La flotta è uscita inglese in forze dai suoi rifugi di Leo Rea

La flotta è uscita inglese in forze dai suoi rifugi La flotta è uscita inglese in forze dai suoi rifugi Londra, 9 aprile. Oggi la giornata si è conclusa con la notizia che nel pomeriggio si è tenuta a Londra la settima riunione del Consiglio Supremo di guerra. La Gran Bretagna era rappresentata da Chamberlain. Halifax, Churchill, Stanley, Hoare. oltreché dai segretari permanentidel Cario di Stato Madore im- del Capo di Stato Maggiore im periale; la Francia era rappresen tata da Reynaud, Daladier, accompagnati dall'ambasciatore, dall'ammiraglio Darlan e dal generale Koeltz. Si è notata l'assenza di Gamelin, come si è notata la presenza di Daladier, che non aveva partecipato al sesto consiglio supremo a fianco del successore Reynaud. Secondo il comunicato ufficiale, 11 Consiglio ha considerato la situazione determinatasi in seguito all'invasione tedesca della Norvegia e della Danimarca; i rappresentanti dei due paesi hanno passato in rivista tutta la situazione, decidendo vari provvedimenti militari e diplomatici, da prendersi per contrapporsi « a quest'ultimo atto di aggressione tedesca ». Polemiche sull'iniziativa Il fatto che sia stato necessario convocare immediatamente il Consiglio Supremo, mentre era noto che la sesta riunione aveva studiato e risolto quasi tutti i principali- problemi in corso in modo esauriente e soddisfacente, ha confermato — agli occhi di alcuni osservatori — il fatto che anche gli alleati sono stati presi alla sprovvista. Nei circoli giomt stici corre la polemica sulla fai..osa iniziativa, di cui si è tanto parlato la settimana scorsa, se cioè appartenga ancora agli alleati o se non sia passata alla Germania: in una parola, se le azioni intraprese dagli alleati abbiano forzato la Germania a muoversi o non piuttosto siano state superate dall'atteggiamento tedesco. Gli inglesi negano assolutamen te che s& statala posa"dei" campiminati nelle acque territoriali nor-vegesi a determinare da parte te desca l'occupazione della Dani marca e della Norvegia. Come argomento di prova essi dicono che raffondamerito del piroscafo tedesco .Rio de Janeiro, silurato da un sottomarino britannico nella giornata di ieri mentre carico di materiale bellico e di uomini navigava nello Skagerrak, è avvenuto in una posizione tale che dimostra come questo trasporto militare 3ia partito dalla Germania prima che 1 tedeschi potessero sapere della decisione britannica di minare tre zone delle acque norvegesi. I circoli ufficiali, obbedienti alla regolaassoluta del « silenzio di opera-zioni », rifiutano di precisare la§osizione in cui il .Rio de Janeirostato incontrato ed affondato:mentre scusano il silenzio, essi affermano che la loro dichiarazione è categoricamente esatta e che la prova non ammette dubbi circa 11 non rapporto tra l'invasione tedesca e la decisione inglese di porrele mine. Qualcuno, nei circoli gior nalistici, dice che gli inglesi avevano saputo da una diecina di giorni che ì tedeschi preparavano la occupazione dei due Paesi. Riferiamo questa asserzione avvertendo che essa presenta un punto estremamente debole: infatti, se cosi fosse, perchè il Governo britannico avrebbe dovuto offrire all'avversario una tanto buona giù stificazione o scusa, offerta con una ammessa vioiazio ne della neutralità norvegese? • Le notizie si sono succedute ed accavallate durante tutta la giornata con grande rapidità anche se con chiarezza tuttaltro che per-) Duona giù-come, quella„„i,„ Di „„„„ o,,,,t« rfli fetta; più volte si sono avute del-le vere e proprie confusioni e contraddizioni a non si dire. Nè conviene descrivere la giornata assegnando agli avvenimenti il posto che spetterebbe a ciascuno nella successione cronistica, giacchè la notizia più importante di quest'oggi, quella più drammatica, quella dalla quale nasceranno fra qual-che diecina di ore lunghe cronacheè che la flotta inglesi ha preso ilmare in forza. L'annuncio è stato dato dal Primo Ministro in Parlamento durante una dichiarazione fatta da lui sugli ultimi avvenimenti. Egli ha aggiunto: « Non sarebbe nell'interesse della nazio-Baituuc nell iiiLci case ueim iiaziu-ne dare in questo momento par-ticolari sulle operazioni nelle qua-li le nostre unità sono ora impegnate ». Ci si muove Quello che ha detto oggi il Pri mo Ministro conferma T'impres sione raccolta nel corso dell'infuo cata giornata, ed è l'impressione che questa volta l'Inghilterra marci. L'uscita della flotta e le operazioni navali delle quali ha parlato Chamberlain ai Comuni non sono che un primo annuncio dell'attività che con la Marina, con l'aeronautica e con l'esercito l'Inghilterra bì propone di svolgere immediatamente In aiuto di quel nuovo alleato che è la Norvegia. Di più non si può dire: di quello che fa la flotta non si può parlare: si Sa che agisce, ma si sa anche che» a o a i a . . . -. i,del Governi francese ed inglese di - i considerare la Norvegia come alleata e di combattere d ora in poi la guerra contro la Germania in quando la battaglia è impegnata, le radio di bordo tacciono. Tecnicamente la Norvegia è divenuta alleata dell'Inghilterra e della Francia da quando ha rifiutato la richiesta tedesca di consentire allo sbarco di truppe per proteggere il Paese. La decisione a a o e o o o a i e a a è o : n completa solidarietà con essa deve essere stata presa dal Consiglio di Gabinetto che Chamberlain ha riunito alle 8,30 di stamane e deve essere stata nel corso della mattinata approvata dal Governo di Parigi. Giornata di intensissima attività in Downing Street. In qualche momento essa ha assunto toni drammatici: cosi quando, durante la prima riunione del Gabinetto (che a mezzogiorno vi è stata una seconda riunione durata settanta minuti) Churchill ha lasciato i colleghi riuniti in Consiglio e si è recato in tutta, fretta nel palazzo dell'Ammiragliato. Nella piccola strada che si diparte dalla White Hall si era radunata la solita folla, quando Chamberlain è uscito dal palazzotto premierale per recarsi alla Camera dei Comuni, dove egli ha ottenuto un lungo applauso all'entrata ed altri applausi e continue approvazioni durante il breve discorso. A Downing Street nella seconda parte della mattina si è reca to anche il capo dell'opposizione maggiore Attlee, il quale è stato intrattenuto lungamente da Cham berlain ed informato della situa zione. Di fronte al numero 10, nel palazzo del Foreign Officei si so no visti entrare nella mattinata lo Ambasciatore di Francia ed il Ministro di Norvegia. Per quel che riguarda le operazioni militari tedesche in Danimarca ed in Norvegia, considerate dall'angolo che maggiormente interessa l'Inghilterra, conviene riferire queste notizie: il Ministro di Gran Bretagna a Copenaghen, i funzionari e gli impiegati della i II Iunz.lonan e -l Legazione sono stati fatti prigio e n n a a e a e a Islanda, che potrebbero divenire - delle convenienti basi atlantiche a per gli alleati. Circa la prima la o posizione giuridica è ben detinita :' e a 11 e meri; a Londra si dice che ad essi tra qualche tempo sarà concesso di lasciare il paese e di rientrare in patria. Le comunicazioni aeree, telegrafiche e telefoniche con la Danimarca sono interrotte: il Governo britannico ha deciso di considerare a tutti gli effetti tale Pae se come territorio occupato dal nemico. In borsa i titoli danesi non sono stati nè trattati nè quotati. Problemi nuovi Un altro problema che nasce è quello della Groenlandia e della ra eno e o d re r- rètdrqperchè si tratta di una colonia danese; l'Islanda invece è un paese indipendente, sotto l'unione personale alla Danimarca attraverso la Corona. Dal punto di vista strategico si segnala che l'una e bero diventare importanti basiatlantiche per la flotta degli alleati. Per quel che riguarda la Norvegia si sa che il Ministro britannico con i funzionari della Legazione si è portato ad Hamar, dove il Governo norvegese ha trasferito la capitale, ed ha potuto di -, ià ristabilire i contatti con il Go a verno di Lond Londra. Quanto alle notizie delle località occupate dalle truppe tedesche va notato anzitutto che non è stato il porto di Narvik ad essere occupato, ma quello di Larvik situato sulla punta occidentale della pro- fonda insenatura al fondo della o a a a - quale sorge Oslo. Quanto alle altre città occupate, quella che strategicamente può dare maggiori fastidi — soprattutto dal punto di vista aereo — all'Inghilterra è Stavanger, giacchè nelle immediate vicinanze di tale città c'è l'aeroporto di Sola, una delle basi aeree meglio attrezzate d'Europa: e! ^S_"t5&*„ TC=a l «° P°^ ^JlZn^J^0 o e n - miglia dalla costa scozzese. Stasera a Londra si cerca di mettere in guardia gli osservatori neutrali contro la notizia che ad Oslo sarebbe stato formato un Governo in opposizione a quello tras- za contro tutte le notizie circolanti attraverso le radio secondo le quali questo Governo, che a Londra si definisce « posticcio », avrebbe deciso di fare la pace e di accettare la protezione tedesca. La guerra invece secondo Londra è appena cominciata: e intendiamo dire la guerra vera, quella che non si è voluta combat - ' ." . j*W j* -! feritosi ad^ Hamarj^conseguen - " i s o ne rato o ielmoDi e si e» tere sul fronte del Reno. Abbiamo sentito dire a Londra che occu- pando la Danimarca e più ancora pensando di invadere la Norve- già, la Germania è caduta in una trappola: si dice che l'avversario dovrà ora battersi su un ponte a- perto; che gli alleati hanno la dop- pia occasione di impegnare il ne- pia - mico ed allo stesso tempo di ta-gliargli i rifornimenti, soprattutto quelli di materiale ferroso. Leo Rea