La condotta della guerra dinanzi al nuovo governo francese di Giorgio Sansa

La condotta della guerra dinanzi al nuovo governo francese La condotta della guerra dinanzi al nuovo governo francese Parigi, 23 marzo. H problema della condotta della guerra ha causato le dimissioni di Daladier, ha portato al potere Reynaud. Questo problema ha due aspetti: l'azione militare e l'azione diplomatica. Nei riguardi di entrambi è presupposto che gli alleati procedano in perfetto accordo. Ne consegue che il problema della condotta della guerra è soprattutto quello della identità franco-britannica. La crisi finlandese ha messo a nudo su questo punto troppe divergenze la cui ripetizione si vuole evitare in futuro. La questione è fondamentale e stasera il Temps se ne occupa in un articolo del suo collaboratore militare, articolo in cui si leggono fra le righe ammissioni interessanti e rivelatrici sul recente passato e che lasciano pure comprendere l'esistenza di proposte di coordinamento intimo fra i due Paesi alleati nelle quali l'autore dello scritto intravede, a quel che sembra, pericolo di diminuzione della sovranità francese. Un organo coordinatore Il giornale ufficioso riconosce che « un organo coordinatore il quale rendesse più agevole e più rapido lo studio, dei grandi problemi su cui deve decidere il Consiglio supremo di guerra sarebbe eminentemente desiderabile ». Ma fa subito osservare che si tratta di cosa ardua perchè « la responsabilità di ciascuno dei due Governi in qualsiasi decisione che tocchi anche da lontano l'avvenire del Paese è assoluta. Si deve escludere dunque l'idea di un organismo superiore ai due Governi. «. Bisogna perciò rinunziare a priori — esso prosegue — a cercare una soluzione puramente logica. Non si può prendere in considerazione il metodo di concentrare l'autorità in una mano sola o in un organismo unico. In questa azione direttiva le funzioni delle due nazioni dovranno essere eguali ». Vien fatto di domandarsi, leggendo tali parole, chi abbia proposto l'istituzione di un comando politico unico e come esso sia stato proposto. Alla domanda naturalmente è superfluo rispondere. Scartata la possibilità di un organismo di questa natura, il giornale parigino ammette in via di principio che si faccia qualche co- uiiLiciuiu une iai mula uiian.uv \-vj- ; sa nei senso indicato ma tenendo sempre presente la necessità di non diminuire in nessun modo lai'sovranità dei singoli partecipanti..Potrebbe essere creato tutt'al più !un «alto comitato di guerra >, guerra avente lo scopo di accelerare lo studio delle condizioni strategiche e tecniche delle operazioni ventilate, di facilitare gli scambi di vedute fra i due governi alleati, di circoscrivere il campo delle discussioni, «eliminando a tempo le misure giudicate inaccettabili nell'uno o nell'altro dei due Paesi » (lo si direbbe un accenno al mancato intervento in Finlandia), ed infine di preparare il terreno pei le decisioni del consiglio supremo. Questo sarebbe già un programma meritevole di essere realizzato. Il Temps ripete poi, per chi non lo ftvp<ssp" ranito òhe "nell'ore-nni-1io avesse capuo, cne neiioigani ™hwP««iti r««nr^?«L «^vrebbero essere rappresentate incondizioni di perfetta eguaglianza. Ogni membro inglese avrebbe il suo doppietto francese, ogni inglese sarebbe associato di obbligo a un francese. « Tale organismo di carattere esclusivamente consultativo - scrive poi il giornale - non avrebbe un solo capo, ma ne avrebbe due: uno inglese e uno francese. Sembra che cosi le divergenze di vedute sarebbero constatate fin dal loro sorgere e potrebbero essere compiuti a tempo utili sforzi per attenuarle ». La politica estera Il secondo problema che dovrà essere posto allo studio del nuovo Governo e che è intimamente legato al primo, è quello della politica estera. Non abbiamo bisogno di ricordare in proposito come il malcontento che fu una delle ragioni della caduta di Daladier sia stato determinato più che dalla stasi delle operazioni militari,... (parole censurate) , insuccessi che nellapace Anno-russa di Mosca trovarono il loro coronamento perchè quella pace carpì agli alleati l'occasione di trovare il campo di bat- taglia di cui si era in questua .eindebolì le prospettive di trionfodella pratica di blocco. Che cosafarà il Governo Reynaud di cmReynaud stesso è Ministro degli Esteri ? Una sua affermazione di ieri alla Camera va messa in rilievo. « Sarebbe un delitto — egli ha detto — fare entrare le nostre preferenze ideologiche nel dramma spaventoso che viviamo. Nulla conta più ormai di tutto ciò che abbiamo potuto dire o pensare ». Si tratta, come si vede, di una affermazione realistica e di un riconoscimento implicito degli errori commessi. Certuni la interpretano in senso ottimistico e osano pronosticare che un governo a tendenza di sinistra può essere capace in Francia di cose che un governo di destra non potrebbe compiere perchè ne sarebbe impedito dalla sua stessa intransigenza nell'egoismo nazionale: cioè .giungere cioè a patti e compromessi con nazioni che non hannoregimi di sinistra. Ma su questopunto non è prudente azzardarepresagi: è consigliabile aspettare.E'un fatto che l'allarmismo del-ia, stampa francese circa un even-tuale accordo tripartito tra RomaBerlino e Mosca comincia oggi aBerlino e Mosca comincia oggi a svaporare. Chissà ohe non sia stato alimentato per motivi di politica interna al momento della crisi.' Le voci dei giorni scorsiLa calma al riguardo viene consigliata dai corrispondenti romani fra i quali quello del Tempsespone stasera le ragioni per cuè fi caso di attendersi al massimo un regolamento superficiale derapporti fra l'Italia e la Russianon invece un abbandono romano dell'atteggiamento di ostilità verso i! Comintern. «Vi sono ragionprofonde, argomenta il giornali->nr non temere nulla da tale lato. Le due istituzioni più anti-che dell'Italia, sono la monarchiae il papato, due istituzioni per lequali 'il Duce ha usato sempre lamassima deferenza. Roma e aglantipodi di Mosca e il Vaticano èl'antitesi del Cremlino. Non è cosìinvece in Germania. Un sistematriangolare Roma Berlino Moscaaffincherebbe organizzazioni so-stanzialmente opposte, contradit-torie, incompatibili tra loro. Ro-ma e Mosca costituiscono una dis-sonanza. Berlino si sforza di or-chestrarla, ma sarebbe vano a-spettarsi la minima armonia ». In un editoriale, ad ogni modolo stesso Temps mostra di confidare più che su questi dati dfatto dottrinali e psicologici, sullaalleanza dell'Inghilterra e dellaFrancia con la Turchia. Sarebbela resistenza che la Turchia opporrebbe a qualsiasi tentativo dpenetrazione tedesca e a tutte lepressioni politiche e il fatto chesecondo il Temps la Turchia è unelemento decisivo nella penisolabalcanica, che garantirebbe aglalleati l'insuccesso di quelle iniziative che cercassero di risolverela situazione balcanica in sensosfavorevole agli interessi di Parigi e di Londra. Il comitato di guerra francesecomposto di sette ministri, ha tenuto oggi la sua prima riunionealla quale era presente pure igen. Gamelin, che non fa partedel comitato stesso. A tale partecipazione di Gamelin si attribuisceuna grandissima importanza. Nepomeriggio, dopo la riunione, iPresidente del Consiglio Reynaudha ricevuto l'ambasciatore di GranBretagna sir Ronald. Campbell. A tarda ora si apprende infineche il direttore della stampa edella censura al Ministero delleInformazioni, l'avv. Martinaud-Deplat ha rassegnato le dimissionic__-_ Giorgio sansa

Persone citate: Daladier, Duce, Reynaud