POPOLARE GLI ARENILI di alberi e di colture

POPOLARE GLI ARENILI di alberi e di colture OPERE DI BONIPICfi POPOLARE GLI ARENILI di alberi e di colture Il Duce, ricevendo il prof. Fras- psitele Piccinini del Comitato ta- nlassologico di Rimini, ebbe ad ap- lprovare ed incoraggiare la prò- sposta di bandire concorsi per la I lutilizzazione agricola degli arenili1 sìtaliani. Già iniziative sono in cor-Itso sulle spiagge delle province di dForll e Ravenna. L'Associazione \ ldell'alta cultura a Milano si è pu-lnre occupata con interesse dell'ar-j ggomento. Il quale, modesto in ap-j aparenza, riveste invece importan-, cza grande, sia nel riguardo igie-|(mco che agricolo, turistico ed au- ttarchico, pel nostro paese che ha'etante spiagge e arenili. ItSoltanto la Gran Bretagna, in-[nfatti, supera l'Italia per lunghcz-. bza di coste. Noi ne abbiamo per 8572 km. di cui 4172 nel continente. Se p-^1 61,8 per cento sono coste dove la spiaggia è nulla o quasi nulla, ben 38,2 per cento sono vere spiagge e cioè per 321. km. Non si tratta quindi di supeifici trascurabili. Varia è la lunghezza di questi arenili, e anche psmratsdnon immutabile perchè, ad esem- tpio, Ravenna che ai tempi roma- sni pra sul mare oggi ne dista -mare oggi ne L'area pi di queste spiagge |qLZu^ 25! «pni era 18 km. è data per ori superficie improduttiva; si capi set, quindi, tutto l'interesse che vi è a renderle produttive pei bisogni nazionali. Uno studioso console della Milizia forestale, il dottor Lorenzo Senni, ha calcolato che soltanto nei 71 comprensori di bonifica che per qualche loro lato si affacciano al mare, in 31 pro-| vincie italiane del continente, vi! sarebbero da imboschire o comunque da utilizzare 21.373 ettari, ej che a proteggere questi ci sareb bero 325.485 ettari da dedicare a frangiventi arborei. Orti, vigneti, fiori Il vantaggio igienico di vestire di verde, in gran parte, queste zone sabbiose è intuitivo, e l'utilità del bosco per la salute umana non ha, essa pure, bisogno di spiegazioni. Non mancano fra noi esempi vistosi di coltivazioni anche intensive negli arenili. Alcuni hanno del meraviglioso, a mostrare l'industre spirito e la tenacia del lavoro dei nostri rurali. Fra Chioggia e Sottomarina sono lussureggianti orti stabiliti sulla nuda aiena del mare che si ritira e lascia ogni anno nuovi • campi alla intrapprendenza dell'ortolano chioggiotto. Nel 1870 c'erano ap-jnpena 370 ettari di questi orti sulla 7sabbia: ora passano i 2000 ettari.'sE sono a getto continuo di eccel-1 plenti verdure: cipolle ze, cavoli, patate, ecc. mano annualmente a 280 mila sslszPtdtl1dn1LvDi1cneaitbillomet1 àasche assorti-, iquintali. Lo stesso carciofo, che!msopporta bene anche terre salma stre, prospera per diversi anni e vi dà i 70 e 80 mila capolini per ettaro. Ai confini diametralmente opposti, in alcune ristrette zone arenili di Ventimiglia sono invece garofani, rose, violette che estollono le loro grazie al sole e alimentano virtuoso commercio. Più giù sono vigneti nella sabbie della Lucchesia, bei pescheti in quelle di Viareggio, centinaia di ettari a uve da tavola in quelle di Maccarese; primizie orticole pregiate a Milazzo e a Scicli nelle sabbie dell'estremo meridionale siculo. E ancora vigneti nelle sabbie marine a Montesilvano in Abruzzo presso le foci del Potenza verso Porto Recanati, nel Riminese, nel Comacchiese, ecc. E' ad onore grande e meritato che si citano questi esempi di coltivazioni varie nelle sabbie marine, negli arenili, perchè rappresentano una vittoria dell'uomo, con- dcnvlidnmasarvs,\adtzquistata a prezzo di duro lavoro e di mille accorgimenti ancora. In-1 fatti le sabbie marine e le dune! costituiscono un ambiente real-j mente difficile per la vita delle l piante. Il vento urta, strappa, scal-1 za le piantine, o, carico di finissi- '■ ma sabbia, leviga o smeriglia dan- drnosamente le parti vegetanti, o'nuoce all'assimilazione ostruendo | gli storni, o provocando troppajevaporazione o, infine, carico dilgoccioline salate, ustiona le giova-1 ni vegetazioni. Le sabbie si scal- dano cosi da raggiungere alla su-i.„„,„„„ot,,,o ,ii „»i.u perfide temperature di una volta e mezza o due volte quella del-!l'aria. C'è però l'umidità che, in; fondo, non manca, perchè poco al-disotto della superficie bie c'è sempre umidità SUI"^''LL-|alla vegetazione. ldelle sab-isufficiente Ie coltivazione i soverci i letami le1 apaVrS%èng»o arricchendosi | di sostanze organiche, raddoppia-j no il loro potere igroscopico ed as-: sorbente, si migliorano cosi da di- Ivenire spesso buone terre. Special-jmente per colture come segale, mi- cl'O trifoglio delle sabbie lupoli- la limino lenticchie fa^ioìi nata-lria. lupino, lenticrmc• "„ioii paiajle (leggere il capitolo dedicato dajTanzini alla conquista di queste iarene per mettervi patate) e an-.|che asparagi, meloni, cipolle, ca- ^Difese boschive voli L'erba medica viene pure, :mirrhè «seminata fra la se«ale do-'1 . ;,„CD,,:m0r,» nhn mirata s 6 1 'po vegeta. Spesso l'opera di conquista delle sabbie dev'esseie preceduta dall'imboschimento. Cosi a Cava Marina e a Ca' Lino nell'estuario veneto, floridi campi che oggi danno ogni ben di Dio sono stati ottenuti negli arenili dopo di aver protetto con robinie, pioppi, pini, ginepro spontaneo, ecc. La vite, che ha mirabile adattamento ai suoli più ingrati, vive bene nelle sabbie col vantaggio di resistereanche alla filossera. Fra i frutti-feri, bene provano peschi, albicoc-chi, ciliegi, cui si inframezzanolamponi, ribes, fragole. Le sabbie manne addomesticate divengono, si è detto, buoni ter-reni: ma domandano di essereprotette dai venti salsi con fascie di protezione vaso il mare e da di frangiventi verso l'inter- : 'imboschimento è una delle più indicate utilizzazioni di are nile e dune sabbiose. Per riuscire, la tecnica varia secondo le circo stanze. Il Senni ricordava che nel la duna Ferriglia presso Orbetello si ricorse da prime, a graticci morti per opporsi ai venti: alla Plaia di Catania, invece, a modesti fi lari di graminacee come la psamnia, la canna egiziana, ecc.- a Cu gutta in Sardegna al fico d'india all'aliante e alla robinia. Dove c'era la macchia di basso bosco (di lentisco, mirto, ginepro, spar to, erica, ramno, ecc.), ai poterono eseguire semine dirette di pini a tasele, arrivando cosi, con questa naturale protezione a formare il bosco. Vi è largamente da scegliere per fortuna, fra le specie adatte, sia per imboschire che per formare frangiventi. Fra quelle più resistenti ai venti marini sono la acacia horrida, il ginepro, la lautana e il mioporo tanto diffuso sulle coste sicule, il leandro, il fico d'india, il tamerice africano, il Pit- tòsporum. cespuglio denso, verdis simo> ornamentale. Fra quelle - • po meno resistenti e da usarsi quindi nella 20na protetta dalle « 1* .««Pie australiane, le cà- po e austriaco. Per quelli che verranno E ! nella quale lo Stato concorre peli 75 e anche 87 per cento. Del re-j sto. oltre all'utilità diretta, queste! piantagionisono spesso presidio eli | servono anche a scopi di suanne, il cipresso sempreverde, l'eucalipto, i pini nelle loro varie specie, pinastro, da pinoli, d'Alep- strano che, mentre l'utilizza- zione delle sabbie litoranee in tanti:Paesi esteri aveva richiamato at-|tenzione e provvedimento da parte . .-,„,. f . . „ !„.„.„_ [dei Governi, da noi, fino ali avven-;to del Governo fascista quasi nul- la si sia fatto. Vi furono leggi del 1874, 1S77 e 1SS8 che parlavano di imboschimento delle dune, ma:non se ne fece- nulla. Solo la legge 16 luglio 1905, perchè la volle unì^ouu, (.s.u.^ .^..c u». | uven^ilh^ Luigi Rava, riusci a salvare la «di vina foresta spessa e viva » di Dante presso Ravenna e anzi ad ingrandirla così che oggi misura 1203 ettari sopra un fronte di 33 chilometri. Col Fascismo e coi nuovi concetti di bonifica portati e voluti da Mussolini lo Stato si assume parte o tutte le spese per imboschire arenili e dune. Importante soprattutto il Secreto 13 febbraio 1933 che all'art. 2 dichiara il consolidamento delle dune e il loro più o meno vasto imboschi- mento opera pubblica di bonificai ssr sàr^rft H insidia delle sabbie mobili e talora lmilitare difesa:E' intuitivo come l'utilizzazione dei lunghi e vasti arenili porti un contributo notevole all'autarchia nazionale, o aumentando la provvista di prodotti alimentari o quella di materie indispensabili alle industrie, dalle tessili ai legnami da lavoro, da cellulosa, da resina, ecc., di cui tanto abbisogniamo. Comprensibile pure l'apporto alle bellezze e alle attrattive turi stiche delle nostre spiaggie. Gli arenili, ora nudi e sterili, parle- ranno attraverso le creature chevi sorgeranno per il ristoro e lasalute dell'umanità. E' vero: piantando alberi si la- ,.r,r!i ir, „™n r^-.a i„ „„„„,.„ \ora in gran parte per le genera-che verranno, ma questo èappunto degno del Fascismo, guar-dare al domani, e anticipare even-ti utili. L'Italia di un non lontanozioni domani, disse Arnaldo Mussolini.raccoglierà i premi fecondi del la- voro e della fede dei suoi figli. Arturo Marescalchi

Persone citate: Alep, Arnaldo Mussolini, Arturo Marescalchi, Duce, Lorenzo Senni, Luigi Rava, Mussolini, Piccinini