Trionfale rinascita della "Mille Miglia,,

Trionfale rinascita della "Mille Miglia,, La gijfe Isella, ccrsa At*£cmo1>jatlft^ffcca. del mgigAg Trionfale rinascita della "Mille Miglia,, Vittoria assoluta dei tedeschi Hanstein-Baumer (B.M. W.) ■ La grande corsa di Farina (Alfa Romeo) vincitore della classe 3000 - La miracolosa "Topolino,, di Ventarelli-Ceroni prima delle minime cilindrate alla media di 114,063 - Ferruzzi-Sola, su Fiat, vincono nella classe 1100 - D'Ambrosio-Guerrini classificati primi della classe 1500 - La grande prova, onorata alla partenza e all'arrivo dalla presenza di Ettore Muti, ha vissuto senza incidenti in una imponente cornice di folla (Dal nostro Inviato) Brescia, 29 aprile Una grandissima corsa, anche se sfortunata per le vetture ed i piloti italiani, degna in tutto dell'attesa, degna della gloriosa tradizione, anzi della duplice tradizione: quella dei primissimi circuiti di velocità che, per merito della città leonessa aveva aperto il ciclo delle grandi corse italiane di velocità agli albori del secolo, proprio su queste strade lombarde, e quella dell'indimenticabile « Mille Miglia » sul classico otto fieninsulare. La quale non si i uttavia lasciata rimpiangere, perchè, fin da questa prima di una ; lunga serie di nuove edizioni, la ta figlia ha degnamente sostituito la' madre in tutti i suoi compiti caratteristici: sport,, combattività, emotività, tecnica, collaudo, passione di folle. \L\fitimgaverifictainfenogodenovidu«FcaconabipavaBt-'lnta sul terreno dei grandi'dipremi internazionali, disputali dai\l0Coefficienti tecnici bolidi da corsa, la nostra indù strìa pai èva emergere, almeno nel campo della vettura normali sport, sui grandi percorsi stradali. Le ultime sette « Mille Miglia » erano state ininterrotto appannaggio dei nostri colori, che avevano pure trionfato contro le vetture tedesche nella pesantissima corsa della litoranea libica lo scorso anno, in mancanza della « Mille Miglia ». Pareva questo un prima- CsuVtie sodl'vptà ben saldo. Or/,/, dobbiamo rive- >de.e anche questa posizione. \i'eistpcotosilii teifesadtdenRgÌa«Delai/e»,upparsaviinacciosa\ce, anzi, sbvercliiante nei primi due] be stata frutto di un caso, di un seguito di fortunate coincidenze. La corsa non poteva essere piit regolare, più persuasiva. La superiorità velocistica delle tedesche «B.M.W» di 2 litri (e come tali concorrenti nella classe inferiore) contro le «2500 A. Romeo» della classe massima, è apparsa evidente sin dal primo giro ed è continuata con un inesorabile accantonamento di minuti di vantaggio, giro per giro, cronometricamente. L'« Alfa », capeggiata dal mirabile Farina, che ha combattuto ieri una gran lotta, tra le più belle della sua carriera, non ha potuto che inserirsi a fatica tra il primo ed il secondo degli equipaggi tedeschi, dopo di avere sgominato pri giri. Ma non si poteva naturai mente richiederle di più per quanto al terzo giro i prudenziali ordini di scuderia che avevano imposto un certo riserbo nello sfruttamento a fondo del motore siano stati allentati e la corsa delle rosse vetture abbia assunto un ritmo garibaldino senza risparmio. Nè i protagonisti della nostra squadra ufficiale ebbero a lamentare soste od incidenti di una certa rilevanza. La loro gara, anzi, fu rimarchevole per regolarità, per pienezza ed equilibrio di forma. All'infernale andatura in cui furono travolte e sull'estenuante distanza di 1500 chilometri respiro esse resistettero egregia mente. Risultato lusinghiero, che va messo in rilievo. Stavolta la organizzazione, la preparazione apparvero impeccabili anche in casa nostra: nessuna impulsività. Ma il favorevolissimo rapporto potenza-peso delle vettu cvPMntlimm1-senza\inRfmagi.LJre tedesche, la loro generosità i»..■ripresa non potevano essere col-\v■mafi. Forse abbiamo avuto il torto di considerare il percorso della nuova «Mille Miglia» più piatto, meno accidentato di quanto non si sia rivelato: troppa pista c troppo poca strada, troppo sensibile alla potenza assoluta ed indifferente o quasi alle altre virlù\'ddelle macchine. Il netto distacco,'ccrCvdptuttavia, del vincitore assoluto', gHanstein sugli stessi suoi compa-.'tuni di marca induce ad una ri/tea- 'sione parzialmente consolatrice: resso non può spieqarsi — a pa-\gritti di nie.j-io meccànico e di clas-lpse dei conduttori, elemento paci- pfico — se non con un più favore-ìavoli, coefficiente di penetrazione \ vaerodlnamica della sua carrozze-imria. In luì vaso, gioverà sei)nalaie\fche se il telaio ed il pilota erano'mtedeschi, l'affusolalu linea della I Z■ B.M.W.» vittoriosa proveniva,! unica «V(|a xim sqiiadi 11. dalla no-'Aslra carrozzeria Tonring. Modesto dprimato forse, questo, della ben priconosciuta superoirità carrozzie-\sra italiana di ciì liillari-i 1 (fenici s\g\" \sanno ben apprezzati il vaio Nelle « classi » minori Nella « 1.500 » l'eccesso dì spirito pugnace ha parlato ad un sultato paradossale: nessune! - china ha ultimato il percorso, pur.essendo partite tutte e quindici le iscritte. Il più battagliero della'classe, dopo scomparse le nuove interessantissime «815» della «8cuderia Ferrari» che in questoloro debutto pienamente riuscito non avevano certo la pretesa di giungere a fondo della «Mille Mi- olia a è stato quel valoroso mago l'e1 volante che e il colonnello ta Leoncini, brillantemente in testa'qfino al penultimo giro. Al suo ri- rutiro, dovuto a banale incidente di dmacchina, gli avversari rimasti in[zagara erano cosi distanziati cheji vennero fermali dal giudice d'ar-\ririvo a corsa incompiuta c dossi- Ioficati nell'ordine. \suAnche in questa occasione tilt-[qutavia le « Aprìlia », iiiiicfce /orse «in tutto il lotto, in (pan parte per-',tirmale, eonfermuro-l fellamente no no caratteristiche di tenuta, di regolarità ed anche di velocità degne delle tradizioni. Nelle «1.100» i risultati hanno superato ogni più spinta previsione e così pure nelle « 750 »: due classi dove non si è avuta Ioidi marca trattandosi di sole «Fiat 1.100» nella prima ed unicamente di « Topolino » nella seconda, ma dove, .malgrado l'alternarsi dei protagonisti e l'incredibile andatura mantenuta, la compattezza degli arrivi si è conservata ottima. Vanno poste in evidenza le medie raggiunte: lor« 500 » ha segna-\ l0 i 120,126 sul giro ad opera di' nosechtrsuledamtaalficplvepi«RCorlesi-Parraricinì ed i I Hi.063 sull'intero percorso per merito diì Venturclli. Ne'le « 1100» sono siali sfiorati i J40 sul giro da Ferrur.zi, che e primo anche sull'intero percorso alla media di 132,120. La modestia dei distacchi nell'una e nell'altra classe è molto significativa: non si tratta di sola virtù dei,jpiloti o di sottile arte dei inani¬ >'n'0,w f'eJ'!nn° ,'p''^f'"?'!,? \irogatoU vetture, ma di sostan- 'eiale ed uniforme eccellenza costruttiva della più diffusa nostra produzione di serie. Nella quale constatazione il pubblico ha trovato un sensato conforto alla delusione della lotta nelle massime cilindrate. In fatto di medie, del resto, tutti i pronostici sono stati largamente distanziati: basti confrontare i ir>0 orari delle più accreditate profezie coi 111/ sul giro ed i 166,723 sul totale raggiunti dal vincitore assoluto. Risultati tecnici sorprendenti: un pubblico enorme lungo tutto il circuito scrupolosamente disciplinato, trattenuto, informato ed interessato da nn'organìzzazio ne super perfetta, capolavoro di Remo Castagneto: una propizia giornata di mezzo sole e di brezza \con innocua spruzzata finale a ] battezzo di prammatica del nuovo rhll144v 1944Po o i a e e a a o circuito; nessun incidente di rilievo: ecco, in panorama, il l.o Gran Premio Brescia delle « Mille Miglia ». Le fasi della gara A integrare il quadro basteranno pochi cenni di cronaca. Le partenze sì sono iniziate al lume delle fiaccole e dei fari sotto un cielo in parte coperto, alle 4,1 con le 19 « Topolino » della classe minima, la fatica delle quali sarà limitata a otto giri del triangolo di 165 chilometri, Brescia - Cremona - Mantova - Brescia. Mossiere dela\ie minori cilindrate è il conte Bonacossa, presidente generale del RACI. Seguono le «1100», che forniscono 25 partenti. Alle 15 macchine della clusse « 1500 » ed alte successive dà il « via » ti Se¬ gretario del Partito, che rivedre- ]ino poi nel pomeriggio agli arrivi, .La classe «2000 » non raduna che Je cinque B.M.W.; undici sono le j».._ -\veiture della classe massima cfte!a , n c ù\'della coppia Quadri-Sertorio, ,'con regolarità ammirevo'e i 2***2»Lchiudono le partenze alle 1,24. ILa storia delle « Topolino ». è riassunta nel duello Venturelli - Cortesi, che appaiono subito i più veloci e si alterneranno al coman- do per tutta la giornata, e. nelìprogressivo risalire di posizioni cheìr/it:n-jo', gerii a conquistare un eccellente -.'terzo posto. - Nelle « 1100 » Bertoni e Rugge-\: ri paiono emergere fino al terso\-\giro durante il quale si fa tin-jal si fa -lprovvisamente l'argo Ferruzzi. - passando dalla quarta posizione -ìalla prima e segnando il giro più e \ veloce. La posizione dei due pri-imi si consolida e rimarrà fino alla e\fine; Ruggeri, invece, verrà man o'mano superato da Marangoni, a I Zordan e Lanzini. ,! Delle « 15001> abbiamo detto. !-'Ascari con la «S15» della Scu-Io deiia Ferrari compie un veloce n primo giro, ma nel secondo è co-\stretto a rilirursi, cedendo il pai sto al compagno di marca Ran- \goni, che rimarrà in testa fino al giro. Il suo posto è quindi assunto da Leoncini che. come si \è i-istn. non riesce a terminare; e «iene elasaificàio primo D'Ambrosio, a/ lenitine dell'80 giro, su " « Aprili i ». Con 111 in i ino distacco \segue la « Fiat 1500 » rfi Ruggero iur.-Wurzburger. le La lotta delle « B.M.W. » di 2000 la's'intreccia con mieliti della classe ve maggiore. Hanstein prende la tela sta indisturbato c non viene più to\minacciato. Lo incalza sulle prito me la coppia Lnruni-Cortese, unidi co equipaggio italiano dcllti .sokhi- dru tedesca, buon secondo per due go giri, con tempo (i/liiicnci puri allo ila «Delagc» di Comodi, prima. 'qncsta. della classe « 3000 ». Ma il ruolo muta ben presto: la vettura di Lurani rivela qualche incertez[za e molli piccoli inconvenienti e ji tedeschi Brudes, Briem, Wencher \riescono gradatamente a superar Io; mentre Farina ha la meglio \sulla «Delage», che difende per [qualche giro la sua seconda po «««"•e, per poi retrocedere e ri',tirarsi dopo il fi" giro. Nella scia di Farina, che più non cede il primato di classe, insellile per qualche tempo Trossi che, anzi, segna il giro più veloce tra le «SOOÒ»: ma poi si lascia superare da Biondetti. che accelera in finale ed in ultimo anche da Pintacuda. la gara del quale, molto costante, non ha avuto tuttavia spunti eccezionali. Tutti gli altri, aliinfuori della squadra ufficiale dell'in Alfa », giunta al completo, cedono negli ultimi giri o vengono fermati a gara incompiuta. Sale sul pennone della «Mille Miglia» la bandiera del Reich. Aldo Farinelli 1 La macchina dei vincitori assoluti Hanstein e Baumer taglia il traguardo al termine della gara b\dc\ Venturelli e Ceroni che nella categorìa « 750 » hanno pilotato la u Topolino » alla spettacolosa media di Km. 114,063, iiiiiiiiiiiiititittiiittiiitiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinitiittiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiMii

Luoghi citati: Brescia, Mantova