La posizione dell'Inghilterra in mezzo ai paesi arabi

La posizione dell'Inghilterra in mezzo ai paesi arabi // fronte medio - orientale La posizione dell'Inghilterra in mezzo ai paesi arabi DAMASCO, marzo. ItiLe notizie che qui giungono dai Itopaesi arabi e dalla Turchia pre-jdasentano un bilancio di fine inver- ■ pno piuttosto sfavorevole alla cau-i lasa della Gran Bretagna, per motivi generali e per motivi parti- pqucolari. Il primo motivo generale j vè costituito dal fallimento, agli] occhi dei popoli di questo Orien-j pte, della propaganda democraticai nche aveva, l'autunno scorso, pre-Itoannunciato lo sfasciamento della!laGermania nazista entro l'inverno.zain corso. Invece la Germania di [mHitler appare, agli occhi degli : aArabi, oggi più forte di ieri e I incon l'esercito intatto. E di ciò a ilben ragione gli Arabi sono con-Invinti, al lume delle preoccupazio-jcuni inglesi che essi indovinano e'l'conoscono per diretto contatto..mD'altra parte è da ripetere che i Tedeschi hanno sempre goduto di grande prestigio presso i popoli arabi e. musulmani, o per meglio dire presso i patriotti e le correnti intellettuali nazionaliste arabe. Il secondo motivo generale è dato dalla intesa sempre più intima tra Germania e Russia. Dei Russi, specie se guidati ed organizzati dai Tedeschi (in ogni intesa, il cervello ha la prevalenza sulla massa), i popoli del vicino e medio Oriente hanno paura. Di qui la resistenza e la reazione di tali popoli alle insistenze e pressioni interventistiche del blocco anglo-francese contro il blocco tedesco-russo. Il contrasto tra Ibn Saud e Irak Vediamo ora I motivi particolari del bilancio sfavorevole agli Inglesi. I principali motivi sono: 1) l'insurrezione del militarismo nazionalista dell'Irak contro il Governo di Bagdad agli ordini di Londra, e la minacciosa reazione di Re Ibn Saud e dei suoi Ulema contro lo stesso Governo irakeno e per le stesse ragioni; 2) la reazione turca alle pressioni interventistiche anglo-francesi; 3) talune reazioni egiziane in alto loco. 1) Gli inglesi da tempo si erano premuniti nell'Irak, mettendo al governo, come Ministro degli Esteri o come Capo del Governo, quell'esponente arabo di loro fiducia che è Nuri es Said, anglofilo al cento per cento nella sua attività di fervente patrocinatore dell'intesa araba. Ma contro Nuri es Said, favoreggiatore dei piani inglesi per la Palestina (la tragica guerriglia di Palestina è stata una funesta commedia inscenata dagli inglesi allo scopo di tenere a bada ad un tempo Arabi ed Ebrei e fare della Terrasanta una grande caserma britannica), contro Nuri es Said si son sempre levati i malumori e le diffidenze dei patriotti arabi. Contro il Governo di Nuri es Said, Re Ibn Saud ha dato ora aperto sfogo — a quanto sembra — allo sdegno che durante gli ultimi due anni aveva a malapena tenuto represso per amore della causa araba. La proverbiale pazienza del grande Monarca wahabita ha preso ora fine? Ecco quanto in proposito ha comunicato all'* Ahram » il corrispondente di qui « Un violento contrasto è sorto tra l'Irak e l'Arabia saudita. I circoli ufficiali di Bagdad, di Riad e della Mecca mantengono il loro riserbo, ma non negano che l'attuale contrasto potrebbe portare persino ad una rottura delle relazioni fra i due popoli fratelli. Il Governo saudita accusa il Governo dell'Irak di non applicare fedelmente i trattati vigenti. I circoli arabi — conclude il corrispondente dell'« Ahram » — si mostrano seriamente preoccupati telidb(pcdlifrfemriarclaprzsdtszCfdtmrceonmmSagGtntMCsplePptinrpcsMimvcpilrlcctfzcgVldella presente tensione e prospet- dtano l'opportunità di un arbitrato |raffidato a qualche alta persona lità araba ». Si è voluto subito precisare che l'argomento del contrasto risiede nella disputa per la delimitazione dei confini, ma non v'è dubbio che nel malumore saudita contro l'attuale Governo di Nuri es Said rientrano anche motivi e considerazioni riflettenti le relazioni tra il mondo arabo e le Potenze occidentali dominatrici. D'altra parte recenti avvenimenti interni irakeni hanno valso rbdncnbzda mettere in luce quanto irridu . ' ^reSuiti irakeni contro gli attuai: ni di governo. Come è noto, il Ministro delle Finanze Hedar Ro-1 stoni è stato ucciso recentemente in seguito ad un complotto nel quale si trovavano implicati ex uomini di governo e ufficiali su periori dell'esercito. La propaganda inglese, come era naturale, ha voluto far passare tali avvenimenti come riguardanti esclusivamente la politica interna irakena, ma il mondo arabo è meglio informato di quanto si pensi. Le notizie corrono con rapidità incredibile rompendo le fitte maglie della più stretta censura. La posizione di Nuri es Said s'era fatta insostenibile al punto da costringerlo a dare le dimissioni. Gli inglesi l'hanno rimesso al potere, nelle scorse settimane, pren pdendo severi misure contro i suoi avversari. Tra questi, il Capo di Stato Maggiore dell'esercito, il Generale comandante la prima Divisione e un colonnello furono destituiti. Il fermento però s'accresce. Gli inglesi si mostrano preoccupatissimi perchè l'Irak coi suoi petroli di Kirkuk e il Golfo Persico coi petroli dell'Iran meridionale costituiscono il punto nevralgico, attualmente, dell'Impero britannico sul fronte asiatico. L'atteggiamento turco 21 Accanto all'Irak, a giuocare un ruolo principale in caso di gutrra nel vicino e medio Orierite è chiamata la Turchia. La propaganda democratica e specialmente i giornalisti inglesi e americani ad Istanbul hanno messo in opera tutti i loro mezzi, le scorse settimane, per montare la campagna allarmistica destinata a spingere la Turchia alla guerra. E, una sull'altra, son piovute le notizie falsissime tra cui quella che dava interi battaglioni russi passati ai Turchi sul Cauca-; so. Il popolo turco è stato preso da un eccitamento allarmistico j quanto mai pericoloso. Il Capo!del Governo turco ha ritenuto op DÒrtuno"intervenire con un discor- so radiodiffuso (ed in ogni vii-' turco c'è l'altoparlante) so liccio per tranquillizzare il popolo e de molire la ridda di notizie false. Refik Saidam ha precisato che la Turchia è decisa a non fare alcuna mossa contro la Russia, a meno di non trovarsi nella necessità di reagire ad una aggressione ha reso noto che tra Turchia e Russia intercorrono sempre rapporti cordiali e che tali continueranno ad esistere per quanto potrà dipendere da parte turca. Jn-. tine egli ha recisamente affermato che la Turchia si lascerà guidare unicamente dalla visione dèi propri interessi nazionali e non si lascerà affatto influenzare da pressioni estèrne, chiara risposta quest'ultima, alle pressioni inter- ventistiche democratiche 3) Ed ora ci spetterebbe di parlare delle notizie che giungo no dal Cairo. L'Egitto —- va dotto subito — è alleato sincero deila Gran Bretagna, e dell'assistenza militare britannica, particolarmente aerea e navale, ritiene di aver vitale bisogno per la propria integrità ed indipendenza contro il pericolo (quale?) di aggressio ni esterne. Si sa ancora che al cune correnti egiziane fidano nell'assistenza inglese e ne traggono motivo di speranza in ordine nien- gtemeno alle aspirazioni nazionaliste ed islamiche dirette a fare dell'Egitto il leader dei paesi arabi. E' convinzione dell'Egitto (convinzione frutto di abile propaganda interessata) che se non ci fosse l'Inghilterra, il paese cadrebbe in pasto ad altri imperialismi europei. E gli Arabi, si sa, fra gli imperialismi europei preferiscono quello, inglese come il meno peggio e come quello più ricco. L'Egitto accetta perciò la alleanza, sia pure non « inter pares », con l'Inghilterra e se ne compiace in quanto pensa di averla necessaria ai propri interessi; però è certo che gli uomini più rappresentativi della nazione egiziana, nella sua figura di Stato sovrano ed indipendente, non vedono affatto di buon occhio l'attuale strapotere britannico in casa loro. Troppi soldati non egiziani passeggiano per le vie de) Cairo e di Alessandria, troppi ufficiali non egiziani la fanno da padroni in Egitto. Ciò indubbiamente offende gli occhi degli Egiziani musulmani (non parliamo dei vari Levantini, fra i quali gli Ebrei, che godono della cittadinanza egiziana), offende, soprattutto gli occhi dei giovani patriotti egiziani. Ed il Re d'Egitto, cui va l'immenso amore del popolo, è il primo dei giovani patriotti egiziani. Si dice.,. Si odono circolare varie voci. Si dice che il Governo egiziano abbia ricevuto una richiesta inglese di dichiarare la guerra alla Germania, ma che l'abbia respinta. Sì dice ancora che il Governo, guidato da quel grande patriotta e uomo di Stato che è Ali Maher pascià, abbia convinto il Comando inglese a tenere accasermate in Egitto soltanto le truppe neozelandesi, inviando invece le truppe australiane altrove, in Palestina, ciò che è avvenuto. Si parla pure di dissensi i tercorsi tra Ali Maher e l'Ambasciatore inglese. Ed il Ministro Eden sarebbe venuto in Egitto apposta per chiarire tali dissensi. Non crediamo che queste voci della strada siano del tutto infondate. Ma anche se lo fossero, resta la impressione che producono sulla massa. Per terminare, riportiamo delle voci di più larga veduta che han cominciato a circolare da queste parti. Si riferiscono all'interesse inglese di spingere al più presto la Turchia e i Paesi arabi in guer ra. E si sa che al primo atto bel lieo dell'Italia nel Mediterraneo contro l'Inghilterra o la Francia corrisponderebbe l'immediata entrata in guerra della Turchia, in forza del patto di mutua assisten za. Vorrebbe l'Inghilterra provocare un tale stato di cose, pur di guadagnare l'intervento turco? Vorrebbe l'Inghilterra provocare la guerra nel Mediterraneo, pur di portare la guerra nel Mar Ne |ro e cercar di colpire i tedesco- i e e o russi al fianco? Insomma, avreb be deciso l'Inghilterra, pur di guadagnare l'intervento e la posizione strategica della Turchia, di crearsi un nemico nel Mediterraneo? Si dice che l'Inghilterra abbia fretta di precipitare la situazione, per paura domani di perdere l'alleanza turca. Ma, come abbiamo preavvertito, queste sono soltanto voci. Alo