nella cronaca dei giornali e attestano in modo inequivoco il furioso risorgere deirodio atavico fra i due popoli. Ma quello che verosimilmente fiiù ha rivoltato la coscienza imitare tedesca, è stato di dover battersi quasi unicamente con truppe di colore. Il fatto di non trovare davanti a sé, sul campo di battaglia, se non una minoranza di guerrieri della propria razza e di vedersi mandare incontro in massa senegalesi, marocchini, algerini, annamiti, la immediata brutale sensazione di una civiltà accaparratrice e invecchiata, che si difende a spese di eserciti mercenari, che si appiatta dietro una mobile muraglia di carne da cannone inebetita e in fondo innocente e degna di compassione, non ha tardato ad avere ragione dell'antica stima che, ad onta di tante guerre reciproche, sussisteva fino a ieri da questo lato del Reno per la Francia di Richelieu, di Luigi XIV, di Turenne, di Napoleone, di Joffre. Con retrospettivo raccaprìccio, il soldato tedesco ha sentito che se non avesse preceduto l'avversario, se gli avesse lasciato il vantaggio dell'iniziativa, se, in altri termini, non avesse vinto, oggi il suolo della sua Patria sarebbe calcato non già da un esercito bianco, ma da una soldatesca nera dagli istinti primitivi artificialmente coltivati e scatenati. L'umiliazione subita al tempo dell'occupazione renana è' cosi da un giorno all'altro risalita alla gola di questo Popolo, ridestando d'un colpo nel suo cuore, oggi tanto fiero della propria coscienza di razza, uno sdegno, un corruccio, un'avversione formidabili, di cui i francesi avrebbero potuto risparmiarsi la ricomparsa e che indubbiamente non resterà senza effetto sulla condotta della guerra, allorché, liquidata la battaglia del nord, le colonne tedesche scenderanno verso Parigi. « La Francia — scrive la ponderata Deutsche Allr/emeine Zeituni) -— ha ancora una volta sguinzagliato sui soldati tede echi bestie in forma di uomini* ed ecco una frase che non è certo stata scritta invano. Nuove vittime cercansi In sede politica, l'attenzione è intanto sollecitata da un dispaccio da Ginevra, secondo cui negli ambienti francesi di Berna non si dissimulerebbe che la ragione del la nomina di Coulondre a quella ambasciata consiste nel presentare al Governo elvetico una proposta di patto di garanzia a nome della Francia e dell'Inghilterra. Giungendo contemporaneamente alla voce, di fonte madrilena, che una proposta analoga sia scafa fatta in questi giorni al Governo portoghese, la notizia trova un certo credito in questi ambienti ufficiosi i quali vedono nella prima offerta una manovra francese per aprirsi la strada a un intervento in Svizzera onde attaccare la Germania dal Baden, e nella seconda una manovra inglese per assicurarsi posizioni di ricambio per il caso della perdita di Gibilterra. .-Bisogna dire che gli dispongano di un'insensibilità prim'ordine — osserva So la Boersen Zeititny — per opare di invitare due altri Stati grasagczrcdstsrccgotbmssacEgadasdncvdsspvLCalleati di riguar- neutrali ad allungare la lista degli ingannati, proprio dopo avere provato, con un nuovo e particolarmente luminoso esempio, la loro incapacità di venire in aiuto di alcuno! ». Ma poiché non c'è mal fumo senza fuoco, l'organo ufficioso approfitta dell'occasione per rivolgere alla Svizzera un monito il cui senso non manca di chiarezza: « I politici di Londra e, di Parigi —■ scrive — sono forse stati confermati in quella insensibilità da talune manifestazioni della stampa dei Paesi che vorrebbero tirare dalla loro. Noi pure ce ne slamo accorti e, per quello che riguarda la notizia ginevrina di cui sopra, potremmo aggiungere che essa precisa certi rumori che già da tempo ci erano giunti alle orecchie. Ma fino a prova contraria non c'è europeo dotato di buon senso il quale non preferisca mantenersi dell'opinione che nessun governo neutrale dotato di senso della responsabilità vorrà avventurarsi in atti ostili a fianco dei nemici della Germania! ». E il Voelkischer Beobachter aggiunge dal canto suo: « Le esperienze fin qui fatte dovrebbero aver reso impossibile il ripetersi di casi simili. Senonchè la paura della potenza tedesca sembra avere istupidito molta gente, al punto da far loro perdere la facoltà di comprendere ». Con soddisfazione viene invece accolta qui la notizia del veto posto dal governo sovietico all'invio di Cripps a Mosca In veste, di plenipotenziario. Documentando e confermando le ripercussioni favorevoli determinate al Cremlino dalle nuove vittorie tedesche, questo gesto di Molotof è apprezzato come una nuova prova che la speranza inglese di attrarre la Rus sia nel campo alleato si fa sem pre più inconsistente, malgrado le voci lanciate in questi giorni a Londra e a Parigi circa il preteso effetto prodotto sull'animo di Stalin dalla preoccupazione di un troppo ccnsiderevole rafforzamento del Reich; Lode incondizionata trovano, inoltre, i nuovi provvedimenti presi dal Governo romeno per proteggere contro eventuali tentativi inglesi di sabotaggio le zone petrolifere di Targovisti, Ploesti, Campina e 1 porti di Giurgiu e di Costanza, provvedimenti nel quali si riconosce una conferma dei timori tedeschi che le precauzioni già prese non fossero sufficenti ad eliminare ogni pericolo. Concetto Pettinato

Persone citate: Boulogne, Cripps, Luigi Xiv, Petain, Re Leopoldo, Stalin, Von Ribbentrop