Cannoni a lunghissima portata puntati sulla Manica contro la costa inglese

Cannoni a lunghissima portata puntati sulla Manica contro la costa inglese Una sorpresa dell'artiglieria tedesca Cannoni a lunghissima portata puntati sulla Manica contro la costa inglese (Dal nostro inviato) Dal fronte di Tournaì, 23 maggio. La grande battaglia che otto \ mesi fa ha deciso delle sorti dell'esercito polacco si è combattuta nell'arco ai un fiume, la Vistola, tanto che gli storiografi tedeschi della guerra di Polonia già hanno rinunciato al nome di battaglia di Kutno per quello di battaglia del grande arco della Vistola. Anche oggi il teatro della lotta più accanita sul fronte occidentale è dominato dal grande arco di un fiume, la Schelda. A differenza di quello che era accaduto coi polacchi rimasti rinserrati all' interno dell'arco col fiume alle spalle, gli alleati hanno il vantaggio di essere al di fuori dell arco della Schelda, di avere cioè già passato il fiutne che viene quindi a costituire un fossato naturale tra essi e il nemico. Col mare alle spalle Il flusso delle loro defezioni inglesi sembra che sìa andato contraendosi in questi ultimi fliorni; anch'essi si aggrappano al terreno di Fiandra e dell'Artois con la stessa disperata energia dei naturali difensori di queste regioni, t belgi e i francesi. Anch'essi contendono palmo a palmo l'avanzata alle truppe germaniclie oltre il grande arco della Schelda, sentendo che sulle rive di questo fiume più che sulle rive del Tamigi si difende Londra e l'Inghilterra. Non è più una frase magniloquente fatta per le aule ginevrine o per la Camera dei Comuni, come quella famosa di sir Austen Chamberlain «le frontiere dell'Inghilterra sotio sul Reno »; è una realtà dura, urgente, quella che spinge gl'inglesi a sacrificare uomini sii 'uomini sulle rive della Schelda. Non si tratta di difendere ne Gand nè Courtrai, ne i centri lanieri francesi di. Tourcoing e Roubaix; si tratta di difendere l'Inghilterra. Combattono meglio da qualche giorno, si direbbe, gl'inglesi; sopportano più coraggiosamente il fuoco dell'artiglieria nemica; cercano più razionalmente di sfruttare i vantaggi del terreno per ostacolare l'avanzata germanica. Ma non ci si improvvisa soldati. E come il ragazzino imberbe di Nottingham che abbiamo visto ieri prigioniero ad Halle il quale ci dichiarava di non sapere ancora, dopo quattro mesi di servizio militare, quale sia la tattica da adottare di fronte all'improvvisa comparsa dei cari i armati, così il sergente Creiodson col quale abbiamo potuto parlare stamane a Enghien è stato d'accordo nel riconoscere che nel mestiere delle armi gl'inglesi fanno figura di cattivi dilettanti in paragone coi tedeschi. Non ci si improvvisa soldati e tanto meno quando si tratta di fronteggiare delle truppe come quelle' del Terzo Reich. La resistenza delle truppe inglesi dislocate sul settore di Tournai e Contrai è accanita, ma sia pure lentamente i tedeschi guadagnano terreno. L'abbiamo constatato tornando su questo stesso settore a ventiquattro ore di distanza. In uno spazio di pochi chilometri, tre teste di ponte erano state create nel frattempo dai tedeschi. Le fumate che si levano al di là del fiume indicano che la lotta è ormai portata all'interno degli abitati situati sull'altra sponda della Schelda. Anche qui, sfidando gli imponenti apprestamenti difensivi del nemico, i tedeschi seguono la stessa tattica che hanno svolto finora nel Beli/io e nella Francia del nord: lanciare avanti formidabili puntate di carri armati che penetrano in profondità nell'organismo della difesa avversaria, sconvolgendone tutto il tessuto connettivo e rompendo tutti i collegamenti laterali ti a le unità operanti sullo stesso settore che praticamente vengono quindi ad avere la impressione di essere di colpo isolate. Il fronte alleato in questo settore è disposto d'altra parte nel modo meno razionale che si possa immaginare: tutta la sua organizzazione, effettuata prima dell'intervento tedesco attraverso il Belgio è rimasta sostanzialmente immutata fino a pochi gioini fa, ubbidisce al criterio geograficamente logico, dal punto di vista francese, di appoggiare tutto al sud, verso Parigi. 1 carri armati tedeschi Oggi questa organizzazione è quindi esposta con tutto il fianco ne.l'attacco nemico. Le puntate dei carri armati tedeschi si effettuano infatti da est verso ovest, cioè in senso trasversale all'organizzazione del fronte alleato, recidendo quindi si può dire alla base anche i collegamenti in senso vei ficaie: questo spiega il clamoroso episodio della cattura del generale Giraud e dell'intero Stato maggiore delta JX armata francese. La tattica tedesca che si fonda, come già si è visto in Polonia, essenzialmente su questa penetrazione in profondità di reparti corazzati appoggiati dall'aviazione, dovrebbe orinai avere insegnato qualcosa anche agli alleati. Quel tanto che abbiamo potuto vedere nella nostra lapida visita su questo settore, ci fa effettivamente pensare che da parte alleata si sia imparato qualcosa, se non altro a non perdere del tutto la testa, in prima linea come nelle retrovie, per l'infiltrazione di qualche colonna di carri armati nemici. Ma il male è per gli alleati che non si tratta soltanto di supei are uno stato di inferiorità psichica; vi è una inferiorità materiale di mezzi, di organizzazione, di uomini, inferiorità che non può più essere sormontata. I carri armati tedeschi si buttano allo sbaraglio, davanti allo sbarramento delle bocche da fuoco nemiche e nove volte su dieci riescono a passare. Forzata la prima linea, chi può minacciare le fortezze mobili dell'esercito di Hitler* Superiorità di materiale? Non Cè dubbio, e per questo bisogna pensare non soltanto ai soliti spessori o ad eccezionale durezza delle lastre corazzate, ma anche alla velocità sviluppata da questi formidabili nuovi « ussari della morte». Ma è proprio necessario immaginare che queste fortezze mobili tedesche abbiano una corazza imperforabile come la pelle di Sigfrido dopo il bagno nel sangue del drago ? Senza volere rivelarci alcun segreto di guerra tedesco, il generale von Reichenau ci ha assai semplicemente ricordato, nel corso del cordiale ricevimento riservato l'altro ieri alla stampa estera nel castello di Enghien, come non tutti i soldati siano genericamente adatti a combattere la guerra dei carri. Il comandante del corpo tedesco che opera sul fronte della Schelda è uno di quei piovani generali tedeschi, « troppo giovani...» di cui ha parlato un mese e mezzo fa il generalissimo inglese Ironside nella sua cosi poco indovinata critica. Si tratta d'un gran soldato e d'un grande sportivo nello stesso tempo, cosicché c'è da scommettere che conosca per pratica personale tutte le specialità della guerra moderna. Ma ha un figlio, il generale von Reichenau, un figlio che è ufficiale cartista su questo stesso fronte. « V'immaginate — ci ha detto von Reichenau — v'immaqinate che cosa significhi stare chiusi in un carro quando incomincia la qragnola delle mitragliatrici a teinpestare sulla corazza?... ». Organizzazione e coraggio E' un mestiere a cui non tutti reggono quello del carrista, e ab biamo capito perchè tante blinde inglesi e francesi, proprio quelle battezzate con cosi eroici nomi, erano ferme nei viottoli di campagna attorno ad Ath, molte senza neppure l'apparenza di essere state veramente colpite a morte dai tiri nemici. Organizzazione: non so come siano disposte le linee interne francesi, ma per quel poco che conosco dei sistemi organizzativi della terza Repubblica, scommetto a colpo sicuro che non c'è la più lontana probabilità di imbattersi nella visione, normalissima nelle più arretrate linee tedesche, di un can¬ noncino anticarro postato all'imboccatura della strada, mascherato come prescrive il regolamento militare sotto la ramaglia verde... E' escluso nel modo più assoluto che tanks avversari abbiano a impegnare i serventi tedeschi i quali tuttavia rimangono fermi al loro pezzo in postazione. E' uno spettacolo che può far sorridere, come faceva sorridere nell'ottobre del 1938 durante l'occupazione dei Sudetì (prima grande manovra della guerra tnanovrata tedesca) la cura degli artiglieri e in genere di tutti i soldati tedeschi di provvedere al prescritto mascheramento mimetico... Ma l'organizzazione, la disciplinata messa in pratica di tutto quanto prescrive un comando che ha una superiore facoltà di provvedere e prevedere, costituisce senza dubbio la più grande (orza di questo esercito. Parimenti non c'è ormai il più piccolo rischio, da quanto abbiamo potuto personalmente constatare su questo fronte e ne<le retrovie, che l'aviazione al leata si azzardi a tentativi di bombardamento di colonne o di rifornimenti tedeschi. Eppure le strade del Belgio ci sono apparse relati cvamente presso che spopolate di\militari durante le ore del giorno:\le uniche colonne in marcia erano,quelle dei prigionieri o dei disgra-\ziati profughi che una propaganda] idiota e criminale ha fatto fuggtre\dalle loro case e che ora tornano j indietro con le loro povere masse- inzxe.i vecchi e 1 bambini amiiion-\hcchiati sulle carrettelle di cam-\pagna. Di colonne militari tedesche quasi nessuna traccia: soltanto all'imbrunire, passando vicino a un bosco può capitare di l'edere improvvisamente uscire di sotto i rami uomini, cavalli, carriaggi e disporsi sulla strada per la marcia verso il fronte. Ci siamo incontrati a pochi chilometri dalla prima lìnea con una poderosa colonna di autocarri dell'aviazione del Reich. Era la seconda volta in due giorni che ci capitava di vedere t genieri dell'aeronautica avviati al fronte, e non abbiamo potuto capire l'impiego che poteva essere riservato, in una posizione così avanzata, a queste truppe specializzate. Ci è stato spiegato come, man mano che le truppe tedesche guadagnano terreno, si proceda immediatamente da parie dei genieri dell'aviazione a trasformare le spianate che più si prestano, in campi di aviazione. Si tratta di raccorciare al più presto, indipendentemente dalla velocità con cui sfpe7= SKCTdSKffl distanze di volo verso l'Inghilter- ra. (La propaganda inglese, se ha ancora del tempo da perdere con questi argomenti, potrà sfruttare] questo dettaglio come una dimo-\ strazione del fatto che i tedeschi] si preoccupano di economizzare\benzina...). Anche questa però è organizzazione e tutti possono rendersi conto di che portata è l'attività di questi servizi complementari dell aviazione tedesca, dalla notizia data oggi dall'Alto Comando che i bombardieri germanici già sono in grado di iniziare oggi la distruzione delle installazioni portuarie di Dover. Crediamo che gl'inglesi possano ancora per qualche tempo dor- ime i loro sonni tranquilli pei \quanto riguarda la minaccia deilparacadutisti o dei volatori a vela.ìIl piano tedesco per {'occupazione dell' Inghilterra è subordinato, a quanto sappiamo, all'annientamento integrale di tutte le installazioni militari delle città portuarie e costiere inglesi. I « cannonissimi » Nè è detto che questa azione debba essere esclusivamente affidata agli « Stuka », i quali naturalmente avranno il loro da fare anche sui centri dell'interno. La guerra manovrata svolta dall'Alto Comando germanico non ha ancora permesso di rivelare al mondo quali siano le novità del terzo Reich nel campo dell'artiglieria a lunghissima portata. Ci sarà modo, però, di saperne qualcosa a brevissima scadenza. I tedeschi si pi eparano a postare dei cannoni a grande gittata sul litorale belga e francese che sta per essere occupato a seguito dell'annientamento del gruppo alleato del nord. Dor-\ mano pure ora i loro sonni tian-' quitti, se lo possono, gl'inglesi dopo l'annuncio di questa novità che crediamo di avere il privilegio di dare per primi... L'accanita resistenza degli alleati attorno al grande arco della schelda, resistenza da noi slessi \0ggi notata nel settore di Tournai, ,COs\ come j ripetuti tentativi fatti \ciai francesi per effettuate un'aper] tura neUa zona fa Valenciennes e \di Cambrai, non modificano la terj rjb,7B realtà di questo cerchio di i/erro che, grazie al concorso della \avia!:ione 'in piena attività lungo \ìa costa, qrazie alla rapida avanata delle colonne corazzate tedesche da Amiens e da Arras verso Abbeville e la regione di Bouiogne e di Calais, è oimai praticamente disposto attorno a tutto il gruppo delie forze alleate del nord. Ora, secondo la tecnica già illustrata in Polonia e nelle altre successive azioni, è la fase delle infiltrazioni, delle fulminee puntate di carri armati nel vivo dell'organismo avversario, che è contemporaneamente assalito dall'alto dalle ondate degli « Stuka », così da sterilizzare ogni sua eventuale velleità offensiva diretta ad apritsi un varco verso il sud, o per lo meno a tentare di colpire i tedeschi sul fianco per obbligarli ad allentare la pressione su Parigi. Fuse brevissima, al di là della quale è il terribile dilemma: o resa in massa o l'annientamento. Il morale degli elementi che fanno parte del corpo alleato delnoid deve essere d'altronde assai basso. Per quanto riguarda ì tran cesi, che dovrebbero costituire ffl gl*£ *SW inq^iesto ™ 1" maggior parte di essi erano da molto tempo a ripos» nella Frun ci« del nord in previsione di una ] azione verso il Belgio. Non solo \ Questa azione è stata precorsa dal ] fulmineo intervento tedesco, ma la \intera Francia settentrionale di cui questi elementi avrebbero dovuto costituire i naturali difensori è ormai per due terzi invasa. Abbiamo parlato con un francese della regione di San Quintino fatto prigioniero a sud di Tournai, l'appuntato Francis Humain. Bel piglio fiero, e un po' t'oppo fiero alla moda gallica quando l'interlocutore è un italiano. Ma l'appuntato Francis Humain si è accasciato di colpo quando ha saputo che il suo \ Paese era ormai occupato dai teldescni. ì Guido Tonello.

Persone citate: Arras, Austen Chamberlain, Fiandra, Francis Humain, Fuse, Giraud, Hitler, Tonello