Per la città degli studi del tempo fascista

Per la città degli studi del tempo fascista Per la città degli studi del tempo fascista j<!♦] La nuova grande Biblioteca - Secondo tempo: Gli Istituti sperimentali nella zona ■ che dal Valentino per le Molinette si prolunga sino ai futuri padiglioni della Biennale dell'Autarchia1;: Importante convegno per la sistemazione universitaria presieduto dal Prefetto con l'intervento del rappresentante il Ministero delPE. N. -11 programma di massima: Primo tempo: Attorno al palazzo del glorioso Ateneo sarà creato un centro di alta cultura per tutte le scienze morali e gli insegnarne^ ti teorici Sotto la presidenza del Prefetto 81 sono adunati 1 rappresentanti degli enti della atta e della Provincia per esaminare, In comunione di indirizzi, un importantissimo problema cittadino collegato alle antiche tradizioni culturali torinesi e del Piemonte; quello della sistemazione del nostro glorioso Ateneo. Sono intervenuti all'adunanza 11 Segretario Federale, il Preside della Provincia, il Podestà, il Rettore Magnifico dell'Università, un Ispettore generale del Ministero dell'Educazione Nazionale, il Presidente e il direttore delle Esposizioni dell'Autarchia di Torino, e l'ing. Melis. L'Università di Torino sì trova, come è noto, talmente ristretta nella sua sede centrale di via Po da non poter avere quella naturale espansione che necessita ad un organismo in continuo incremento, quale essa è, sia per numero degli studenti, sia per la creazione di nuovi insegnamenti imposti dal continuo divenire della scienza. La ! maggior parte delle Facoltà e de- j gli istituti sono disposti poi in va- rie zone della città con danni ed inconvenlentl che si aggravano Isempre più. In queste constatazioni 1 conve- nuti si sono trovati di completo ! accordo, dopo l'esposizione delle condizioni attuali fatta dal Magnifico Rettore; come un accordo di massima, secondo le direttive tracciate dal Prefetto, è stato raggiunto un possibile programma per una logica realistica sistemazione. Questo programma — da sottoporre alla superiore approvazione — è stato segnato tenendo conto del bisogni attuali di urgente soddisfacimento, e di quelli che possono consentire una successiva attuazione. Poiché il Palazzo di via Po, con ■iiiilMiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiniiiiiitiitiiM l'allontanamento della Biblioteca]dNazionale, che si spera possa av- ! pvenire al più presto possibile, dovrà avere una nuova sistemazione, con particolari ed opportuni adattamenti, si è convenuto che attorno ad esso in un cospicuo raggio abbiano sede anche tutti gli insegnamenti delle Facoltà che non abbisognano di speciali sistemazioni di laboratorio, quali la Facoltà giurld'ca, di Lettere e Filosofia, di Scienze economiche e di Magistero. Si verrebbe a creare cosi non lungi dalla sede attuale del nostro Ateneo un centro di alta cultura per tutte le scienze morali e per gli insegnamenti teorici che sarebbe integrato anche dalla vicinanza delle accademie scientifiche, della nuova grande Biblioteca e dai ricordi storici della passata grandezza nonché dalle istituzioni che assicurano il divenire di Torino. Gli istituti scientifici sperimentali, invece, della Facoltà di Scienze, di Medicina, della Veterinaria, sosfbpantinvntgdvsccdsbsctBE dell'Agraria, i quali hanno la ne cessità di speciali impianti ed adattamenti, potrebbero in un se condo momento e progressivamente sistemarsi nella zona che dal Valentino, per le Molinette, con- tinua sino alla futura esposizione biennale e del '48, creando anche là, sulla riva del Po ed in cospet to della cerchia delle colline tori nesi, una città della scienza a fian co della città dell'industria. Questo il programma di massi ma che- è stato prospettato e sul quale si è ottenuto un significativo accordo, il quale dimostra quanta parte della vita cittadina rappresenti sempre la nostra Università e come nel proposito fermo del suo miglioramento e del suo po tenziamento siano a Torino tutti concordi Le direttive di massima appro rq%piemnpcltnpmcicofdcspnI dvate saranno concretate da parte | l degli uffici tecnici competenti, in progetti che saranno al più presto sottoposti agli enti interessati. Con profonda, vivissima soddisfazione, non soltanto degli ambienti culturali o in diretti rapporti con gli studi superiori, sarà appresa questa importante decisione, che risolve un problema sentito ormai da più anni e lo risolve in forma totalitaria e grandiosa, veramente degna delle tradizioni nobilissime del nostro Ateneo. Questo centro di alta cultura per tutte le scienze morali e gli insegnamenti teorici — ora arricchite dalle nuove discipline sorte con la vittoriosa affermazione del Fascismo nel mondo — che si verrà a creare non lungi dall'attuale sede centrale dell'Università, integrato dalla vicinanza delle accademie sccntifiche, della nuova grande biblioteca; gli istituti scientifici sperimentali sistemati nella zona che dal Valentino per le Molinette continua sino alla zona della Biennale dell'Autarchia e della Esposizione del 191/8, quasi a crea J?f* KÌ*,Jw« re "fin sl?m™.ML£»2 quella della scienza, costituiscono%!^J&V^J*m£?2£ZZ'pienamente degna dell'Era musso-iiniana. ... .. 11 problema più volte studiatoe dibattuto, le risoluzioni intermedie e le sistemazioni di fortuna più volte adottate, sono oggi di pie pari e in blocco ripresi ab ovo, con una radicale, razionale, totalitaria ideazione di un piano che tutto prevede e considera. L'Ateneo, bisognoso di espansione, sin per il continuo incremento del numero degli studenti e sia per la creazione di nuovi insegnamenti imposti dal progetto in tutti i campi, avrà vaste e degne sedi per ogni disciplina. L'importanza del fatto è tale da farlo esorbitare dalla portata di semplice problema cittadino e assurgere invece a questione nazionale, specie quando si pensi che l'Università torinese è non solo una delle più antiche, ma I delle più frequentate fra quelle del- | l'Italia superiore. Quale enorme passo dalla prima istituzione di due cattedre nella Torino del 11)05! in quel tempo Ludovico, ultimo principe d'Acaja aprì in via Dora grossa, nell'isolato prossimo alla chiesa dei Ss. Martiri, una scuola pel giure civile e canonico. Ma l'Ateneo nostro è legato nel suo vero atto di fondazione al nome di Emanuele, Filiberto. E se pestilenze e guerre lo portarono con le sue cattedre or qua or là per iì Ducato piemon tese, seguendo ancora le fortune dei Savoia esso qui ritornò nel 1720 per opera di Vittorio Amedeo II, il quale ne accrebbe le prero gative, ne stabili le discipline e, quel che più conta, ne costruì la sede, l'attuale storico palazzo di via Po, con il suo nobile cortile quadrato a portici in doppio ordine sovrapposto. Questa sede, costruita dall'architetto Giovanni Battista Ricca a partire dal 1713, ha oggi più una funzione tradizionale e d'onore che non uno scopo di vera e moderna casa degli studi. Se ad essa, com'è giusto, nel piano grandioso ieri ideato e im- postato, rimane la funzione alta e «oWte di servire da cuore al cen\t d t di anperiori torinese, Ia"tre e moderne esigenze chiamaL0 „„a soUzione in parte impel'lente e in parte successiva, che il :programma di sistemazione pre- vede con larghezza e senza false economie. Torino, centro di lavoro, culla del Risorgimento, città all'ordine del giorno dell'Autarchia, che pur nel campo degli studi e in tutte le discipline diede figli il cui nome eterno nel regno del sapere; Torino, città goliardica a nessuna se conda dalle giornate sanguinose del 1821 al volontarismo del 1915, così eternata dalla poetica opera di Camasio e Oxilia e dal primo squillo delle note fatìdiche di « Giovinezza », Torino dai batta glioni studenteschi d'Africa e di Spagna, avrà la sua città della dcpscienza, opera cospicua e imponen- te, alla quale anche il popolo dei' campi e delle officine guarderà come ad un faro di verità e di luce.

Persone citate: Camasio, Giovanni Battista, Melis, Oxilia, Savoia, Vittorio Amedeo Ii