DISCO AZZURRO

DISCO AZZURRO DISCO AZZURRO L'invitata Quei due detenuti, Amelia e Giuseppe Levalovich, che una di queste mattine si sono sposati nella cappella della casa di reclusione di Capodistria, hanno celebrato la loro unione in maniera piuttosto insolita. E il sacerdote officiante, come il direttore delle carceri e il ragioniere capo, che fungevano da testimoni, avranno certo provato queir emozione profonda, quell'angoscia dolce e patetica che si sente davanti a ciò che, con un contrasto veramente straordinario, forma uno spettacolo limano interessante e raro. Andare a nozze vuol dire sedere al banchetto della vita per prendere la propria parte di gioia ed è cosa che chiede musica e fiori, lacrime iridate di sorrisi e profusione di luce e allegrezza d'ambiente. Qui, nulla di tutto ciò. La cappella di una prigione avrà certamente le inferriate alle finestre. E il soffitto basso e le pareti sguarnite. Solo le fiammelle dei ceri brilleranno, ma poche e languide, della stessa luce che si accendono per i funerali. E la sposa non avrà avuto l'abito bianco, neppure chiaro, neppure nuovo. ,E non spettatori intorno a quella cerimonia, nulla di quel pubblico formato da parenti ed amici, curiosi ed estatici, sempre attirati, come da uno spettacolo meraviglioso, dal rito che consacra l'amore... Eppure sì, un'invitata c'era, senza dubbio: la felicità. Non la felicità sfolgorante, a cui tutti fanno ala e che desta tanta ammirazione e invidia, no. una felicità modesta, raccolta, discreta, silenziosa, una felicità in grigio, che ha assistito a tutta la funzione dietro gli sposi e poi li ha seguiti lungo i tetri corridoi, fino alla soglia delle loro celle, e ha sussurrato loro che non saranno mai più soli, poiché si amano, e che potranno aspettare, fiduciosi e redenti, l'ora della liberazione, in cui potranno prendersi per mano, e tornare, uniti, nel mondo. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi, Giuseppe Levalovich