ILLUSIONE OTTICA

ILLUSIONE OTTICA ILLUSIONE OTTICA niimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiimiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiii Non è il primo caso d'amore di un'immagine. Se ne potrebbero citare cento, e<l anche storici. La singolarità del caso presente sta nel fatto ch'esso rappresenta un apice critico d'un sentimento diffuso al tempo d'oggi: la passione suscitata in un cuore da una donna veduta soltanto sullo schermo. Essa si rivelò allo stesso protagonista del piccolo dramma che sto per narrare, agli amici di lui, una sera della scorsa estate, in mia villa di campagna lontana almeno trenta chilometri dal più vicino cinematografo: una sera calda e senza imi filo d'aria, in cui la terra, mietuta di recente, mandava a ondate lente il forte profilino del grano, il giardino intorno alla casa, innaffiato il po'meriggio, innalzava sino alla terrazza, dove ci si trovava, aromi febbrosi di magnolia e gelsomino, e le 6telle fiammeggiavano nel cielo basso. Si credeva ad un prossimo fidanzamento tra. Poldo Bizzi e Lidia Gémmoli, e la compagnia era allegra. Fu proprio un malaugurato errore parlare d'attrici del cinema. S'addimostrarono, in materia, tutti esperti. jVla appena si fece un nome, e lo si cominciò a paragonare con altri, Poldo, stimato come l'uomo più equilibrato di tutta la compagnia, proruppe in un tono che destò sorpresa. Nessuna attrice — secondo lui — ei poteva paragonare all'ultima nominata. Essa lasciava le altre indietro a distanza incalcolabile. Soltanto il grosso pubblico poteva, far confusioni. Era incredibile la superficialità di giudizio della folla in materia d'arte cinematografica!... L'apostrofe di Poldo si trasformò in una sfuriata. Qualcuno cercò di discutere; ma fu messo a tacce dalle risposte irate di colui. Passarono silenzi di disagio tra gli adunati. Si tentò di cambiar discorso. .Ala l'armonia era stata spezzata. Gli ospiti cominciarono a congedarsi. Presi Poldo per il braccio. Egli comprese e salutò. Lidia Gémmoli non rispose al suo saluto. Quando fummo sulla strada attesi che i passi di quelli ch'erano usciti prima di noi s'allontanassero e dileguassero sulla stessa strada o per i sentieri del monte, e, finalmente presi l'amico per le braccia e lo riscossi. — Che cosa hai fatto? ^ Invece di rispondermi, .si libe )ò con uno strattone dopo avermi guardato negli occhi, e. spezzando il nodo che gli s'era formato alla gola, gorgogliò: — Non ne posso più ! Ho bisogno di vederla ! Lì per lì non compresi : anzi, provai la sensazione di smarrirmi. — Vederla? Chi? — Vederla! Vederla! Non capisci ancora? Sei diventato stu7>ido? Gli vidi balenare gli occhi disperatamente. Dopo una pausa, riprese : — Quando sono in città, la cerco ogni giorno, sul giornale, sulle cantonate, tra gli annunzi... Passano dieci giorni,'Venti, un mese... ma poi la ritrovo: in un teatro di lusso o in un cinema di cpiarto ordine, per me e lo stesso. E' lì, la rivedo... Ora. in campagna... d'estate!... Avrei preso anche il treno... Sfoglio dieci... quindici giornali... non la trovo. Anche nelle cittadine della regione... nulla. E' la sorte d'ogni mia estate... Le sale si chiudono... si proietta di meno... La perdo... e in certi momenti perdo anche la bussola... Gli avrei risposto, e stavo per rispondergli: «Sì. proprio così». Ma, a tempo, mi trattenni ; non avrebbe servito che ad irritarlo. Compresi ch'era necessario lasciargli uno sfogo: e l'aiutai. — Più d'una estate... dunque? — Sono tre anni. Una pena, uno strazio, credimi... Jfa anche una immensa gioia. Quando c in città, vedi... — Come... « in città »? — Ma sì... Per me. è come se fosse arrivata alla tal ora, come se fosse scesa al tale albergo, come se potessi da un momento all'altro incontrarla per la. via, scorgerla, in una macchina, in seuesdvloncudlpEmun negozio di mode, da un li-!]...:_ irl - ii '— Invece e soltanto un SUO nuovo film che si proietta in linai sala cittadina! 1— Precisamente. Tu quei gior-ini, io mi sento rivivere, lavoro di produco di più, dormo me-!-gli iìlms piti, elio, mangio meglio, sono più socievole, cerco l'occasione di far del bene... perchè so che la sera andrò a trovarla, la rivedrò... Non trovammo più parole adatte per continuare la conversazione. Camminammo per un buon tratto in silenzio. D'improvviso, mi disse: — Capisci ? — Sì, ora capisco bene ! risposi per rassicurarlo. — E hai veduto tutti i uh'essa ha prodotto? — Sì, tutti. — Quanti saranno? — Una diecina, sin ora. — E non ti sei mai stancato di vederla negli stessi fìlrns? — Ma allora non hai capito!... A me il film non importa nulla. Amo lei, lei, la donna. — Ne sei sicuro? — Sicuro. Camminammo ancora in si- leir/.io. — Ascoltami, Poldo — gli dissi, d'un tratto e risolutamente. — Parti. Va a cercarla. — Ti ripeto che in questo momenti) non v'è un cinema in cui si proietti un suo film. — E tu va a cercare la donna in carni' ed ossa ! Diamine, è così semplice! Se ti mancassero i mezzi !... Ma a te i mezzi non mancano. Sii coraggioso, levati da questo stato d'inquietudine... — Dici davvero? — Credo che sia il miglior consiglio... Camminammo ancora in silenzio, per lo stradale bianco, incassato in una gola di monti..Le ci- cale zirlavano. Il cielo fiammeggiava. Non una bava di vento. Intuivo il lavorìo che si compiva nella mente del mio amico. Egli si vedeva in viaggio... contava i giorni... giungeva... scendcva ad un albergo... assumeva informazioni... parlava con in termediari... finalmente era pre¬ sentato allattrice... — No, no!... — esclamò egli a un certo punto. — Lei. in carne ed ossa... Ma no, che c'entra! E' stupido !... — Mi avevi detto che amavi la donna I... Rimase stupito. — Già... strano... Non ci avevo mai pensato... Lo accompagnai sino al cancello della villa, m'invitò a trattenermi : ma mi rifiutai. — Ci vedremo domani. Il giorno appresso, invece, non ci vedemmo ; ne ci vedemmo per una settimana. Quando c'incontrammo, egli mi disse severamente: — Mi hai fatto del male — Con intenzione, caro l'oldo. — E perchè? — Per farti del bene. T'ammalavi. E' passata, ora? — Quasi. Stette un momento in forse; e poi mi domandò: — Ma che cosa amavo, allora? — Un'illusione ottica, l'oldo. E' chiaro. Sposa Lidia Gèmmoli. Rosso Di San Secondo. mimimi nini uni iiimiiiiiiiiimim

Persone citate: Bizzi, Lidia Gémmoli