Il medio Oriente e gli Alleati dopo otto mesi di guerra

Il medio Oriente e gli Alleati dopo otto mesi di guerra Il medio Oriente e gli Alleati dopo otto mesi di guerra in pace il sud. Di timore per la considerazione che i piccoli Stati ben poco possono contro la volon tà ferma della nazioni guerriere ^(^^^^^^ì^\ J» „,„.,,„ Husrlta ner la fina: °?" "sendo riuscita per la fine, DAMASCO, aprile. L'azione tedesca in Norvegia ha!prodotto senso di sollievo e di ti- more ad un tempo nel vicino e medio Oriente. Di sollievo per la.considerazione chela guerra, con-1 , ; ' centrandosi al nord, lascia per ora, di quest'inverno a portare il bloc-jco antitedesco nei Balcani e nel I Mar Nero, tagliando i principali [rifornimenti al Reich, non essendo [riuscita cioè a spingere la Turchia ialla guerra, abbia declco di infie-1 rtre al nord, coi risultati che sono.ora noti. C'è chi dice invece che [l'Inghilterra, appunto perchè ha perduto la partita nel nord, cercherebbe ora di metter fuoco al; sud, o per essere più esatti al sud- ;est. Comunque sia, è evidente che l'azione tedesca in Scandinavia jha portato un nuovo duro colpo al prestigio e alla potenza britanni-1ca agli occhi di questi popoli orien-1tall i quali, per naturale inclina- ;zione sono portati verso il più fcrte. I rapporti anglo-egiziani All'ottavo mese di guerra europea, la situazione nell'Oriente arabo si può riassumere per sommi capi come segue: Egitto. — L'urto tra Ambascia- e i i l è o - [ me già lo fu altre volte nella rea centissima storia d'Egitto. Nahas \pascià, capo del Wafd, è sempre -,assetat0 Qi potere, spinto sopret- -.. t. , ; Jr tj al,„i„f:i, i:u'uo,_ .._cop.U,.ansl0.".' i 'c" ta inglese e Corona si è inasprito, jsoprattutto in conseguenza alla;fierezza giovanile del Sovrano. E'risaputo, tra l'altro, che il Capodel Governo, Ali Maher pascià, fe- delissimo, alla Corona espressadalla Dinastia regnante, ha ripe- tuto anche recentemente il rifiuto del Governo egiziano a dichiarare guerra alla Germania, come e sta- to richiesto dall'Inghilterra. Sic-che oggi la posizione dell'Egittoufficialmente è questa: alleanza con l'Inghilterra, rottura dei rap- porti, di tutti i rapporti col Reich,ma non stato di guerra. La ten-sione tra Inglesi e Governo egi-braio, tanto dà richiedere l'arrivo ziano, originata da varie cause, haraggiunto un punto critico in feb- urgente al Cairo del ministro Eden, apparentemente venuto aSuez a portare il saluto dell'In-ghilterra al primo contingentespedlzionario di Anzacs. Si parlòallora persino d> probabili dimis-sioni di Ali Maher, e si continua tuttora a parlarne. A quanto è dato finora di sa-pere, l'Inghilterra ingoiò il rospo,ben convinta che un atto energi-co contro il Governo e il Re del-l'Egitto avrebbe avuto ripercus-sioni per sè disastrose nel vicinoOriente nelle attuali circostanze. Ma da allora i diplomatici e gli agenti inglesi si son messi attivamente all'opera dietro le quinte per riprendere la rivincita manovrando sul campo della politica interna egiziana. Strumento della manovra inglese contro Governo e Palazzo sembra sia il Wafd, co-fa. l'accanito Nahas. antibritannicoa iquando si trova all'opposizione, di' venta docile anzi zelante stru- mento degli inglesi una volta al potere. Contemporaneamente gli inglesi si son dati a fare una corte sfacciata al principe MohamedAli, erede presuntivo al Trono egi-|ziano. non avendo finora Re Fa ruk figli maschi. Sono stati notati particolarmente i ricevimenti dati dalle massime autorità britanniche in onore del principe Mohamed Ali. Anche il Comando Generale delle truppe britanniche del Medio Oriente ha dato un tè in onore del Principe il 6 aprile corrente. Al tè. in una cornice di alti ufficiali dell'esercito dell'aviazione e della marina inglese, partecipavano tutte le alte cariche dello Stato, ma nessun Ciamceliano di Casa Reale. Detto questo e da osservare, riguardo l'Egitto, che i quattro quinti dei dirigenti e notabili egiziani sono per l'Inghilterra perchè ad essa legati da vincoli d'ulteressi soprattutto finanziari e per timore di un altro protettore dal ia mano meno larga. Va detto infine che negli ambienti finanzia- Gli arabi e il denaro che l'Italia entri tra poco in guer--.. /-...—»- i» -u-ri levantini giudaici egiziani, e quindi anglofili, persiste il timore ra. Queste le principali notizie che qui si hanno dall'Egitto. Sirla e Palestina. Anche qui le popolazioni indigene, co- me quella dell'Egitto, trovanoun benessere economico insperato nell. ammassamento di truppe franco.Dritanniche in oriente. 1 soldati e gli ufficiali, specie quel- u inglesi, spendono e spendono molto, vero ben di Dio per gli A- ,.ttbi in miseria. E' costume del- l'ufficiale inglese spendere rego- larmente il suo ragguardevole sti- pendio al ristorante e al bar. IIdanaro conseguentemente corre ne[ paese. Inoltre gli Arabi di Pa-lestina hanno ottenuto delle sod-disfazloni politiche dall'Inghilter-ra> come quella relativa alla prò-jtezione della proprietà fondiaria |dei nativi contro ulteriori tenta-ìsioni dalla Francia, e Weygand èjtivi d'acquisto degli ebrei. A loro] volta, i Siriani attendono conces- anelato a Parigi ad insistere in [questo senso. Si sa infine che In-Igiesi e Francesi hanno promesso [di dare esecuzione, a guerra vinta, jalle"aspirazioni arabe di un'unicaì patria siro-palestinese, la GrandeSiria, purché gli Arabi non lesi-nino ora aiuto agli Alleati. E ara-bi, ben pagati, sono partiti per il [fronte occidentale, in Francia, a lavorare. (Questa corrispondenza era già stata scritta e inviata'quando si è appresa la notizia del- la condanna a morte di alcuni capinazionalisti siriani. Lo spirito a-rabo di indipendenza è indomabi-le. - N. d. r.). Irak. —- Qui la situazione per-mane torbida, nonostante l'ultimomovimento ministeriale che hamandato al potere il vecchio pa-triota Ali el Kailani. L'Inghilter-ra si ostina a tenere al potete ocome Capo del Governo o comeMinistro degli Esteri quel suoagente che si chiama Nuri es Saidmentre il nazionalismo militare vorrebbe dare sostanza e forma alla figura dell'Irak quale principale Stato arabo indipendente a idi qua del Canale di Suez. Occorre considerare che il primo Sovrano dell'Irak, Re Feisal, fu considei rato campione del panarabismo. lOggi invece i Ministeri irakiani di Nuri es Said si son lasciati pre fronte alla stessa questione pale-stinese hanno tenuto un atteggia-1 cederc sulla via del panarabismo I da altri Stati: non solo, ma di !mento d'avallo dei progetti di so-|luzione inglesi. Nuri es Said infatti è accusato di lavorare per un panarabismo in funzione britannica. Ecco le impressioni espresse da un giornale arabo: « L'interessamento dimostrato da tutti i paesi arabi per le vicende politiche dell'Irak è indice della coscienza fraterna che va formandosi. Gli arabi sentono, ormai, di costituire una vera unità. Che l'impero arabo possa, in avvenire, essere o no restaurato, ciò poco importa. Po trebbe anche darsi che gli Ara-1bi preferiscano, anziché l'impero, [uno Statuto federativo simile aquello che univa i popoli germa-nici prima della grande guerra.Quello che ora interessa è la pie-na coscienza dell'affinità dei po-poli arabi, della loro comunanza della necessità eli Uina cooperazione che assicuri la1,t„! am*h „ ìi „„ idi interessi e difesa dei loro diritti e il conse jguimento della rinascita araba». i L'Irak, si sa, è alleato dell'In- La neutralità di Ibn Saud Re ghilterra e fa parte del Patto Asia !tico e del Patto Arabo, Arabii Saudiana — Re Ab;dei Aziz Ibn Saud'e i suoi Ule ma hanno riaffermato ancora una [volta questo loro atteggiamento:! l'Arabia Saudiana comprendendo 1 ia terra santa culla dell'Islam e : ie città sacre della Mecca e di Me-!dina (le quali devono essere aper- ! te ai musulmani di tutto il mondo1 in qualunque circostanza) non ■ può esser parte in un conflitto, ma! deve tenersi rigorosamente al di ! fuori. L'Arabia Saudiana potrà, sì, anzi dovrà senz'altro fare la giier-: ra il giorno in cui gli interessi del- ì ra'tra~imperiY^^ l'Islam fossero in giuoco. Ciò non 1 rientra nel caso presente di guer 1 verno saudita, anziché occuparsi1 della guerra europea, segue da vi-, cino gli interessi dei mondo ara- : bo, e principalmente la questione ! palestinese che ancora non ha avu- to completa soluzione in senso fa-1 vorevole alle aspirazioni arabe. E;c'è ancora la questione della Siria ' e c'è la questione delle rivendi cazioni territoriali e politiche san a1 dite a nord sul Golfo di Acaba t aUd est sul Golfo Persico. Una tìe - rissima Nota saudita, voluta da i gli Ulema, è pervenuta recente -1 niente a Bagdad, nella quale si pie -| testava per controversie di fion- Itiera. ma si protestava soprattut--jto contro il tradimento del Gover-o) no irakiano verso la causa palea ! stinese. -| Ibn Saud ha resistito a tutte le -[ pressioni dirette e indirette degli o{Inglesi, promesse lusinghe minace;ce, affinchè aderisse al sistema o [ franco-britannico nel vicino Orien-,, te. Nuli es Said si è recato neie a l ne)»*„ Neged per incontrai si con il Mo-narca saudita su cui esercitareestreme pressioni, in funzione bngiorni scorsi espressamente tannica. Nuri es Said era accom- 'pagnato dal Ministro saudita a,Londra, Shek Hafez Wahba. Pre- testo dell'incontro era il regolamento di certe controversie per le tribù di frontiera. Un giornale arabo ha scritto: |«Si osserva che i dirigenti degli Stati islamici hanno ritenuto op-lportuno avere scambi di vedute e!di prendere provvedimenti onde non cader vittime delle ambizioni altrui. Re Ibn Saud è stato il pri- mo ad agire, iniziando conversa zioni coi Capi degli Stati arabi e inviando alle loro capitali i propri figli e i suoi più intimi collaboratori. L'ultimo di questi messaggeri è il Principe Mohamed, partito per Sanaa ». E' difficile prevedere i risultati dell'iniziativa di Ibn Saud, ma un recente commento dell'organo ufficioso saudita della Mecca, Omel Kura, permette dl pensare che l'Arabia saudiana cer- chi di conso'idare i legami di fra tellanza arabo-islamica e di dare a tutto il mondo arabo un solol indirizzo nei confronti della situa-|zione internazionale. Nonostante\l'intensa opera messa in atto dai, diplomatici, dagli agenti e dai finanzieri democratici, non si ri-j tiene probabile che il Monarca saudita e i suoi Ulema abbiano ad accettare di staccarsi dalla linea dì neutralità assunta, finché i Su-premi interessi dell'Islam non siano in giuoco. Cosi sembrano votate al vano le insistenze dell'Irak, in funzione britannica, per indurre l'Arabia Saudiana ad entrare nel Patto asiatico di Saadabad, che verrebbe in tal modo allargato sino al Mar Rosso. Sembra invece intenzione di Ibn Saud di am- phare ed estenuere 11 Patto As bo ~ che lega ll Re£no Saudita, l0 Yemen c rlrak — ma m un aenso che tenga conto unicamen" te degl1 lntelessl arabl e islamici, Tendenza alla "cutialita, questa, che non celt0 fa Placele aIl'In" Smlterra- Ci sarebbe oia da parlare della Turehia' dell'Iran e dell'Afgani stan' ma lo spazio ci manca. Di- remo soltanto che la Turchia non vuol assolutamente trovarsi in coi Russi- Tanto meno ne ha voglia l'Iran, economicamente I 1 e strategicamente legato al nord. 1 D'altra parte cl sl fa qui la con" vin210ne che la 3tessa Inghilterra inon vuole' a P^zzo anche di umiiliazioni' mettersl ln guerra col iRuf!\ perchè una 8"erra ano'° sovietica porterebbe 1 incendio al ; | j le frontieie asiatiche. Le bellicose tribù montanare dell'Afganistan. che poco hanno a vedete col Governo di Cabul, accoglierebbero di buon grado un segnale dei Russi per lanciarsi giù nell'India, popolata da moltitudini di indigeni eh» esse tribù disprezzano e presidiata da pochi inglesi che esse odiano. Alo.