Il problema dei Balcani

Il problema dei Balcani Il problema dei Balcani Le recÌDroche influenze fra le Le reciproche influenzi ira le penisole italiana e balcanica |Roma, 18 maggio. i'Il problema dei Balcani tema fra i più vitali e costruttivi della politica estera italiana non meno del Mediterraneo, e ampiamente |trattato stasera dal Giornale rf7-!talia. Dopo aver accennato che le ra- gioni dell'importanza di questo problema devono ricercarsi nella! geografia, nella tradizione stori- : ferimenti ai sistemi dell'Adriatico L del Mediterraneo, nell'Interesse !economico e, infine, nella presen- za In Albania dell'Italia divenuta ,01'"1111 la Piu grande Potenza dei Balcani, il giornale prosegue: 1 «Non c'è bisogno di molte pa ca, nelle necessità politiche e mi-llitari, nell'equilibrio delle forze e delle posizioni, con immediati n-|Iirole Der sniee-ar'é oneste racriòni La\ePo%.afÌS ile due penisole parallele. dell'Ita- ! lia e dei Balcani. A nord, le terre j jitaliane della Venezia Giulia si in- ; i contrano in uno stesso sistema m°n invarcabile di montagne con He terre slave. Più a sud, TAdriajtlco si restringe a soli 72 chilometri, tra Otranto e Capo Lin |8u.«Jt». Pfr avvicinare le due oplPostf. coste e favorire i loro naturali e permanenti contatti. Per questo, fin dalla preistoria, si han- :no tracce di passaggio e di comu-1nicazione dall'una all'altra penisola. Lo provano le trasmigrazioni dall'Epiro alla Puglia, poi se¬ iguite nell'epoca storica dalle irra idiazioni di Illirici e Greci nell'Ita,lia meridionale e di Romani e Vejneti nei Balcani*. Il Giornale d'Italia passa quindi a tracciare una rapida rievocazione storica per documentare come, attraverso duemila anni, non vi sia stata soluzione di continuità negli incontri tra la nostra peni'sola e quella Balcanica: dai con ' tatti con i Romani a quelli delle 1 Repubbliche Italiane, per arrivare laga interventi italiani nel Balca- ì!,1, nel sec0l° SCOrS0' 6 nel 1825 ln SÌGrecta ove cadde Santorre San a e - tarosa. In Grecia vanno pure numerosi i profughi patrioti dell'Italia. Nel , j 1844 vi si trovano i fratelli Bano diera; fallita la rivoluzione di Ve- Inezia, vi vanno, nel 1848, Tomma Iseo, Rossi e Regaldi. SI crea an Iche in questo tempo una «Gran tle Fratellanza ». una associalo ne politica irl-odentista segreti |italo-greca. Nel 1866-67 migliaia idi volontari Italiani combattonoìj • , ,. 'con ì Greci nella insurrezione di' creta. Due Legioni italiane par tecipano alla nuova |nsun.ezione dellqsola nel a897. In Italia acrive |rinn0 nazionale grec0 u poeta Dio. !„,«,,„ ci™,,,., °k. ,,„ nisio Salomos, che discende dai veneziani Bortolani. Pure in Italia scrive l'inno nazionale croato Antun Mihanovich. Ma nella _ ! natrTm ,i; Garibaldi del iRfifl £ °Cari albanesi - !■l„ari e E,.cci B Nel *,0 risorgimento, la Serbia |3l ispira al p^nte, a Mazzini e a Garibaldi. Ne ripete le forme associative. Alla Omladina (la Gioventù serba) dà lo stesso spirito e gli stessi caratteri della I « Gioventù Italiana ». Un suo giori naie pubblicato a Belgrado si chia ma pi'emon>- Nella insurrezione 1875-76. in Erzegovina, i Se, 01 ricevono anche Ir — j lontari italiani, e di ; Governo Piemontese. Nel- 1883Hcovr.no -incile l'ainrn di vn.i .mene i anno ai vo-finanze delcompaiono ancora volontari ita liani in Sofia fra le file combattenti dei bulgari. Concludendo, il giornale romano scrive: « Queste rievocazioni storiche di due millenni non hanno solo un : valore di inerte erudizione. Do 1 cumentano la continuità degli in- n à e e - n contri e delle reciproche influenze fra le due Penisole. Questi incontri si rinnovano in diversi cicli, per lunghi periodi di tempo, con espressioni in grande parte, equivalenti. Appaiono, dunque, non un caso fortuito, ma la naturale risolvente di condizioni, istinti, bisogni permanenti dei popoli. Provano pure che gli interessi italiani nel territorio balcanico e nel suo assesto, non sono una improvvisazione o la espressione di un particolare indirizzo politico, ma rappresentano una ragione di vita, di sicurezza, di volontà costruttiva, sempre presente nella Storia nazionale della Penisola italiana. Quasi come in un testamento spirituale, poi, raccolto in una rivista greca di Atene, Venlzelos, pure tanto amico dell'Inghilterra, ha lasciato scritto che tutti i dirigenti greci della politica estera dovranno sempre ricordare il dominante interesse dell'Italia nel problema del Mediterraneo orientale ». i l -

Persone citate: Antun Mihanovich, Bano, Bortolani, Greci, Mazzini, Regaldi, Rossi