Come vivono i nostri rurali

Come vivono i nostri rurali Come vivono i nostri rurali Una vasta inchiesta documenta la sobrietà e la sempli- ...»-.. Cita di costumi dei nostri contadini dalle Alpi alle Isole r |taCome vive la famiglia dell'agricoltore o del rurale italiano ? I a Il cittadino che non conasce I rai particolari della vita rurale, ne bha una idea vaga. Generalmente 'ncrede che la vita contadinesca 1 presenti meno asperità di quella delle famiglie urbane lavora¬ mtumente migliori, ma per lo spi-14rito di adattamento, l'innata so- igbrietà, la semplicità dei costu-i"mi, la riduzione massima dei bi sogni sociali, l'ignoranza di manifestazioni superiori della cosiddetta civiltà, e soprattutto la tenace laboriosità, la resistente rassegnazione e la fede che caratterizzano l'anima rurale. Chi non ha potuto o non possa sondare un po' più a fondo la vita delle famiglie rurali nostre, dovrebbe leggere i quindici volumi pubblicati dal 1931 al 1939 dal benemerito Istituto Nazionale di Economia Agraria, contenenti monografie accurate di famiglie agricole. Ve n'ha che riguardano mezzadri di Toscana, dell'Umbria, della Marca Trevigiana e di quella d'Ancona; altre che studiano i contadini della valle del Panaro, 01 pdfIntam3v2nsha2lde a pianura livornese e pisana,,ldella piana Campana, della mon-| 6tagna toscana, della. Sicilia e ! tde la.Sardegna. Una riguarda ì ; tsalariati agricoli della pianura lombarda, e una coltori della Riviera ligu Ponente. In complesso si sonorstudiate a fondo 112 famiglie ■ prurali. ìcIT ,. , tUno studio Complesso |dBen difficile è riassumere .dtanta e così varia materia. Vi si :'è provato con la sua intelligente pazienza e col suo vivo acume di ^tndin«;n nrofnndn il nrof U°-oidGius iSSiPunf volumi recenVis? Ì&<£%^£$fàJ^liana ». Ma 1 autore stesso rico-|nosce non solo la diffico ta, ma f.addirittura .1 impossibilita di ipresentare riassunti che riepi-; gloghino in modo completo tutti gli aspetti della vita delle famiglie studiate. Così ha dovuto accontentarsi di rilevare solo lmt. ; palcuni dei principali aspetti.; n1 ambiente rurale, la composi-lpzione delle famiglie, le abita- pzioni, il patrimonio, ì redditi e|nle spese famigliari, 1 alimenta-(zione. jE'vano sperare che si possa, ianche con i più diligenti particolari, veder saltar fuori la figura tipica della famiglia contadina piemontese, toscana, veneta o meridionale. E' vano, perchè questi tipi non esistono, tanto è in Italia varia la fisonomia agricola delle diverse zone, negli ordinamenti culturali, nell'economia rurale, nelle mille circostanze che agiscono sulle famiglie e sulle aziende, Si è tentato soltanto di vedere quale massa di popolazione agricola le singole famiglie studiate nelle monografie potevano rappresentare. Così la famiglia di Val Formazza può, grosso modo, rappresentale i 3 mila abitanti rurali della zona; que" la della collina canavesana i 451mila rurali del territorio indi- cato, quella dei salariati di bas-sa.pianura lombarda i 400 miladel'territorio, quella dei mez-zadri del piano bolognese, ferrarese, ravennate i 266 mila rurali del territorio e così via. In complesso le famiglie studiate potrebbero considerarsi rappresentative per circa 4 milioni, poco più di un quinto dei rurali italiani. Non è tutto, ma è qualcosa, date le difficoltà di questi studi. Consumi, lavoro, case Di queste famiglie 37 sono mezzadri, 22 proprietari diretti coltivatori: il maggior numero ha da cinque a sette componenti fra grandi e piccoli. Le famiglie più numerose, fra quel-le Studiate sono nella gioiosaMarca Trevigiana, dove quattrohanno da sedici membri e più.Di frequente nella consistenzaTiiiniprira influisce il fatto di fi-numerica ìnnuisce n ratio ain gli che più rimangono a _p_arte-cipare alla patriarcale riunione famigliare. Per poter meglio compiere esami comparativi fra famiglie si è dovuto ricorrere a valutare, sulla scorta delle indicazioni date dal Serpieri, la unità veramente lavoratrice in base a numeri. Così se l'unità è rappresentata dall'uomo dai 19 ai 68 anni la donna, di pari età è valutata 0,6; i ragazzi maschda 10 a 18 anni 0,5 e le ragazze di quell'età 0,3; uguali valorper i vecchi da 68 anni in sùNello studiare i consumi, invece, si è dato il valore di 1 amaschi dai 14 anni in sù; d0,75 a ragazze e ragazzi da 7 anni ai 14; e di 0,50 per quellfino a 6 anni. A proposito di lavoro secondo le età, pur ammettendo il bisogno di misure me jdie per calcoli economici, sta dlatto che 1 agricoltura offre lavoro per tutte le età. Risultain una delle monografie per laSardegna che bambini di 7 anndalle prime luci del gupno il padre guidando greggattraverso pascoli. E il caso sripete in altre zone molte. Quanto alle abitazioni, casisolate nei fondi prevalgono iAlto Adige, sui colli piemontesnella Riviera, nel Trevigianonell'Emilia, Toscana, Marche Umbria, mentre in quasi tuttiomo seil Meridionale e nelle isole sonconcentrate nei villaggi.e necentri urbani. In poco più dela metà, appena, le condiziondelle abitazioni rurali possondirsi buone; purtroppo moltissime sono deficienti; alcunpessime. Vi sono casi estremdi braccianti emiliani e di con tadini campani che vivono fino ; a 5 e a rarsi che bian più nire li patrimonio lordo delle fa-jmiglie rurali studiate, varia na-|turalmente parecchio a secon-1 45-90 mila nella Marca Trevigiana e anche a 100-200 mila "eli Alto Adige; o di mezzadri Btu-|0 di braccianti agricoli presso. 1 guali ultimi si hanno le cifrelpiù basse, da mille a tremila;diato il reddito netto di ogni Sfamiglia per unità lavoratrice.'In quelle di coltivatori proprie- Itari e affittuari il maggior nu-mero arriva a qualcosa più di3000 lire annue per unità la-voratrice; nei mezzadri fino a2000 lire; nei giornalieri a me-no di 2000 lire. In complesso sulle 112 famiglie studiale, 49 hanno reddito netto che arriva al massimo a 2000 lire; 38 da Che cosa mangiano 2 mila a 3 mila, e 25 passano le 3000 lire. . . Quanto alle spese^ famigliari ,la maggior parte le destina, pel | 61 al 70 per cento, agli alimen- ! ti, e per ben 31 famiglie si è ; trovato che alimentazione as- re sono variabili, come si com ■ prende; 56 famiglie chiudono ìcon avanzi annui da 500 a ol- tré 2000 lire; 16 famiglie chiu- |dono in pareggio; il resto è in .disaYanzo Pur notando che le :'"cJ"e?tte ?urono generalmente J ",?PJ** dL°rJf ru' eJ*lche le con- idl?loni finanziane per molte fa^ dl^p&z^ca-pS E |Ue s danaro H ,d Ed f ch „ d annua individuale, per la gran mag gioranza contenuta in cifre fra le 700 e le 1500 lire, pesa, co me si è detto in modo rilevantissimo l'alimentazione, ma per ; procurarsi questa non si devo no trarre danari; si provvede in -lparte in natura) in generale - pel 70 per cent0. L'alimentazioe|ne dei ruraU ha_ come note pre. -(dominanti, il pane di frumento jo miscelato nella misura pre-, ivalerite dì un chilo per ognio, unita uomo e per giorno: note-, vole il consumo di polenta solonelle regioni venete e in alcunemontagne; le minestre o zuppenelle quali predomina la pasta fatta in casa, c molto i minestroni di fagioli, cavoli, patate C0Pa0ne:poìePnta!apatate, verdu-jre, legumi, costituiscono la par- te fondamentale dell'alimenta-1zione rurale. La carne bovina, !scarsissima, e quella suina cui'si ricorre quando è praticatoIl'allevamento Hnmnst i™ rinl ! ii i 5 ,, ' compaiono sulle tavole della maggior parte dei conta- dini solo la domenica e nelle solennità. Più deficiente l'ali- .vrebbe eSsse? esen-!t« ■ UL f ,, te, questo, da imposta macella-Cato, aringhe, sardelle, merluz-zo, ecc., mentre è pressoché sconosciuto il pesce fresco. vino. Ciò che ancora pochi osti- nati igienisti da cattedra non vogliono riconoscere. Sarebbe interessante passare |famiglie contadinesche. Si rt . lin rassegna tutte le diete rile-;vate nelle 112 monografie di a mo' d'esempio, quella Scorda, 'del mezzadro della Marca' Tre Ivigiana. Al mattino polenta, ìsola, o con formaggio o salame: ipoco pane; a mezzodì, minestra (con fagioli e lardo, polenta con l un uovo a testa o salame; sera, ! polenta, poco pane, radicchi ! conditi con olio, o verdure les " gio in inveniOj fave fresche inestate ; mezzodì, minestra di pa|sta o di riso, cavolo in brodo di Sfagioli o di ceci: pane e vino; jsera| press'a poco come a mez zogiorno, talora frittata, sem pr| con vmo 0 vinen0 — Nella !Capitanata (famiglia* di brac cianti,. pane al nettino, solo o sate condite, fagioli in erba osecchi ; un po' di vino o vinello,— Nel Chianti: mattina, panecj??.^h:Lsfeeh™?„fowe e ' E r n e . o - i - asciutta e un po' di frutta. — In Sicilia: pane e olive o aranci o fichi d'India al mattino; altrettanto al meriggio; la seraminestra di fave ' condite con olio o minestra di paste e fagioli. D'ordinario i primi due pasti sono fatti dagli uomini sul lavoro in campagna. In complesso si vede comequesta popolazione rurale, fon-damento e potenza della nostrarazza, sia di ben miti esigenze in fatto di vita, e come essa in¬segni a tutti la parsimonia, la sobrietà, la semplicità di costumi e la forza di adattamento. Se a queste crrtteristiche, soprattutto dell'alimentazione ridotta al puro necessario o che solo si avvicina al fisiologicamente indispensabile, si uniscono quelle che riguardano la tenacia e l'attaccamento al lavorodella terra, 1 sentimenti di fa-miglia e morali, la virtù del risparmio, il valore, silenzioso ma sicuro, quando la patria chiama, si ha ben ragione ddire « meravigliosi » questi ru Irali che, come disse il Duce, in o pace e jn guerra sono artefice della potenza del Paese, e a Arturo Marescalchi

Persone citate: Arturo Marescalchi, Duce, Irali, Panaro, Serpieri