Le dichiarazioni di Reynaud in nuovi commenti parigini di Giorgio Sansa

Le dichiarazioni di Reynaud in nuovi commenti parigini Le dichiarazioni di Reynaud in nuovi commenti parigini d v Parigi, 2e. In Francia si è delusi del fatto che le dichiarazioni di Reynaud alla Commissione senatoriale degli Esteri in merito al problema dei rapporti italo-francesi non abbiano avuto nella stampa italiana una eco più vasta. Il corrispondente del Temps crede fra l'altro di poter ravvisare nel comunicato che riferisce dette dichiarazioni una testimonianza della buona volontà di Parigi verso Roma. Da parecchio tempo invero la diplomazia francese — egli afferma — ha cercato di avviare conversazioni con Palazzo Chigi. Ogni volta essa ha Incontrato un rifiuto perchè le circostanze non saebbero state propizie. Ma quando lo saranno? La volontà dell'Italia sembra essere per il momento di ricordare senza posa e di fare notare ai helligeranti che essa rimane un fattore importante, anzi decisivo, di cui conviene tener conto e che, a nessun costo, non si lascierà eliminare dal regolamento futuro della pace. Ma non perciò si desidera meno una intesa mediterranea basata, come si dice a Roma, sull'equilibrio del le forze e sulla coordinazione armoniosa dei diritti nazionali ». Il giornalista dopo avere cosi con le prime parole del brano ora citato, attribuito all'Italia l'intera responsabilità per il fatto che non siano state avviate conversazioni e senza avere pensato che le cosiddette •< offerte » francesi forse possono essere state inaccettabili (dato che la questione non consiste nell'offrire, ma in ciò che si offre), così termina: « L'Italia vuole, cerca-ed attende la soluzione dei suoi problemi in un morlo qualsiasi, attraverso una procedura qualsiasi. L'Italia non farà la guerra per la guerra: sembra esserci dunque ancora la prospettiva di risolvere in via normale l'insieme delle rivendicazioni italiane. E' ancora necessario che la via delle conversazioni non sia chiusa ». L'articolo editoriale del Journal des Débats, in cui si dice di non volere polemizzare con l'Italia, reca altri argomenti ma non argomenti nuovi, nella discussione dei rapporti italo-francesi. Secondo l'organo vespertino Hitler fa di tutto per coinvolgere l'Italia nella guerra ed il richiamo di von Mackensen a Berlino non avrebbe altro obiettivo che quello di studiare un'accentuazione delle pressioni tedesche sul Governo fascista. Va inoltre letto attentamente quanto scrive in merito alla questione franco-italiana il Populairc organo socialista (e oggi, sappiamo, 1 socialisti fanno parte del Governo fmneese). Se anche gli alleati hanno per scopo principale di vincere la Germania, e non anno in cerca di nuovi nemici, se cioè non introducono nel loro orientamento nessuna discriminazione ideologica « questo non significa — dice il giornale — che si ignori il rapporto diretto esistente fra certe ideologie e la preparazione della guerra >. Se certi valori (i valori democratici evidentemente) non riuscissero a prevalere nella vita dei popoli, un'Europa pacificata, a detta del Pupulaire, non sarebbe possibile. Gli alleati lottano contro la Germania che è la sostanza di una certa ideologia; quando questa sostanza, questo ostacolo alla vita dell'Europa sarà fatto saltare, « la ideologia stessa sarà oggetto di discussione e di persuasione ». (23 parole soppresse dalla censura francese). Dei rapporti italo-francesi si occuperà giovedì anche la commissione degli affari esteri della Camera francese. Come in quella senatoriale, il Presidente del Consiglio Reynaud farà una particolareggiata esposizione sulla politica estera. E' improbabile che Reynaud ottenga nelle prossime 48 ore elementi nuovi per poter fornire ai deputati dolla commissione informazioni diverse da quelle di sabato scorso. La riunione sarà quindi importante più che per la Camera, per il Governo stesso, il quale, conoscendo già i desideri del Senato, verrà a conoscenza di quelli di Palazzo Borbone. Il valore della riunione sta dunque nel fatto che l'atteggiamento futuro del Gover l"■""tm"lun"'u miuro uci wver!»» sia nei confronti dell'Italia che degli altri Paesi potrà dirsi ìm ! prontato alla volontà del Parlamento. Giorgio Sansa

Persone citate: Hitler, Reynaud