Lavorìo diplomatico e cautele militari di Italo Zingarelli

Lavorìo diplomatico e cautele militari La situazione nei Paesi balcanici Lavorìo diplomatico e cautele militari Budapest, 27 maggio. Allo scopo di mantenere i reparti tecnici in esercizio in Ungheria sono oggi avvenuti richiami soprattutto di autisti ed ha avuto anche luogo la requisizione di un certo numero di autoveicoli. Non bisogna però vedere nella misura nessun particolare indizio o segno, giacché essa è stata già presa ad intervalli nel passato e senza dubbio lo sarà ancora in avvenire. Bisognerebbe anzi sorprendersi se in una situazione come l'odierna il Governo di Budapest fosse l'unico a trascurare la preparazione militare del Paese che per giunta ha riconquistato la piena sovranità militare da non più di un biennio: a norma delle clausole del Trianon, dichiarate decadute dalla Piccola Intesa nell'agosto 1938, per venti anni gli effettivi dell'esercito ungherese non hanno infatti potuto superare i trentacinquemfla uomini e siccome adesso la popolazione è di dieci milioni e seicentomlla. anime, ognuno intuisce che il lavoro da svolgere è serio trattandosi di accrescere il numero degli effettivi di venti e magari trenta volte, provvedendo ad un tempo alla istruzione ed all'armamento di tale massa. In condizioni analoghe si trova del resto la Bulgaria, mentre Jugoslavia, Romania, Grecia e Turchia, nello intero dopo-guerra, hanno avuto mezzo e modo di armarsi a piacere. I profughi polacchi Tutti questi Stati, facendo anche tesoro delle lezioni della guerra in corso, si sforzano in maniera speciale di sviluppare la loro aviazione e di ingrandire i quadri dei piloti, che in Ungheria già formano una eccellente schiera. Pure le esercitazioni di difesa antiaerea sono continuate, ma forse questo è il campo nel quale rimane ancora da fare moltissimo: l'altra sera, ad esempio, a Bucarest una prova di oscuramento è fallita per l'assoluta mancanza di disciplina da parte della popolazione, sicché la capitale è risultata ben visibile. In avvenire le autorità invece di dare l'annunzio preventivo che si tratta di una prova, faranno dare, all'in. saputa, veri e propri allarmi me- diente le sirene" Per la difesa an tiaerea di Budapest saranno stan ziati altri diciotto milioni di lire. Un problema non veramente bellico ma innegabilmente derivato dalla guerra viene poi creato negli Stati danubiani, che li hanno accolti, dalla presenza dì diecine di migliaia di profughi polacchi, dei quali soltanto una frazione irrisoria ha di che vivere: in Ungheria, a suo tempo, ne arrivarono quasi cinquantamila e tuttora certo ne devono essere circa quaran tacinquemila che costituiscono un onere finanziario considerevole Per fortuna il Governo del Reich, interpellato, si è detto disposto a permettere il rimpatrio di quelli che volontariamente lo chiedessero, e si calcola che dell'autorizzazione approfitteranno solo dieci o quindicimila profughi. In buona parte sarebbero rimpatriati da un bel po' se gli ufficiali fora divisi dalla truppa) non avessero fatto propaganda in senso contrario. Già dicemmo come l'esercito polacco, dopo i rovesci militari su bbi dai franco-inglesi nell'ovest, sisia agli occhi della pubblica opi nione riabilitato, e di molto; a Budapest circola adesso la storiella di un telegramma che il Comando Supremo franco-britannico avrebbe diretto all'antico Comando Supremo polacco per chiedere: « Come faceste a resistere tre settimane? ». La breve parentesi non porti a credere che qui si perda d'occhio la gravità e la tragicità della lotta, e non si sappia capire che cosa significano le battaglie per Boulogne e Calais. Il generale Mierka, critico militare del Pester Lloyd, non esita a definire disperata la situazione dcllp truppe alleate strette dai tedeschi nelle Fiandre e nel Belgio: le difficoltà quasi insormontabili presentate dai rifornimenti di viveri, munizioni e carburante ed il fatto che tutti gli attacchi intrapresi dai francesi lungo la Somme sono stati respinti lasciano ritenere che la capitolazione o la distruzione di queste forze è ormai una questione di giorni. Altri scrittori si domanda no che avverrà, decidendosi l'Italia a far valere la sua forza e la sua parola, ed il mistero che circonda il momento di questa decisione contribuisce ad acuire l'aspettativa: in Italia, avverte il Magyarorsag, si fanno fatti e non parole. Del mantenimento della pace nel sud-est europeo a Bucarest si sarebbe quasi sicuri: in ogni caso si è ottimisti. L'ottimismo è, in fondo, anche a Belgrado, dove nientemeno si prepara una serie di francobolli speciali per la prossima riunione del Consiglio economico della Lega balcanica. Bulgaria e Russia, però, a giudizio del deputato Stainoff sarebbero gli unici paesi del sud-est europeo nei quali non si nota psicosi di guerra: nello S/oi;o lo Stainoff accenna alle misure militari pre se dalla Romania, dalla Grecia e dalla Turchia — che ha mandato truppe alle frontiere del Caucaso e a quella europea — e quindi che la Russia abbia propositi aggressivi, avendo la sua diplomazia imparato la grande arte del saper attendere. Come poi la Bulgaria possa mantenersi calma, lo scrittore lo rivela col dire che, in primo luogo, essa farebbe presto a mobilitare; a ciò si aggiunge che nessuno avanza pretese sul territorio bulgaro, che il popolo bulgaro forma una sola massa nazionale e che gli interessi delle grandi Potenze nei Balcani sono in tale contrasto da neutralizzare le influenze reciproche. Le missioni russa e jugoslava In merito all'azione russa nei Balcani, il locale A mai nap crede di sapere che la delegazione russa attesa a Belgrado per il 15 giugno, subito dopo la firma del raccordo commerciale - economico, si trasferirà in Missione di bqmanz ! P'omatica e che la delegazione npmatJcommerciale jugoslava a Mosca subirà identica trasformazione, aggiungendo che l'accresciuto interesse sovietico per i Balcani andrebbe attribuito, secondo i circoli belgradesi, alla circostanza che nella capitale balcanica sì nota adesso un gran numero di diplomatici ed agenti commerciali nipponici, attirati dall'attenzione rivolta dalla Russia al problema mediterraneo. Anche questa è una spiegazione. D'altra fonte apprendiamo, però, che della ripresa dei rapporti diplomatici fra Jugosla via e Russia si occuperà una speciale commissione jugoslava, la quale partirà per Mosca forse a giorni. A proposito della Russia il giornale Le Moment di Bucarest afferma che si sta aocelerando il trasporto delle forniture di petrolio russo alla Germania: tecnici tedeschi dirigono la costruzione di impianti portuari e di serbatoi destinati a rendere più rapido lo scarico delle navi-cisterna, mentre si provvede ad accre¬ !sc^re la potenzialità della linea ferroviaria Varna - Rusciuk (su territorio bulgaro) lunga 120 chilometri. Siccome si lavora contemporaneamente tn dodici punti, si dovrebbe far presto a finire. Poiché la direzione della Compagnia dei vagoni-letto ha comunicato alle filiali che non dipendevano più da Bnisselle ma da Parigi, il Governo del Reich ha proibito la circolazione delle vetture di questa Compagnia sulla rete da esso controllata, procedendo senz'altro all'organizzazione dj nuovi servizi: il servizio Budapest-Berlino è già attivato. Italo Zingarelli Un carro armato tedesco durante una breve sosta in un villaggio belga 1 ni il 11 mi ■ il

Persone citate: Boulogne