ASPETTI del gusto moderno

ASPETTI del gusto moderno A IL IL A ¥IP1II1ENNA1LBE ASPETTI del gusto moderno Milano, aprile. Questa Triennale colma di tante bellezze è un compenso. Chi vi ai aggira per alcune ore a contemplare pacatamente migliaia di oggetti squisiti, centinaia di allestimenti deliziosi, qui un vetro che splende nella sua materia iridata, là una ceramica d'impeccabile smalto, e poi un libro preziosamente impaginato, una stoffa fragrante di gaiezza, un merletto ch'è un miracolo di grazia, una terrazza fiorita e arredata per la fresca giocondità della casa, non dimentica, no, (che sarebbe una colpa, una specie d'avarizia dello spirito) la tempesta che Infuria in mezza Europa e l'immenso soffrire che sopra vi si stende, ma almeno riesce a ritrovare una confortante fiducia nel valore morale di un lavoro tanto vasto quanto geniale che tenacemente s'adopera a raffinare e ad aumentare il godimento della vita. Nella eterna lotta fra le forze del bene e del male, della distruzione e della costruzione, questo stupendo panorama dell'arte e del gusto moderno che l'Italia ha saputo creare malgrado I tempi incerti e calamitosi e vincendo 1 più ardui ostacoli tecnici, ha un significato che va più in là di una semplice manifestazione edonistica. Un moltiplicato godimento Per questo volentieri ne riparliamo, ed insistiamo sul carattere « sociale », meglio ancora « umano », dell'arte decorativa in quanto immediata, vivacissima espressione — fra le più aderenti alla pratica quotidiana, fra le più diffuse nelle varie categorie dell'Intelligenza — di alcuni profondi bisogni ideali dei popoli: tanto più oggi che quest'arte (mercè la organizzazione degli artigianati, la sempre più stretta collaborazione degli artisti con l'industria, la possibilità di una eccellente e relativamente economica produzione in serie) più facilmente di ieri porta i suoi prodotti a contatto delle masse popolari, ne educa il gusto, ne moltiplica le esigenze, insomma favorisce una larga rispondenza, fervida, attiva fra la sensibilità di coloro che foggiano la cornice ornamentale dell'esistenza (architetti e pittori, scultori e decoratori, artigiani e industriali), e la sensibilità del pubblico che si compiace di questa cornice. Caratteristica del gusto moderno é appunto la sua straordinaria diffusione. E' un gusto che potrà esser giudicato facile, superficiale, spesso frivolo perchè di solito oggi l'artefice si impegna assai meno di quanto non facesse l'ebanista che Impiegava del mesi a .scolpire i pannelli di un armadio ma conviene riconoscere che il suo livello medio si è eccezionalmente elevato. Vogliam dire che se trenta o quarant'anni fa dal prodotto di gran pregio e di gran costo si passava quasi senza gradazioni al prodotto vile, meschino (si ricordino gli atroci mobiletti intagliati di certi « salotti » piccolo-borghesi, le orrende lampade in ferro battuto con le frangette a perline di vetro, tutto il ciarpame ornamentale in scagliola dipinta e finto bronzo), ora invece esiste sul mercato una copiosa produzione genuina, limpida ed anche economica che non ha più nulla in comune col « volere e non potere » degli arredamenti di quel tempo infausto. Di qui una più larga possibilità di possedere cose autenticamente belle, cose che onestamente, senza false apparenze, dichiarano la loro natura, il loro scopo,, persino il loro prezzo pur restando su un piano indubbiamente artistico; di qui un moltiplicato godimento di quanto può offrire una schietta arte decorativa. Quando si parla di periodi storici di «buon gusto » o di « cattivo gusto » è appunto la qualità della produzione media a stabilire la differenza: non l'eventuale comparsa di alcuni capolavori, ma il modo e lo spirito con cui i fabbri foggiano chiavi e maniglie, i vetrai soffiano e incidono i loro vetri, i ceramisti modellano, dipingono e cuociono brocche, tazze e piatti. Stoffe e terrazze fiorite Ci sembra anzi che il maggiore interesse di questa Triennale stia nella dimostrazione evidentissima di un progressivo miglioramento del gusto, documentato non tanto dai pezzi d'eccezione, da modelli supremamente raffinati quanto dagli ottimi prodotti di un artigianato ormai maturo e di una industria coscienziosa, convinti entrambi che i doni della creazione artistica non vanno riservati ai soli milionari ma possono interessare più vaste classi sociali. Citammo nell'altro nostro articolo gli stupendi vetri fatti incidere molare e scavare da Pietro Chiesa per la Fontana Arte e i preziosissimi mobili a specchi da lui disegnati in gara di perfezione con Gio Ponti; potremmo ora ricordare i prodigi di tecnica vetraria di Seguso, Venini, Barovier e d'altri maestri veneziani, tutti intesi, adesso, a dare alla limpida lievissima materia una consistenza gemmea, un peso di massa e una dovizia coloristica che forse alquanto la snaturano; e poi le grandi ceramiche decorative di 'Morozzi e di Melandri, teste e gruppi di figure più vicini forse — a parte la sapientissima tecnica _ alla scultura che non all'arte di cuocere le terre; e infine alcuni allestimenti di gran lusso che sono nella Galleria dell'Arredamento come la sala dell'applicazione del cuoio progettata dal Frette o la stanza da studio e soggiorno pei un'attrice allestita dal De Angeli. Qua e là, nella sezione dei tessuti e dei ricami ch'è accanto alla stupenda « Mostra del pizzo antico » ordinata dal Morassi, troviamo an.vi a merletti, tende, tovaglie, coverte, veli da sposa disegnati da! Clerici, dal Fornasetti, dall'Ambrosi Cattaclori. rial Blasi con l'in•••:-.-.o!u- di raggiungere la mas■ ■•■<•. raffinatezza di quest'arte e dlfficilisima, stoffe preziose ispirate a motivi classici di Vittorio Ferrari. Ma si guardino 1 freschissimi tessuti autarchici del Linificio e Canapificio Nazionale e dell'Italviscosa presentati dalla principessa Ruffo e dall'architetto Carboni: qualunque signora vi dirà che qui è soprattutto il fattore « gusto » a determinare questa gioia coloristica, questa spregiudicata invenzione di disegni. Vivranno una stagione sola come esige la moda inesorabile? Non importa. Chi si sarà abituato, nella sua casa, a queste primaverili gaiezze esigerà in sèguito dall'industria e dall'artigianato sempre nuove offerte di lieti prodotti. Perchè l'arte decorativa prosperi bisogna appunto che il pubblico si faccia esigentissimo. Ed oggi, fortunatamente, fra chi chiede e chi offre è una corsa spalla a spalla. Usciamo dal palazzo e scendiamo in giardino. Qui è una delle più persuasive mostre di tutta la Triennale, la mostra delle terrazze per case di mare, di montagna, di campagna e di città. Sono anni che Gio Ponti insiste sul problema di dar respiro di verde e di fiori alle case, e vi insiste nel migliore dei modi: risolvendolo da par suo. Qui siamo nel suo regno, anche se l'allestimento è su progetti di Maurizio Tempestini. Nulla di eccezionale come costruzione e come arredo; ma una seri» di piccole trovate intelligentissime, qui un parapetto in cotto accostato a un pavimento in ceramica, là un muretto che pochi cuscini trasformano in sedile, ora una copertura rivestita di stuoia, ora un tendaggio di canapa che crea per incanto un angolo ìntimo. Cose da nulla, ripeto: mobili leggeri, qualche lacca vivace, una lampada deliziosamente disegnata, una paretina alzata apposta per aprirvi una finestrella, una colombaia che con la sua sola presenza determina un'atmosfera agreste; e accanto agli arnesi da giardinaggio la radio, un libro ben rilegato vicino a un cappellone di paglia, a un attrezzo da ginnastica. C'è sentore di bimbi, di donne giovani, di letizia che nasce dal sole e dall'aria pura. Chi ha creato tutto questo? Il gusto. Ma questo gusto è un aspetto del costume: costume di gente che non vuol più stare al chiuso, che ha rinne gato i salotti soffocati dalle tende, le confessioni sussurrate nella penombra crepuscolare fra il di vano e il pianoforte. Pensiamo alle case dei nostri padri, alle stanze malinconiche dove pur si for mò la nostra giovinezza. Ecco co me il gusto moderno ha moltiplicato le possibilità di scoprir nella vita gioie prima assolutamente ignorate. E in fondo, quanta mag gior sincerità di atti, di parole, di pensieri. Fine della polemica Indiscutibilmente questa sincerità è una dote dell'arte decorativa moderna. Ancora pochi anni fa si voleva il « mobile-radio », una truccatura, cioè, di un meccanismo che si pretendeva di < abbellire » chiudendolo in una scatola ornata. Venne il cosi detto Novecento (etichetta e non stile) con tutta la geometrica e grossolana pesantezza della sua goffa retorica; ed anche per gli apparecchi radio si disegnarono allora del mobili massicci e spigolosi, aggressivi e pretenziosi. Gli architetti Caccia-Dominioni e Castiglioni, allestitori di questa mostra dell'apparecchio radio, esemplificano non senza una punta di umorismo quel periodo di transizione ch'ebbe, al solito, i suoi incauti corifei; e ci convincono con una serie di ben studiati modelli che voler dare in un ambiente un'inutile importanza ornamentale all'apparecchio radio è come camuffare da oggetto decorativo un apparecchio telefonico 0 il radiatore del termosifone. Altro insegnamento di questa Triennale è che il gusto moderno — mentre marcia al servizio di categorie sociali sempre più vaste ■— va stabilizzandosi in una atmosfera meno polemica e propagandistica e più costruttiva. Le intemperanze « funzionalistiche » certe intransigenze e certi ostra cismi sembrano oggi soltanto dei ricordi. Quel crudo rigore raziona, listico per cui il gabinetto del dentista ancor pochi anni fa era ad- 1 ditato a modello della stanza di soggiorno e qualsiasi giovine architetto si sarebbe creduto disonorato se non avesse fornito una sala dà pranzo di poltrone ortopediche, lo si scorge quasi soltanto più nella mostra internazionale della produzione in serie allestita e ordinata da Giuseppe Pagano, ma anch'essa ben definita nel suoi scopi didattici, e legittimata dai problemi tecnici fra i quali è racchiusa. Tornano delle colonne classiche sulla facciata del progetto della nuova stazione di Roma, e su nella galleria dell'arredamento l'architetto Brunelli studia la sistemazione moderna di opere d'arte e di oggetti antichi, mentre Agnoldomenico Pica propone addirittura le possibilità di « arricchimento » del mobile con l'intaglio in legno, e la Sala dell'Alto Adige patrocinata dalla Duchessa di Pistola dimostra con le tarsie di Dante Morozzi il desiderio e il bisogno di tornare t decorare gli ambienti da clinica che fino a ieri eran proclamati il vanto della modernità. La geometria cede il passo al disegno libero, la fantasia s'appresta a dar battaglia alla gelata nudità; e dalla sezione dell'Artigianato a quella delle Scuole d'Arte le conferme si contano a dozzine. Sezioni straniere In Italia come altrove. Svizzera, Romania, Francia. Svezia, Boemia e Moravia, Germania, Ungheria compongono quest'anno le sezioni estere. La Svizzera che espone In prevalenza orologi d'ogni dimen¬