Prime ripercussioni
Prime ripercussioni Prime ripercussioni rimin^l * ,, ,j „ * _ svJcllSOlC jUffUlalOnC J ~ nei nuovi accordi conaBiciall 1Londra, 2 aprile. La dichiarazione fatta oggi da Chamberlain alla Camera dei Co-1 munì sulla condotta della guerra in generale e in particolare sulla condotta economica della guerra, ha provocato certamente delusioni in quel gruppo abbastanza numeroso e certamente rumorosissimo dei bloccofondai. Tutte le previsioni fatte dal momento in cui fu diramato il comunicato sulla sesta riunione del consiglio interalleato fino a ieri sera aveva già cominciato a sgonfiarsi stamane: probabilmente gli oltranzisti si sono fatti più prudenti dato l'avvicinarsi delle dichiarazioni del Premier e hanno pensato che se si possono sparare delle palle uno o due giorni prima che una voce autorevole faccia il punto, è impossibile, o per lo meno estremamente sconsigliabile, tentare imprese simili soltanto qualche ora prima: può anche darsi che qualche avvertimento ufficioso li abbia invitati a calare di tono. Stamane, infatti, la calata di tono era generalmente visibile in tutte le manifestazioni dei giornali londinesi. C'è da chiedersi se sia stata soltanto la stampa inglese che ha messo molta soda nel suo wisky, o se invece questo annacquamento non sia piuttosto il riflesso di una più attenta considerazione da parte del governo della situazione e dei possibili effetti che potrebbero nascere da un irrigidimento del blocco spinto alla violazione ammessa e confessata di norme elementari del diritto internazionale. Non è da escludere che quan to abbiamo letto sui giornali inglesi negli ultimi quattro-cinque giorni fosse stato una specie di lancio multiplo di palloni sonda ugualmente è da ammettere l'ipo tesi che sui primi entusiasmi bloc cofondai abbia prevalso il ragio namento. Quest'ultima considerazione va le sopratutto per quanto si riferisce al progettato e anche annunciato intervento della flotta britannica nelle acque territoriali norvegesi per impedire il passaggio delle navi cariche di ferro svedese destinato alla Germania. Due considerazioni pratiche devono avere particolarmente influito su questa decisione o controdecisione: prima considerazione, quella del fatto che fra una quindicina di giorni il Baltico superiore sarà disgelato e le navi tedesche potranno andare a imbarcare il ferro a Lulea; secondo argomento, contrario, è quello cui accennavamo ieri sera della scoperta fatta o denunciata dai norvegesi i quali hanno tirato fuori che da Narvik parte oggi come oggi più ferro destinato all'Inghilterra che alla Germania. C'è però anche una parte che merita la qualifica di positiva: essa si riferisce alle informazioni che Chamberlain ha dato oggi circa i progressi degli accordi commerciali fra l'Inghilterra e molti dei paesi che confinano con la Germania. Nelle premesse generali riguardo all'atteggiamento dei non belligeranti, secondo le solite, Chamberlain ha ripetuto la spiegabile teoria secondo la quale la Germania è Satana, e l'Inghilterra, insieme con la Francia, è 1 Arcangelo. La notizia vera e importante è laddove il Primo Ministro ha detto che tutti i nuovi accordi jcommerciali di guerra (da notare 1 che egli ha nominato tutti i paesi \ confinanti con la Germania, fatta eccezione dell'Italia, dell'Unghe| ria e della Russia) contengono la 1 clausola per cui l'altro contraente si deve impegnare a limitare le 1 proprie esportazioni alla Germa nia, e c'è una specie di aanzione 1 per cui se il contraente non si at- i tiene a tale clausola, l'Inghilterra 'non cederà ad esso i prodotti del leone immortalato da Esopo. Leo Rea suo impero. E' una enunciazione di politica che forse non ha prece denti nella storia diplomatica del 1S^jp5u^^r^cSfto«ìS: formatore di tali condizioni, biso £na risalire a quel senso del giu1 ?to_ch?_i^foi™aY.a' 'f decisioni del
Persone citate: Chamberlain, Leo Rea
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