Il convegno autarchico inaugurato a Milano
Il convegno autarchico inaugurato a Milano Il convegno autarchico inaugurato a Milano Il potenziale di lavoro italiano ha enormi disponibilità per realizzare economicamente l'indipendenza essenziale della Nazione • Un fervido telegramma al Duce Milano, 25 aprile. Ha avuto inizio stamane, alla Fiera campionaria, il secondo Convegno nazionale di studi autarchici, indetto e organizzato dall'Istituto per gli Studi Corporativi ed Autarchici di Milano. Alla manifestazione ha partecipato un numero cospicuo di personalità del mondo politico, economico e universitario. Questo secondo convegno è subito apparso pienamente riuscito, cosi per numero di autorità, di relatori e di convenuti, come per l'importanza e la vastità della materia tratta ta- 11 presidente dell'Istituto, prof. Camill° f<ì>nzzl- dando inizio nel | nome del Duce ai lavori del con vegno, ha dato lettura dei messaggi inviati al Capo del Governo ed al Ministro delle Corporazioni: quindi, dopo avere sinteticamente tracciato le linee informative di questo secondo congresso autarchico, ha ceduto la parola al vice! presidente, camerata Spinelli, il i quale, vivamente applaudito, ha fatto una dettagliata relazione sull'attività dell'Istituto, sul lavoro condotto a termine e sul programma futuro. Questo secondo convegno ha radunato circa ottocento aderenti ed ha raccolto 300 relazioni. Tutte le forze della cultura italiana sono presenti coi loro nomi più noti e significativi: università e industrie, imprese economiche e laboratori scientifici hanno inviato i loro rappresentanti ed i loro interpreti. ' Il • „ i l" COmmerClO COn I eStefO e ^ a a i d o e o o i e e e n , , e La prima giornata del Convegno ha per tema di discussione <-. Caratteri, oggetti e soggetti del commercio con l'estero in regime di autarchia »: e una trentina di camerati prenderanno su quest'argomento la parola. La relazione del camerata Spinelli è stata accolta con vivissimi applausi. Siede al tavolo della presidenza l'eccellenza Alberto De Stefani, che l'assemblea ha accolto al suo giungere con una affettuosa, unanime calorosa manifestazione: ognuno dei partecipanti al convegno ha scorto in questo fedele collaboratore del Duce il pioniere dell'Idea autarchica, l'uomo che fra i primissimi osò agitare in Italia, in tempi in cui pochi credevano a quello che è poi diventato il credo economico del Fascismo, i problemi, le questioni, la necessità dell'autarchia. Dovrebbe presiedere questa prima giornata di convegno il prof. Jacopo Mazzei, rettore della Università di Firenze e rappresentante del Ministero dell'Educazione nazionale; ma l'assemblea unanime, su proposta del camerata Mazzei, chiama alla presidenza Alberto De Stefani. Ha quindi la parola il prof. Antonio Fossati dell'Università di Torino, relatore generale. Dopo aver accennato alle premesse teoriche che devono guidare nello studio dei problemi autarchici, il prof. Fossati ha proseguito ponendo in rilievo il problema dei fini che lo Stato, a seconda delle condizioni ambientali, persegue nelle reazioni autarchiche. Accennata la questione dei costi, il cui peso è diverso a seconda dei risultati contingenti od immanenti che si vogliono raggiungere, l'oratore ha proseguito ponendo in rilievo i mutamenti che dovranno intervenire nel settore del commercio d'importazione ed esportazione, in vista dei fini autarchici e del miglioramento nella ragione di scambio. Fa notare come certe trasformazioni siano necessarie, soprattutto quelle che si riferiscono a beni a basso costo da trasformare in beni ad alto valore mediante il lavoro italiano. Pone il convegno di fronte all'imperativo di non svendere lavoro nazionale in contro¬ partita di prodotti che potremo fabbricare noi e rileva la neces sita di tener presenti le esigenze voluttuarie anziché solo quelle nascenti dalle importazioni ed esportazioni. Accenna, infine, al problema delle compagnie per il commercio estero, a quello del finanziamento e chiude accennando all'importanza di una economia complessa in antitesi a quella che può essere il frutto di una larga specializzazione, meno atta ad affrontare le crisi internazionali. Prende quindi la parola il consigliere nazionale Piero Gazzotti, presidente della Confederazione nazionale degli Artigiani, il quale, tra la fervida attenzione dell'assemblea, legge una breve, esauriente relazione sull'attività artigiana nel campo dell'Autarchia, sulle mète che la grande organizzazione si propone di raggiungere, sul programma di lavoro stabilito. L'esposizione del camerata Gazzotti è accolta da vibranti applausi. Prende successivamente la parola su vari argomenti il professore Barbieri dell'Università di Cagliari, il prof. D'Albergo della Università di Trieste, il dottor Gianturco, il prof. Pagni. Il convegno si è protratto per tutto il pomeriggio e riprenderà domattina. La mozione De Stefani Intanto l'accademico De Stefani, nel riassumere i lavori della prima giornata, ha presentato la seguente mozione, che è stata approvata all'unanimità dai congressisti: « Il secondo convegno di studi autarchici indetto dalì'I.S.C.A., approfondito il tema della possibile espansione dell'Italia nel mondo, conclude i piopii lavori della prima giornata riaffermando che il potenziale di lavoro italiano ha ancora enormi disponibilità qualitative e quantitative per realizzare economicamente l'indipendenza essenziale della Nazione col sussidio delle conquiste della tecnica cui è affidata la crescente e sempre più efficace mobilitazione del popolo italiano per la pace, per la guerra, per la potenza dell'Italia». All'inizio dei lavori del secondo convegno di studi autarchici è stato inviato il seguente telegramma: « Al Duce del Fascismo, Roma. Il secondo convegno nazionale di studi autarchici organizzato dalì'I.S.C.A. secondo Vostre alte direttive, iniziando i propri lavori, cui partecipano tutte le forze della cultura, della tecnica, della produzione italiane, invia al Duce, Ideatore e Condottiero della Rivoluzione corporativa e autarchica espressione sua devota obbedienza e sicura fede nella vittoria finale e completa del Fascismo contro ogni ostacolo e ogni nemico ». Altri telegrammi sono stati inviati al Segretario del Partito, al Ministro delle Corporazioni Renato Ricci, al Ministro dell'Agricoltura e Foreste, Tassinari.
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