Netto attivo di Alfredo Signoretti

Netto attivo Netto attivo Dopo la conquista della Polonia, la settimana conclusasi è stata certamente la più agitata e la più importante negli sviluppi della guerra. Essa ha offerto nel giro di ore più che di giorni dei risultati conclusivi i quali certamente non mancheranno di avere un'influenza profonda negli avvenimenti futuri. Le potenze occidentali erano alla ricerca febbrile di un nuovo fronte di attività che permettesse loro di riprendere l'iniziativa politica e strategica perduta sin dall'inizio della guerra. Esse si erano illuse di avere individuato tale fronte in Norvegia; sbarrando prima la via attraverso le acque territoriali, occupando poi i punti strategici più importanti, Londra e Parigi si ripromettevano di vibrare un colpo gravissimo alla Germania sul terreno economico, chiudendo uno dei rifornimenti essenziali, sul terreno strategico spingendo più da presso la vigilanza alle basi aereo-navali tedesche, sul terreno politico di prestigio affermando una capacità di iniziativa incurante di qualsiasi preoccupazione giuridica e morale. Colla posa dei tre campi minati si compieva la prima parte dell'operazione anglo-francese; ma evidentemente si erano fatti i calcoli senza pensare alla capacità di iniziativa dell'avversario che non si era lasciato cogliere alla sprovvista. Per mesi, specie in occasione della guerra russo-finlandese, si era parlato di sbarchi di truppe francoinglesi in Scandinavia; non c'era quindi da meravigliarsi che lo Stato Maggiore germanico abituato a precedere e a sorprendere il nemico, avesse preparato un piano di operazioni adeguato. La colpa che a tal proposito si è voluta addossare alla Germania si ritorce invece come un'accusa imperdonabile alla imprevidenza dell'Ammiragliato britannico. Così si assiste fra il 9 e il 10 ad un complesso di operazioni per tèrra, per mare e per aria che testimoniano in maniera inoppugnabile una preparazione e una capacità di realizzazione che hanno pochi esempi nella storia: in mezza giornata le truppe e le navi tedesche occupano la Danimarca e si stabiliscono in tutti i porti principali della Norvegia dalla capitale Oslo fino al lontano sbocco artico di Narvik. E' la sorpresa più clamorosa, è il rovesciamen' to di posizioni più formidabile che potesse capitare a quanti si erano vantati di avere ripreso l'iniziativa della guerra! Allora sorse l'interrogativo: se la sorpresa è riuscita in pieno, riusciranno i tedeschi a conservare e a rafforzare le loro posizioni in Norvegia, dato che non detengono il dominio del mare ? Ministri e giornali democratici parlano di un errore strategico che sarà pagato a caro prezzo colla separazione netta e inesorabile dei corpi sbarcati in Norvegia dal centro dei rifornimenti dalla madrepatria. Cominciano delle operazioni navali rivolte a tale obiettivo fondamentale. Non si ebbe la « gigantesca » battaglia navale vantata sulle onde della radio; si ebbero però varie offensive della flotta britannica intesa a tagliare le linee di comunicazione tra la Norvegia e la Germania. La propaganda inglese lavorò senza parsimonia di menzogne, ma infine la realtà si è imposta : le navi inglesi si sono ritirate, le comunicazioni non sono state interrotte, nuove formazioni germaniche insieme col materiale moderno e pesante di artiglierie sono sbarcate. Non vi possono essere più dubbi: la Germania ha vinto la battaglia aereo-navale dato che essa può comunicare liberamente almeno coi porti della Norvegia meridionale. Il bilancio delle perdite è molto difficile; ma anche se esso non fosse favorevole tonnellata per tonnellata alla Germania ( e ciò non è punto dimostrato), il fatto decisivo, come è sempre avvenuto nelle battaglie navali, è la padronanza del mare disputato. Gli inglesi non sono riusciti a restare nello Skager Rak; gli inglesi quindi sono stati sconfitti. I fini perseguiti dagli alleati nella violazione della neutralità norvegese si sono mutati radi- cmprstngtllgibdbvgdcfgbzraiStvmqrat calmente a vantaggio della Germania. La Norvegia è nella sua parte essenziale, cioè quella marittima, sotto il controllo tedesco: Oslo è occupata saldamente con un vasto retroterra; sono occupati Kristiansand, Bergen, Trondheim e Narvik. Certamente per quest'ultima città la situazione è più difficile per la sua estrema lontananza ; e qui gli inglesi stanno esercitando il loro sforzo. Uno sbarco britannico per poter ottenere dei risultati sostanziali e a breve scadenza dovrebbe avvenire a Trondheim o a Bergen: in questi due porti la difesa tedesca sia per mare che per aria si è già rivelata efficientissima. Eppure per gli inglesi è una necessità inderogabile sbarcare un corpo di spedizione per tentar di salvare un residuo di prestigio dopo tante assenze sui fronti di battaglia in cui erano impegnati degli Stati alleati o garantiti. Nel campo economico ormai tutte le risorse della Scandinavia giuocano a favore della Germania, poiché la Svezia, comunque volgano gli eventi, non può respirare che sul Baltico. Ma ancor più vaste sono, le prospettive del futuro: dalle coste norvegesi si guarda e si può puntare direttamente nel cuore della Gran Bretagna. Chi consideri le possibilità dell'aviazione messe in luce anche nelle recentissime prove, comprende come il duello decisivo possa diventare più serrate Alfredo Signoretti nvcmNrfIj

Persone citate: Bergen, Rak