Londra faccia a faccia con la guerra di Concetto Pettinato

Londra faccia a faccia con la guerra Londra faccia a faccia con la guerra A 34 chilometri dall'esercito tedesco l'estuario del Tamigi non è più asilo sicuro per il suo numeroso traffico -1 rifornimenti dell'Inghilterra dovranno approdare ai porti occidentali - Continua intanto affannosamente l'apprestamento difensivo Berlino, 27 maggio. Una fotografia pubblicata dall'Antri// permette ai tedeschi di abbracciare in un solo colpo d'occhio da grande altezza, attraverso banchi di nubi, l'estremo lembo del sanguinante Artois, con la città e il porto di Calate e, dirimpetto, la costa inglese con la macchia bianca di Dover e le piatte lande ver deggianti da ieri dichiarate zona di guerra. Trentaquattro chilometri di mare da attraversare. « Un ruscello per l'Esercito tedesco » secondo la frase di un giornale scandinavo. Dunkerque, di cui il bollettino tedesco scrive oggi il nome alla fiamminga, è in fiamme e con la sua inevitabile, imminente caduta, l'intera Manica sarà sgombra e pronta per l'attacco definitivo contro la perfida Albione. «Un ruscello per l'esercito tedesco» La Deutsche AUgemeine Zeitung ironizza sulle manifestazioni caotiche della paura britannica. Il fatto che i duemila campi di golf di cui fino a ieri gli inglesi andavano orgogliosi, siano diventati da un giorno all'altio uno spauracchio, quali possibili punti di atterraggio per l'Aviazione nemica, fa sorridere il grave organo berlinese, mentre l'affermazione dei fogli londinesi che quattrocentomila uomini sono pronti sul suolo britannico per lottare contro i paracadutisti, 10 induce a chiedersi con scetticismo che cosa saranno in grado di fare questi uomini che lasciano in fretta e furia l'ufficio o l'officina per improvvisarsi soldati. L'opinione tedesca non potrà mai ammettere l'impreparazione catastrofica, 1' imprevidenza o la leggerezza di cui si sono rase colpevoli le Potenze che volontariamente hanno dichiarato la guerra, La nomina di Ironside a capo delle forze inglesi, il siluramento di un paio di dozzine di generali francesi, la decisione di Mandel di fucilare senza pietà i sabotatori del lavoro nelle fabbriche, non la convincono. Lo spettacolo di questi Paesi che, immancabilmente, aspettano di trovarsi con l'acqua alla gola per accorgersi che piove, ispira per necessità alle persone di criterio un senso di fastidio e di disistima. Qual significato ha fucilare degli operai sovversivi, quando per anni fu il loro stesso Governo a coltivare e sfruttare 11 loro sovversivismo? Con quale diritto si chiede conto ad un popolo irresponsabile di colpe comtmesse dai suol capi responsabili? Disgraziati francesi, disgraziati inglesi, Ingannati a ragion veduta e condannati a pagare il fio dell'inganno altrui! I giornali fanno intanto il bilancio delle conseguenze disastrose derivanti per gli alleati non solo dalla necessità di stornare le loro comunicazioni reciproche verso Cherbourg e le Havre, Southamp ton e Plymouth, ma dalle conse guenze economiche della perdita dei loro porti e delle loro linee ferroviarie meglio attrezzate in vista del traffico da e per il continente. Per le banchine di Dover passavano ogni anno quasi quattro milioni di tonnellate, per quello di Boulogne quattro milioni, per quelle di Calala due milioni e mezzo Minaccia di paralisi Puntando decisamente al cuore dell'Inghilterra, i tedeschi minacciano di paralisi lo stesso porto di Londra dove gettano l'ancora ogni anno una trentina di migliaia di piroscafi; paralisi tanto più grave in quanto che la grande maggioranza di tale naviglio è assicurata dall'importazione delle materie prime anziché dall'esportazione di prodotti. Nel 1937 Londra ricevette per la via del Tamigi ben trentasei milioni di tonnellate di merci e non ne spedi più di otto. Si aggiunga che queste importazioni del maggior porto inglese rappresentano circa i! quaranta per cento dell'importazione totale del Paese e che gli otto milioni di abitanti delle agglomerazioni londinesi, un quinto della popolazione dell'isola, attendono dal mare le derrate necessarie a guarnire le loro mense, dal pane al lardo affumicato, e si avrà un'idea delle ripercussioni che è destinato ad avere sul movimento ferroviario interno e sul regime dei cinque pasti la chiusura delle bocche del Tamigi e la necessità ormai forse non lontana di deviare tutto il commercio su Bristol, Liverpool e Cardiff, i porti del carbone. Se il disastro in questione non può essere messo alla pari ccn il disastro militare costituito dall'accerchiamento delle migliori truppe i 'anco-inglesi, ormai condannate, come dice la Deutsche AUgemeine Zeitung, « alla resa o all'annientamento », in quel fatale triangolo in pelle di zigrino che stasera ha per vertice Cambrai a sud, GraveJines ad ovest e Zeebrugge a nord, esso non appare perciò meno grave in ordine alle vicende ulteriori della guerra. Voci di varia provenienza erano giunte oggi qui tu pretesi concentramenti militari sovietici alla frontiera della Bessarabia, in risposta al richiamo di classi ordinato dal Governo romeno. Tali voci non sono state ancora confermate, ma negli ambienti ufficiosi tedeschi si è ritenuto opportuno dichiarare che i richiami di classi di cui sopra, vengono accolti a Berlino senza speciale inquietudine e che per il momento, sebbene tutte le informazioni in proposito siano attentamente esaminate e seguite, essi non rendono necessario il riesame del punto di vista tedesco, consistente, come è stato già detto più volte dalle fonti competenti, nel desiderio di veder mantenuta la pace in quella zona del continente. A questo proposito non sarà for- ' sdssnhCnsipeèigcCfcèsdnlciqltMirsfiftsqhcrlctcGfil se senza interesse citare una nota da Belgrado pubblicata dal nuovo settimanale lì Reich, dove si osserva che, con la partenza del generale francese, l'esercito di Siria ha perduto ogni aureola. « Esso è diventato, senza il suo Capo, un ordinario esercito coloniale, non più in grado d'influire seriamente sul giuoco delle forze in Mediterraneo ». Il Reich aggiunge che la decapitazione dell'Armata di Weygand e il mutato stato d'animo che ne è risultato in Oriente, hanno agito in maniera calmante tanto in Jugoslavia come in Bulgaria. In quanto alla Turchia, dove il capo dell'Esercito maresciallo Fazi Ciakmak si recò a Beyruth a conferire a lungo con Weygand prima che questi partisse, l'avvenimento è stato causa di una grave delusione ed i partigiani della politica di avventure ne sono rimasti scornati. L'articolo dell'ebdomadario berlinese tace tuttavia della Romania come della Russia. Ora non sembra illegittimo supporre che proprio quello che ha servito a prepaiare l'interventismo turco possa eventualmente essere interpretato a Mosca quale un incoraggiamento in senso contrario, il che spiegherebbe l'inquietudine di Bucarest. La sorte del Belgio e dell'Olanda Degna di rilievo, fra le manifestazioni odierne del pensiero ufficioso tedesco, la dichiarazione fatta oggi dagli organi competenti a un rappresentante della stampa estera in occasione della quotidiana conferenza alla Wilhelmstrasse, secondo cui, agli occhi del Governo tedesco, il memorandum inviato ai Governi dell'Aja e di Brusselle prima dell'occupazione di quei Paesi non costituisce più, allo stato attuale delle cose, un documento sul quale i Governi in questione siano giustificati a fare assegnamento per l'avvenire. Con il memorandum in questione la Germania aveva inteso compiere un atto politico e non già stendere uno strumento dotato di valore giuridico. Avendo Olanda e Belgio rifiutato di accogliere l'avvertimento del Reich, avendo dichiarato la guer ra e resistito con le armi, il Go> verno di Berlino si considera pròsciolto da ogni sua dichiarazione anteriore. « E' d'altronde ancora troppo presto — aggiungono gli ambien ti ufficiosi tedeschi — per dire co me la situazione militare reagirà sulla situazione politica ». La vittoria militare offre, infatti, alla Germania prospettive di soluzioni radicali che non hanno ormai se non un rapporto lontano con quella sistemazione dell'Europa che poteva essere contemplata ieri in funzione di accordi pacifici. Del resto, come ha osservato Alberto Rosenberg nel suo discorso di Praga, la guerra attuale non è una guerra dinastica: è l'urto di due concezioni della vita e del mondo. L'avvenire delle Nazioni non va più considerato alla stregua delle idee e dei pregiudizi del passato, ma quale un'era nuova che si apre per tutti. Ora è naturale che i grandi popoli si assumano il compito di formare i piccoli Stati alle idee dei nuovi tempi ; e la generalizzazione delle dottrine nazionalsocialista e fascista non può in ogni caso essere se non una garanzia di unità e di pacifica convivenza per l'Europa di domani. Concetto Pettinato

Persone citate: Alberto Rosenberg, Boulogne, Fazi Ciakmak, Mandel